Capitolo 39

64 4 0
                                    

[Giannelli]

Sento uno strano rumore in lontananza, questi giorni sono stati uno strazio è tutto mi serve ora tranne che un brusco risveglio. Provo a tapparmi le orecchie ma in pochi secondi il suono diventasi avvicina sempre più fino a diventare insopportabile, apro gli occhi pronto ad insultare chiunque mi abbia svegliato ma la scena che mi si presenta davanti mi paralizza...sono decine di elicotteri che sembrano voler atterrare proprio qui, sento il sangue gelarmi nelle vene mentre piano piano realizzo quello che sta accadendo, ci hanno scoperto...in pochi secondi si alzano tutti in piedi reagendo esattamente come me, con il panico...vedo Marti e ila che raggruppano noi di Trento mentre cercano di spiegarci come possono quello che sta per succedere, sembrano davvero disperate e questo per il fatto che, a quanto pare, quei brutti tizi cercheranno di cancellarci le informazioni della missione e i loro visi la memoria con delle strane pastiglie in modo da distruggere tutto ciò che è accaduto fino ad ora, mi avvicino a Marti che respira affannosamente Marti:"tra poco sarà tutto finito non dovete preoccuparvi non vi faranno nulla..." Gian:" e a voi? Cosa faranno a voi?!" mi guarda negli occhi spaventata pronunciando le uniche parole che mai mi sarei aspettato di sentirle dire Marti:"non lo so..." si preparano di fronte a noi in posizione di difesa così come le altre ragazze Gian:"MARTI!" non si gira più, nessuna di loro lo fa e io ho paura...guardo i miei compagni e gli altri giocatori stare nella mia identica situazione, non possiamo fare nulla. Appena toccano terra gli elicotteri sfornano in sequenza un centinaio di agenti vestiti completamente di nero, urlano parole in codice che però sembrano avere un senso per le nostre ragazze che abbandonano ogni tentativo di fuga. Vengono prese e legate in modo tale che non possano sfuggire per poi essere disarmate, altre persone intanto trattengono noi che inermi osserviamo la scena disperati X:"per voi è finita stronzette..." sento questa voce femminile che mi rabbrividisce mentre non sembra fare il minimo effetto a loro. Vengono trascinate verso gli elicotteri senza poter fare nulla, sono troppo poche Gian:"lasciatele andare!!" persino le nostre urla non possono fare nulla contro una potenza simile, mi avvicino ad una delle guardie Gian:"ehi! Che cosa gli farete adesso?!" uno strano sorrisetto si forma sul suo volto X:"gli faremo rimpiangere di essersi ribellate a noi" no...no, ti prego...guardo la mia migliore amica e ragazza guardare nella mia direzione improvvisamente disperata X:"prendete queste!" ci danno delle piccole pastiglie verdi, ci scambiamo un'occhiata, sappiamo benissimo cosa sono ma cosa possiamo fare?

[Elisa]

Non è possibile! Non può succedere davvero...non abbiamo sbagliato nulla e allora come ci hanno raggiunte? Rimaniamo immobili mentre sentiamo quei codici che significano solo una cosa per noi...prigionia. Lancio uno sguardo alla mia squadra, sono tutti spaesati e spaventati, ci guardano con le lacrime agli occhi mente veniamo trascinate via ma il vero colpo di grazia è quando gli distribuiscono la piccola pillola verde che troppe volte abbiamo visto nei nostri manuali, appena la prenderanno tutti nostri sforzi saranno andati al vento, sarà come se non fossimo mai esistite e questa eventualità mi spezza il cuore. Sento i brividi corrermi per la schiena quando il mio sguardo incrocia quello di Jenia, non sa come comportarsi lo vedo e la sua solita personalità giocosa ha lasciato spazio al bambino spaventato, non posso dirgli nulla, non ci hanno concesso questa possibilità ma con lo sguardo cerco di trasmettergli più calma possibile. Continuo a tenere d'occhio ma uno strano rumore mi distrae, un uomo sta impartendo gli ordini al telefono, l'agente che prima ci ha minacciato ascolta scrupolosamente quali saranno i suoi prossimi compiti...quando attacca mi rigiro giusto in tempo per  vedere scomparire la minuscola pastiglia nelle bocche dei ragazzi, mi sembra di morire in questo momento quando i loro sguardi passano da spaventati a confusi, non capiscono perché si trovano qui e sicuramente si staranno chiedendo chi siamo noi e perché siamo conciate come delle terroriste ma il vero colpo di grazia arriva con una frase Jenia:"chi diavolo sono quelle?" eccolo, l'esatto momento in cui una persona, una spia va a pezzi...quando gli viene sottratto l'unica cosa bella della sua vita Klemen:"perché sono legate?" X:"tranquilli, quelle ragazze hanno tentato un sequestro di persona ma le abbiano fermate in tempo..." la paura e la freddezza con cui ci stanno guardando ora è insostenibile tanto che quando veniamo letteralmente scaraventate sui mezzi non ho nemmeno la forza per rigirarmi indietro, questa volta è davvero finita per noi.

[Klemen]

Mi odio. Non ho altro da dire, in questo momento odio tutto quello che mi circonda e odio soprattutto le mie parole...abbiamo dovuto farlo, se avessero scoperto che non abbiamo preso quelle maledette pillole ma delle normali caramelle non avremmo ottenuto nulla. Quando abbiamo capito la situazione abbiamo messo in moto il cervello e grazie all'agilità dei liberi le abbiamo scambiate ma vedere i loro occhi quando abbiamo finto di non riconoscerle...quando le abbiamo viste per la prima volta inermi e deboli è stato come una coltellata al cuore. Sento le gambe tremare, facciamo finta che questa nostra reazione sia dovuta alla paura del tentato delitto ma la realtà è ben altra, è il terrore di non vedere più una delle persone più importanti della mia vita. Quando la vedo scomparire su quell'elicottero il mio cuore si ferma e le lacrime iniziano a scorrere...ho sprecato gli ultimi istanti con lei litigando per colpa di Eva e adesso cosa ho in mano? Nulla, non voglio che le nostre ultime parole siano di odio, non posso nemmeno pensare ad un'eventualità del genere. Ci raggruppano tutti insieme in mezzo al giardino mentre un uomo scende da uno dei mezzi e impartisce ordini a tutti i presenti, Matteo dietro di noi attira piano la nostra attenzione Teo:"io quello l'ho già visto..." provo a guardare meglio ma non mi sembra che ricordi qualcuno in particolare Luca:"ma sei sicuro?" Nema:"si! L'abbiamo visto sui loro computer prima sera quando facevano chiamata..." quindi è qualcuno di cui loro si fidano... Fabio:"ma certo come ho fatto a non pensarci prima!!! È quel tizio della scuola...Robert, l'ho visto quella sera all'ospedale!" non ci posso credere, sono state pugnalate alle spalle dalla persona si cui si fidavano più di tutte... Pippo:"e adesso?" Luca:"adesso dobbiamo prima di tutto allontanarci da quelli...e poi..." attendiamo tutti una risposta, un piano o anche solo una speranza Luca:"e poi non lo so". Quando anche le ultime indicazioni sono state impartite ci caricano tutti su alcuni pulmann che ci riportano verso la città, il viaggio passa in silenzio, non una parola potrebbe descrivere il vuoto che sentiamo dentro, mi siedo vicino a Jenia che si è isolato da tutto e da tutti Klemen:"ehi...tutto bene?" non mi da nemmeno risposta, scuote la testa lasciandosi sfuggire un singhiozzo, da quando lo conosco mai e poi mai avrei pensato di vedere il francese in queste condizioni Jenia:"hai visto suoi occhi? L'ho distruta con una sola frase...è stata male per mia colpa..." Klemen:"lo so..." Jenia:"no tu no sai...dovevamo andare insieme da mia famiglia dopo coppa...e invece io non vedrò più" sentirlo dire ad alta voce è disarmante davvero Klemen:"noi...noi possiamo salvarle" Jenia:"adesso basta con queste stronzate! Siamo solo dei stupidi ragazzi...non possiamo fare niente per loro! Non sappiamo nemmeno
dove sono! LE ABBIAMO PERSE!" si alza dal sedile per andare in fondo da solo, non posso biasimarlo per come sta...arriviamo alla casa di Trento per prendere le nostre cose e ripartire alla volta delle nostre città...da soli.

Our double lifeWo Geschichten leben. Entdecke jetzt