Capitolo 39 • Tempo

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Sant'Agostino aveva definito il tempo distensio animi, ovvero il distendersi dell'anima. Diceva "io so che cosa è il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo". Ciò che viene misurato dall'anima non sono le cose nel loro trascorrere, ma l'affezione che esse lasciano e che permane nella nostra anima anche quando esse sono trascorse. Le tre dimensioni del tempo non sono altro che tre articolazioni del distendersi dell'anima: il ricordo, il prestare attenzione a qualcosa, l'attesa. L'anima consente di connettere le tre dimensioni temporali in un'unità. La conseguenza è che, se non ci fosse l'anima, non ci sarebbe il tempo.

Riccardo aveva percepito le ultime settimane scorrere nella più straziante lentezza: ricordava fin troppo spesso i tempi felici con Angelica, la sua attenzione scarseggiava durante le lezioni e attendeva con ansia che la Saturnus gli dicesse cosa ne pensava delle canzoni che aveva registrato. Certo, erano delle bozze, ma un'e-mail di risposta con alcune considerazioni da assumere come linee guida sarebbe stata gradita.

Sofia non sapeva niente delle canzoni che lui scriveva. Non sapeva che dietro le sue occhiaie c'erano nottate intere trascorse a buttare giù versi, cancellarne dei pezzi, scervellarsi per armonizzarli fra loro e impazzire fino a perdersi nei ricordi... Finché la parola magica, quella che aveva cercato forzatamente per almeno un'ora, non compariva come un'illuminazione.

Lei non sapeva che quel quadernetto era la sua anima stessa, che aprirlo e leggerlo sarebbe equivalso ad avere davanti agli occhi la sua essenza, oltre che la sua esistenza. Viveva per riempirne le pagine, ormai.

Quella ragazza di appena quindici anni sapeva soltanto che Riccardo aveva dei muri solidi alzati intorno a sé e che nemmeno lei riusciva ad abbatterli; aveva intuito che Angelica non era soltanto penetrata oltre le mura, ma che dentro quelle mura c'era ancora. Nutriva però la vana speranza di sbloccare Riccardo, non volendo ammettere che l'unica in grado di smuoverlo nel profondo era proprio Angelica.

C'era un'altra cosa che Sofia aveva imparato a captare: la gelosia che investiva Riccardo non appena vedeva Angelica ed Edoardo insieme, il che accadeva spesso e volentieri. Era risaputo che facessero coppia fissa, nonostante da parte di lei ci fosse meno attaccamento. Edoardo se ne rendeva conto?

In realtà, persino lui era cieco, quando si trattava di lei. Si ingannava da solo il più delle volte, pensando che determinati atteggiamenti avessero giustificazioni innocenti, mentre si celava una enorme presa in giro. Eppure, lei l'aveva finalmente scelto. Si accontentava così. Anzi, era felice così.

Angelica, invece, non era felice per niente.

Soffriva almeno quanto Riccardo alla vista di Sofia che gli si appiccicava addosso, trovava consolazione nel fatto che lui non dimostrasse gran trasporto e si vendicava al contempo fingendo di essere follemente innamorata di Edoardo. La recita, tuttavia, non era destinata a durare a lungo: quanto avrebbe ancora resistito piangendo con sua madre, suo fratello e le sue amiche per poi farsi forza ed erigere la facciata della stronza soddisfatta di sé davanti a Riccardo, Edoardo e chiunque altro? Si odiava da sola per aver pianificato di agire così e si disperava perché non poteva essere se stessa. Traeva nuova forza per andare avanti solamente dalla rabbia che le provocava l'inerzia di Riccardo, ma quanto tempo sarebbe passato prima della resa?

Invidiava fortemente Beatrice e Nicola, che si erano trovati e non si erano più lasciati. Avevano trovato il loro equilibrio senza troppi sforzi, perché Beatrice, essendo di gran lunga più sveglia del fidanzato, era capace di manovrarlo come voleva senza che fosse minimamente evidente. In superficie, nessuno avrebbe attribuito a lei il merito di orchestrare ritmi e attività della coppia, neanche Nicola. Ma lui era piuttosto ingenuo.

Non invidiava sicuramente Laura, che faticava ancora ad accettarsi e aveva smesso solo di recente di vomitare ciò che ingeriva poco prima, con tanta fatica e continuo supporto da parte delle sue amiche, che avevano sensibilizzato Luca senza raccontagli apertamente la verità. Eppure, Laura sembrava felice con Luca e Angelica avrebbe desiderato incarnare il suo sorriso, così spontaneo come il suo non lo era da mesi, anche solo per un minuto.

Il motivo di fondo per cui Angelica era ancora così tormentata era l'assenza di risposte. Senza avere in mano il perché non riusciva a trovare un come che le consentisse di andare avanti davvero. Infatti, quando baciava Edoardo, pensava solamente a Riccardo. La durezza dei muscoli del biondo la faceva ancora strano, perché le era rimasta impressa sottopelle la sensazione di toccare il corpo di Riccardo e non riusciva proprio a smettere di confrontarli.

Edoardo aveva accennato all'andare a letto insieme in occasione del proprio compleanno, ma Angelica era stata irremovibile. Laddove la recita includeva i baci poteva sopportarlo, visto che non era neanche ripugnante, ma non sarebbe andata a letto con lui. Quello era un tassello così intimamente legato a Riccardo che inserirlo nel puzzle sbagliato l'avrebbe fatta angosciare a morte.

Il tempo continuava a scorrere, si avvicinava alla fine dell'anno. Aveva iniziato a nevicare e tutti pensavano già al Natale, alle vacanze, a tirare le somme dei dodici mesi che volgevano al termine e a pensare a cosa mettere in lista nei buoni propositi per l'anno nuovo.

Angelica non poteva mettere nei buoni propositi dell'anno nuovo qualcosa come "soffrire di meno per amore", ma si appuntò "ragionare il doppio sulle scelte importanti", pur sapendo che sarebbe stato difficile lavorarci su. Tutto ciò che implicava cambiare se stessi e le proprie abitudini era difficile. Eppure, era l'unico potere che aveva, perché entrare nella testa di Riccardo e fare chiarezza nel suo cuore non le era concesso.

Scrivimi una canzoneWhere stories live. Discover now