Capitolo 41 • Capodanno

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- Ho così tante domande da farti che ora non so nemmeno da dove iniziare. - sbuffò Angelica.

Riccardo avvertì l'agitazione farsi strada dentro di sé. Erano lì, soli nel suo salotto, e lei aveva una marea di domande da fargli. Legittimo, ma terrificante.

- Anzi, un punto di partenza ce l'ho. L'album. Perché non mi hai detto niente? Né delle canzoni, né del titolo... Dio santo, perché hai scelto quel titolo?

In un altro momento, Riccardo avrebbe riso per quanto suonava ridicolo un rimprovero fatto con quella voce debole e tossicchiante.

Non era il momento di ridere, però.

- Perché tutte le canzoni parlano di te. Non c'era un altro titolo che avrei potuto mettere. - rispose.

Angelica lo guardò, in attesa delle altre risposte.

- Lei lo sapeva?

- Cosa?

- Sofia. Sapeva che sarebbe uscito l'album? Come l'ha presa quando ha letto il mio nome sopra? - continuò Angelica, fredda.

Riccardo non sapeva a cosa corrispondevano esattamente le sue aspettative, ma rimase ferito dal tono di voce di Angelica.

- Non lo sapeva. E non è venuta a scuola, quindi non so come ha reagito.

Angelica digrignò i denti.

- Sei capace di dare risposte complete? Sono mesi che non mi dai uno straccio di spiegazione e, nel caso te lo stessi chiedendo, sì, ci tengo ad averle! Spiegami perché mi hai lasciato senza dirmi come mai e poi te ne esci con un album in cui ogni singola canzone parla di me. Spiegami perché mi sento scema a non capire. - attaccò.

Riccardo respirò a fondo.

Il peso di tutta la verità celata, le menzogne, i sotterfugi, le recite... Il peso intero degli ultimi mesi si stava facendo sentire. E lui era stanco di sopportare tutto ciò.

- Non posso.

Non se la sentiva ancora. Era un colpo troppo duro da sferrare a quella ragazza che soffriva ancora, nonostante la scorza acida e stronza che si era costruita, che sedeva sul divano di casa sua col colorito pallido e la voce flebile.

Quali sarebbero state le conseguenze se avesse finalmente spiegato tutto ad Angelica? Le ipotesi non lasciavano ben sperare e una parte di lui, quella più vigliacca e timorosa, non voleva neanche saperlo. Ma sapeva anche lui di non potersi nascondere ancora a lungo. La verità saltava sempre fuori, prima o poi.

- Allora permettimi di mandarti al diavolo, Riccardo. Ti credevo molto, molto diverso. - commentò Angelica, tagliente.

Non lo degnò di un altro sguardo e si alzò per chiamare sua madre.

Una volta tornata a casa, non resistette oltre e scoppiò a piangere. Avrebbe voluto disintegrare il mondo, ricostruirlo con le proprie mani e fermare il tempo a quando lei e Riccardo stavano ancora insieme, affiatati e felici.

Nei giorni seguenti non rispose a nessuno al telefono, neanche a Beatrice, da sempre la più intima delle sue amiche. Se lei però non ne fece una questione enorme, Cecilia invece piombò in casa sua il pomeriggio dell'ultimo giorno dell'anno.

Aveva portato con sé una vasta scelta di abiti, scarpe, accessori, trucchi e ferri per capelli. Non concepiva che la sua amica Angelica, per quanto triste, non uscisse di casa a Capodanno.

- Abbiamo gli inviti per la festa più bella dell'anno! - esclamò, tutta contenta.

- E quindi? Io non vengo. - borbottò Angelica.

Scrivimi una canzoneWhere stories live. Discover now