Capitolo 6: V

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CAPITOLO 5

Så tro på at vi lander der hvor vi skal
Og tro på at vi får det som vi skal have
Tro på at vi sammen kan nå de smukkeste ting
Nu er farten høj og løbet er hårdt
Nu er natten lang og dagen er kort
Og indimellem tænker vi over hvad det her vil bringe

(Marie Key - "De her dage")

So believe that we land where we need to

And believe that we'll get what we need to have

Believe that we together can do the most beautiful things

Now the speed is high and the run is hard

Now the night is long and the day is short

And sometimes we think what this will bring

(Marie Key - "These Days")

A Louis non è mai piaciuto volare. Cioè, non è che abbia paura, più che altro non lo fa impazzire l'idea di dover stare seduto su un aereo per ore e ore, stando scomodo e non riuscendo a dormire come si deve, e la maggior parte delle volte sta di merda. Quindi, tutto sommato non è il suo passatempo preferito. In più, ci sono i fusi orari. Un'altra cosa che non lo fa impazzire. È sempre stato piuttosto geloso di come l'orologio mentale di Harry riesca a regolarsi con così tanta facilità, rendendo il jet lag una sorta di concetto estraneo per lui. Una bella dormita e Harry sta bene, lo rende in grado di viaggiare da un continente all'altro con poco preavviso, senza risentirne. È davvero ingiusto, visto che Louis soffre i postumi del jet lag per periodi che sembrano durare anni. Girovaga per giorni sentendosi uno zombie, incapace di dormire quando dovrebbe, e stanco quando dovrebbe essere sveglio e riposato. Un altro motivo da mettere nella lista insieme a un milione di altri motivi per cui Harry Styles è nato per essere una rock star, e Louis invece non lo è affatto.

Ora, seduto in un comodo divano nell'area Vip dell'aeroporto di Heathrow, è leggermente scorbutico, a causa delle dodici ore di aereo che lo aspettano. Probabilmente è una fortuna che la loro permanenza a LA sia stata almeno prolungata, così da includere le interviste per il coming-out di Harry e Louis. Sarebbe stato del tutto ridicolo, e terribile per l'orologio mentale di Louis, se avessero dovuto ripartire di nuovo lunedì dopo aver a malapena toccato il suolo americano, com'era il piano iniziale.

E poi, non è che non veda esattamente l'ora di fare delle interviste sulla sua 'relazione' con Harry e su chi preferisca portarsi a letto. Cristo. Louis si alza bruscamente, essendo agitato a causa dell'energia repressa, e sa che dovrà smaltirla in qualche modo prima di salire sull'aereo. Fare una camminata gli sembra un buon modo per iniziare.

"Vado a farmi un giro, ragazzi." Annuncia alle persone che lo circondano, e Alberto si alza dalla sedia per andare con lui.

"Vuoi compagnia?" chiede Zayn, alzando lo sguardo dal libro che sta leggendo in silenzio.

Louis scuote la testa. "No," dice, "sto bene così." Incrocia lo sguardo di Harry che lo sta guardando dalla sua sedia, e gli fa un sorrisino prima di girarsi e andare via.

Non ha una vera e propria destinazione, a parte la vaga idea di andare almeno verso i negozi, e non girovagare tra i gate.

"Manca un'ora all'imbarco," dice Alberto, camminando un passo dietro a Louis, "Se stai andando in un negozio o qualcosa del genere, dovrai prepararti all'eventualità di incontrare delle fan."

"Non mi interessa," mormora Louis. Non gli interessa davvero. È meglio che stare seduto per un'ora a battere il piede e andare fuori di testa.

"Bene, allora." Si limita a dire Alberto.

And then a Bit [Larry Stylinson || Italian Translation]Where stories live. Discover now