Una matassa di pensieri

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Roberto si ritrovò seduto accanto a quella donna dai capelli rossi che aveva il trucco leggermente sbavato. Aveva pianto.

“Non me ne va bene una, ho l’impressione che finirò per consolare questa donna invece di farmi consolare io da lei” pensò. Ma allo stesso tempo trovò che l’idea di parlare non gli dispiaceva, prima si sarebbero sfogati e poi si sarebbero divertiti. Se funzionava bene il sesso riconciliatore, perché non poteva funzionare il sesso di consolazione?

«Non mi offri da bere?» la donna lo strappò dai suoi pensieri. Aveva una voce roca, forse dipendeva dal pianto, ma lo sguardo diceva che il suo animo si era ripreso.

Roberto chiamò un cameriere e ordinò, si presentò e apprese che la donna si chiamava Giorgia.

«Come mai in pieno pomeriggio ti trovi in un bar a bere superalcolici? Non sembri un alcolizzato».

«Lo stesso motivo per il quale tu ti trovi qui, in pieno pomeriggio a bere superalcolici» rispose Roberto.

«Quindi hai scoperto che il tuo capo in realtà non era divorziato, ma è ancora sposato e quando gli hai detto che l’avevi scoperto ti ha licenziato?»

«Già, non mi ha neppure dato un mese di preavviso. Licenziato di tronco, gli avevo pure detto che l’amavo» Roberto lo disse con un sorriso triste e Giorgia poggiò la mano sulla sua rimanendo in silenzio.

«Ok. Ho beccato il mio migliore amico a letto con mia figlia» disse tutto d’un fiato l’uomo.

«Figlia? Allora sembri più giovane di quanto sei in realtà» poi sgranò gli occhi «O il tuo migliore amico è un pedofilo?»

«Sono diventato padre molto giovane».

Il cameriere portò le ordinazioni e andò via. Roberto non tracannò il drink tutto d’un fiato stavolta, ma prese a sorseggiarlo lentamente mentre osservava la rossa seduta accanto a lui.

«È incredibile come le persone riescano a nascondere le loro relazioni vero? Io non mi sono accorto di quella di mia figlia, tu di quella del tuo capo. O forse ce ne siamo accorti, ma accecati dall’amore non abbiamo voluto crederci fin quando le prove non sono state troppo evidenti».

«È quello che hai bevuto che ti fa sparare tutte queste cazzate filosofiche o sei sempre così?»

«Chi lo sa? Per scoprirlo dovresti uscire con me».

La rossa sorrise «Hai un pessimo modo di abbordare. Comunque no, non uscirò con te anche se mi stai simpatico. Parto, vado via, non voglio più saperne di questa città e dei suoi abitanti, questo è il mio ultimo pomeriggio qua».

«E lo sprechi stando seduta in un bar? Conosco modi più divertenti per passare il tempo».

Ma a casa di Giorgia, Roberto non riuscì a far divertire la donna.

Giorgia era tranquilla, mentre con la sola vestaglia preparava una tazza di latte caldo e aggiungeva del caffè.

«Non ti preoccupare, hai bevuto quanto una spugna, è normale quello che ti è successo. E poi hai i tuoi casini» disse Giorgia mentre mesceva il latte in due tazze.

Roberto, in boxer, era seduto sulla sedia della cucina e guardava verso la donna, ma non la vedeva, era immerso nei suoi pensieri. Era come se tutto intorno a lui fosse avvolto dalla nebbia. C’era lui seduto in cucina e i suoi pensieri. No, non era stato di sicuro l’alcol, era abituato a bere anche di più, era uno che di problemi di quel tipo non ne aveva mai avuti. Erano “i casini”.

Perché Lara gli aveva fatto questo? Perché Tony l’aveva tradito?

Era stato poco presente, non in quel periodo, sempre, da quando Lara era nata.

Cento giorni per stravolgermi la vitaWhere stories live. Discover now