Capitolo 9

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Un tonfo mi sveglia nel cuore della notte.
Mio Dio, ho paura.
I colpi si fanno più forti e più frequenti.
E se fosse un ladro... Un assassino...
Ok mente, a cuccia.
Afferro la mazza da baseball che da anni mi accompagna... Già prima ero una giocatrice piuttosto brava... E lentamente mi avvicino. Molto, lentamente.
Rimango in silenzio dinanzi la porta.
Respiro piano e silenziosamente, in modo da non farmi sentire.
Altro colpo.
Salto sul posto.
Un altro ancora.
Stringo la manica della mazza.
Ancora un altro.
Ok Marinette, cerca di non andare in iperventilazione.
"So che sei sveglia" odo una voce impasticcata
Mi tappo la bocca. Sto per morire di infarto.
Non rispondo.
"Gattina, apri la porta"
A-Adrian?!
"Sto per sentirmi male" sento appena l'ultima frase; dopodiché un tonfo seguito da rumori di vetro rieccheggia tra le mura del dormitorio deserto.
Mi affretto ad aprire la porta.
La scena che mi si presenta davanti mi impietosisce. Giusto un po'.
"Ti prego, aiutami"
Dovrei? Insomma... Forse s-No Marinette, non se lo merita. Però...
Lo osservo mentre cerca di alzarsi e sbadatamente poggia la mano sui cocci di vetri procurandosi qualche taglio.
Diamine, sono troppo buona.
"Sono tentata dal rimanerti qui fuori" parlo con un filo di voce cercando di mantenere il suo peso
"Oh andiamo, sappiamo entrambi che non puoi resistermi"
Quasi inciampiamo entrambi per chiudere la porta
"Come puzzi" puzza davvero
"È solo alcool" ridacchia isterico
"Perché sei qui?" tra tanti posti in cui andare, perché proprio da me
"Vedi...io... Volevo chiederti scusa, per oggi" in religioso silenzio cerco disinfettante e garza per medicargli la mano
Sospira "Mia mamma è morta quando avevo 8 anni" rimane attratto dalle mie mani che curano la sua "Sai... Le assomigli molto" sorride malinconico.
Per questo spesso è perso nel vuoto, pensa alla mamma... Dev'essere stata senz'altro dura per lui e il padre. Non riesco nemmeno a immaginare come sarebbe la mia vita senza mia madre o mio padre.
"Fa piano" il suo viso assume un'espressione di dolore quando per sbaglio gli stringo la mano
"Scusami" non riesco a dire altro
Si volta verso la grande finistra "posso restare qui?"
Cosa?!
"Vuoi" mi schiarisco la voce "dormire qui?" pronuncio le ultime parole con tono stridulo.
Sicuramente ho sbagliato a capire.
Si gira verso di me "Solo per questa notte" si avvicina "Non credo di riuscire ad arrivare nella mia stanza e..." diventa rosso "non voglio restare da solo"
Sospiro, tanto so che farà comunque come vuole.
Dei ticchettii risuonano nella stanza.
"Fantastico, ci mancava la pioggia" parlo sarcastica
"Come hai detto?" si risveglia dallo stato di trance in cui era.
"Tieni" gli lancio a terra un sacco a pelo con un cuscino e un piumone nel caso avesse freddo durante la notte
"C-che stai facendo?" quasi urlo
"Mi sto levando la maglietta" mi guarda stranito "non è un problema vero?"
Sento di star diventando un piccolo pomodoro umano
"Sei più carina quando arrossisci" mi punzecchia le guance rosse con l'indice.
Infuriata mi allontano e ritorno a letto
"Non farmene pentire" gli do le spalle
"Sarò un angioletto" fa lo stesso "Marinette" mi chiama "Grazie"

Salto sul letto. Un tuono molto forte mi sveglia. La pioggia è aumentata, e dei tuoni si fanno sempre più presenti.
Cazzo. Inizio a respirare più velocemente. Mi siedo sul letto stringendo nei pugni il piumone.
Ho paura. Sto entrando nel panico.
Dalla mia dolce età che è così.
"Hai paura?" per un leggero attimo aumenta il terrore che è in me
"Dio, mi hai spaventata" cerco di calmare il respiro
Mi ero dimenticata di lui... Che ci fa ancora sveglio(?)
Altro tuono.
Ok, respira e torna a dormire.
Lentamente torno alla posizione iniziale. Cerco di dormire, di nuovo.

Ancora un altro tuono. Sussulto.
Altro tuono. Mi aggomitolo fino a quanto il corpo umano ha la possibilità di fare.
Sento il piumone spostarsi e un peso accanto me.
Si sdraia accanto a me, e con una mano inizia ad accarezzarmi i capelli.
Questo piccolo gesto mi rilassa così tanto che decido di lasciarlo fare. Non so perché, ma... Mi sento al sicuro ora. Ho un po' meno paura.
Prendo la coraggiosa decisione di girarmi.
Rimaniamo fissi a guardarci negli occhi.
Un lampo mi permette di vedere i suoi occhi così meravigliosamente verdi.

Il milionesimo tuono mi fa tremare dalla paura. Avvolge il braccio sul mio fianco, per poi avvicinarmi a sé.

Altro tuono.
Poggia la testa sopra la mia.
Sento il suo respiro sui capelli.
Una scossa mi pervade il corpo.

Tuono.
Mi accucciolo a lui "Non te ne andare" suona quasi come una supplica la mia
"Resta con me" sussurro
Continua ad accarezzarmi il fianco. Sento il suo sorriso sulla mia pelle, sulla mia fronte.
Dopo, buio.

Spazio Autrice
Chiedo venia per l'assenza; per farmi perdonare, vi ho regalato un Adrian dolce, contente?
Spero vi stia piacendo😍
Un bacio ❤️

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