Capitolo 2

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È mattina, ed io non ho chiuso occhio... è abbastanza difficile restare tranquilli in circostanze simili.

"Su Marinette, un'altra giornata passerà in fretta. Quel ragazzo non porterà a termine la sua pseudo "minaccia-vendetta"... E mi lascerà in pace" quasi mi autoconvinco.

Mentalmente esausta, decido di prepararmi. Alya rimarrà sorpresa della mia puntualità.
Affero di fretta la tracolla e mi incammino verso il bar della scuola, ho proprio voglia di rilassarmi e di bere un buon cappuccino.

Apro la porta e saluto il mio vecchio amico francese nonché padrone del bar  "Buongiorno Gabrièl", "Signorina" abbassa con due dita il piccolo copricapo rosso "Il solito?" aggiunge, annuisco per poi precipitarmi a uno dei tanti tavoli liberi.

Mentre aspetto decido di inviare un messaggio ad Alya "Sono al bar, ti aspetto", breve ma diretto.
Vedo Gabrièl arrivare con la mia ordinazione "Ecco a te" posa il mio adorato cappuccino sul tavolo
"Grazie mille " gli regalo un dolce sorriso.
Lo conosco da anni ed è una persona gentile e premurosa; sempre pronta a consolare chiunque ne abbia bisogno. Lui e questo bar sono la mia seconda casa, per questo trascorro la maggior parte del tempo qui.
"Marinette!" salto sul posto
"Dio, prima o poi mi farete morire"
"Sono così orrenda questa mattina?"
"No Alya, solo... Mi hai colto alla sprovvista" faccio spallucce "Hai fatto tardi" aggiungo canzoniera osservando l'orario sul telefono.
"Hai ragione"continua "Per questo dobbiamo correre" 
"Per questo dobbiamo correre" la imito
"Hey" ride rumorosamente, salutiamo Gabrièl e andiamo.
Molti alunni come noi si dirigono nella propria aula, aspettando il proprio insegnante.
"Marinette"
"Mh?"
"Hai presente quel ragazzo alto... Biondo... Occhi verdi... Bell.."
La fermo subito ricordando il soggetto  "Taglia corto"
"Vedi... Ti sta mangiando con gli occhi" mi da una gomitata
"O sta pensando in quale modo farmi fuori" deglutisco pensando a lo scenario di ieri, mentre lei scuote la testa in segno di disapprovazione

"Alya i-" non faccio in tempo a finire la frase che vengo travolta da qualcuno, è stato tutto così veloce... Solo una volta arrivata al suolo capisco cosa sia successo "Ahi, che male" tocco la caviglia dolorante 
"Oh scusami, ti sei fatta male?" quella voce... "N-no, tutto okay" rispondo tenendo inchiodato lo sguardo al pavimento
Provo ad alzarmi, ma ricado gemendo di dolore. Cazzo, che male.
"Dammi la mano" odio fare pietà
"No, ce la faccio" non accetterò il suo aiuto
"Marinette! Non riesci a stare in piedi, fatti aiutare" Alya... Se solo sapessi
Roteo gli occhi, arresa e affranta accetto la mano che mi è stata porsa. Mi stringe la mano e con una lieve spinta mi alza, si avvicina e mi sussurra "Pensavi mi fossi dimenticato di te?" sfoggia un sorriso a trentadue denti per la mia amica, ignara di tutto.
"Grazie per l'aiuto, ce la faccio" devo andarmene da qui. Mollo la presa del biondo e, zoppicante, vado in classe.

Passo il resto della giornata a trattenere il dolore e a pensare a quel ragazzo. Perché a me?

Okay, ce la posso fare... 2 minuti e suona...
"Alya, mi accompagni in infermeria per favore?"
"Come potrei dirti di no" cerchiamo di farci strada tra i balordi che sbraitano tra di loro
"Guarda c'è quel ragazzo carino che ti ha aiutata" "Hey tu, hey" cerca di attirare la sua attenzione
"Cosa stai facendo?" domando irritata
"Calmati, poi mi ringrazierai" ti prego no!
"Hey, ragazzo biondo" il ragazzo biondo sentendosi chiamare si gira.
Bene.
Viene verso di noi sornione "signorine"
"Ciao, piacere Alya" gli sorride "Adrian" Adrian... Che bel nome... Che suono sublime...
"Ti andrebbe di accompagnare Marinette in infermeria? Io non ce la faccio" si gira verso di me per poi squadrarmi "Che cavaliere sarei se non accettassi" si avvicina e poggia il suo braccio intorno la mia vita, a tale tocco sento un brivido lungo tutta la schiena... Se non fosse stato stronzo, ci avrei fatto un pensierino...
Risvegliandomi da quel momento guardo Alya che si allontana, dove va? Perché se ne va?
"Alyaa, dove stai andando?" domando agitata
Mi fa l'occhiolino e senza risposta se ne va
"E così gattina... Siamo solo io e te adesso"

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