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I passi risuonavano tra le quattro mura, si sentiva solo il suono della musica e le urla dell'allenatore quando vedeva qualcuno di loro commettere un errore

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I passi risuonavano tra le quattro mura, si sentiva solo il suono della musica e le urla dell'allenatore quando vedeva qualcuno di loro commettere un errore. I sette ragazzi stavano provando la coreografia della loro nuova canzone, il comeback era proprio dietro l'angolo e tutto doveva essere perfetto.

I loro movimenti agili impressionavano chiunque, tranne il nuovo allenatore. I suoi occhi erano come una macchina di rilevamenti guasti, anche per una sola scivolata, si doveva ripetere di nuovo tutto quanto. Colui che prestava maggior attenzione era il maknae, dopo aver commesso più errori nelle sue prove precedenti. Apparentemente, in quel periodo, qualcosa stava deconcentrando il ragazzo.

«Molto bene Taehyung, stai migliorando parecchio. Namjoon, ti ho detto di tenere bene i piedi a terra e tu, Yoongi, si meno lento e più rapido!» gridava l'allenatore ad alcuni di loro più severo che mai.

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Le loro t-shirt non riuscivano più a trattenere il sudore che emanavano, l'estrema stanchezza regnava nei corpi degli altri. La musica finì, terminando l'allenamento di quel giorno: stavano letteralmente soffrendo.

«Ragazzi per oggi abbiamo finito, domani, dato che avrete un giorno libero, riposatevi e ricordatevi che è rimasto poco tempo al comeback, parteciperete a molti show, quindi non voglio nessun errore, intesi?»

Essi in risposta fecero una smorfia e imitarono l'espressione del signore che li aveva lasciati soli nella stanza. Scesero giù al palazzo dove praticavano regolarmente le loro coreografie, dirigendosi verso l'auto che li avrebbe portati a casa. L'atmosfera era tesa tra i due membri del gruppo, erano passate due settimane da quando Taehyung sfuggiva quasi sempre dal maknae.

«Taetae, mi stavo chiedendo se dopo aver fatto la doccia ti andrebbe di giocare a qualche videogioco con me o anche mangiare qualcosa. Mi sento solo nella mia camera...» domandò il minore, ma il nominato non accettò la proposta.

Dopo un grido, che sembrava più che altro una lagna, di Jungkook, che lasciò tutti stupiti dalla sua reazione, salirono in macchina. Non tutti... Seokjin colse l'attimo andandosene con Namjoon per parlare un pò.

«Quindi Hyung, nemmeno tu non vuoi giocare ai videogiochi con me quando arriviamo a casa?» domandò il maknae al maggiore. Jimin stava per rispondere, anche se non voleva che Taehyung si ingelosisse e iniziassero a litigare, voleva vederli sempre con un sorriso stampato sul viso.

«Lui non può Jeonggukie, siamo stanchi e vogliamo solo farci un bagno e andare a letto, non credo che sia una buona idea,» rispose Yoongi al posto mio, che se non fosse stato per quel soprannome al minore che ha ammorbidito l'intera frase, qualcuno direbbe che si era riferito in modo dispregiativo e alquanto fastidioso.

«Ma Yoongi Hyung, a me andava bene giocare con Jungkook, non c'è nessun problema nel stare ancora sveglio fino a tardi, domani non-» il ragazzo dai capelli neri si zittì quando osservò la faccia del suo prezioso Hyung che traspariva evidentemente solo rabbia. «Sarà per domani, Kookie... anche se domani non dobbiamo allenarci, comunque, abbiamo solo pochissimo tempo per riposarci, il comeback è vicino e ci sarà tanto stress.» disse deciso Jimin, facendo meglio a stare zitto a causa degli sguardi dei due maggiori.

Era certo che avrebbero fatto qualcosa quella notte, ma in quei piani non riguardavano qualcosa di stupido, tutto era calcolato: niente poteva andare storto.

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«Ottimo Jimin, sei l'ultimo, ricordati di spegnere le luci quando finisci di fare la doccia, buonanotte e riposa, non stare a parlare di te e di Hoseok tutta la mattina come l'ultima volta.» quello dalle labbra carnose annuì indifferente, fu l'ultimo ad entrare nel bagno dopo un'incredibile guerra con gli altri, in realtà, fecero una di cosa fretta come carta e forbici, dove abbandonò appunto come perdente.

«Vai a dormire Hyung, farò quello che hai detto, riposerò.» Namjoon gli arruffò i capelli a Jimin e si ritirò, sparendo mentre si voltava nel corridoio che portava nelle stanze.

L'acqua era calda, perfetta per fare un bagno; lentamente entrò nella vasca, lasciando che i suoi pori si aprissero dopo parecchie ore di prove, era incredibile come si sentiva. I suoi muscoli si rilassarono notevolmente, poteva passare altre ore lì dentro, ma non era tra i suoi piani farlo quella notte e in quel momento, praticamente di prima mattina.

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Jimin gentilmente mise sulle sue braccia spesse un abbandonante quantità di sapone, non passò molto tempo prima che lasciò il paradiso acquatico in cui era. Si diede un'altra risciacquata al suo corpo ed era pronto.

Era così distratto e immerso nel suo mondo che non si accorse che la porta era stata aperta con cautela pochi minuti fa per non fare rumore, qualcuno lo stava osservando tutto con un accenno e un desiderio come se lo stesse mangiando con gli occhi. Rapidamente questo si spogliò, entrando a contatto con il ragazzo, coprendogli la bocca per impedirgli di urlare e scoprirlo nel prezioso tentativo.

«Shh, Jimminie, sono Suga Hyung, tranquillo.» riuscì a dire il più grande senza nessuna vergogna.

«H-Hyung, cosa ci fai qui? Non ti sei fatto già la doccia?» rispose dopo essersi tranquillizzato, ma per il grande spavento Jimin aveva fatto cadere il sapone, che ora scendeva lentamente a toccare il fondo della vasca.

«Ti è mai stato detto cosa succede quando lasci cadere il sapone nel bagno, ChimChim?» il citato era sorpreso dal soprannome del suo Hyung, aveva voluto averlo cosi vicino da cosi tanto tempo che in quel momento che stava accadendo non sapeva cosa fare e come reagire.

Yoongi prese il viso di Jimin tra le mani e gli alzò la testa guardandolo fissamente negli occhi. «Ti aiuterò a fare il bagno piccolo, sono un buon Hyung e non voglio vederti sporco.» disse senza ulteriori indugi.

[ TO BE CONTINUED ]

shower time ° yoonminWhere stories live. Discover now