Capitolo 3: Caffé

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23 settembre 2038, Ore 17:36

Il lavoro della polizia è, a tutti gli effetti, un incarico ibrido: gli agenti Androidi, schierati in fondo alla centrale si occupavano solo di fare da supporto tecnico per poliziotti veri e propri, umani.
L'empatia e l'intuito umano non erano stati sostituiti. Non ancora, per lo meno.


Quando la donna supera la soglia, un PM700 esce dai ranghi per accoglierla.
-Buongiorno. Sono l'agente Sophia. In cosa posso servirla?
La signora viene colta alla sprovvista, in un primo momento, mentre cerca istintivamente con lo sguardo tra le scrivanie.
I capelli ramati arrivano a sfiorarle le spalle. Sono sciolti e ben lisciati, eccezion fatta per le punte, che si piegano in curve eleganti. Indossa una maglia nera con scollo a v e un paio di pantaloni attillati sulle cosce e più larghi verso ipiedi, con la piega.
La piccola borsetta è tenuta in spalla, mentre tra le mani stringe un sacchetto di carta.
-Sto cercando il Tenente Anderson.
-Certamente.-sorride cordiale l'Androide.-Il suo nome?
-Kristina Kaufman. Il Tenente sta lavorando sull'omicidio di mio marito...
-Prego, mi segua.


-Tenente Anderson, c'è la signora Kaufman per lei.-annuncia Sophia, dopo aver guidato la donna fino alla sua scrivania.
L'uomo appare piuttosto sorpreso - se non seccato - di quella visita.
Si alza, sistemandosi i pantaloni, in un sospiro.
-Vuole aggiungere qualcosa alla sua dichiarazione, signora?-si informa, secco. Prima sbrigava la faccenda, meglio era.
-Kristina, la prego.-corregge cordiale la donna.-Comunque no, mi dispiace.-ammette.
Hank aggrotta la fronte.
-Posso chiederle cosa la porta qui, allora?
-Mi chiedevo se ci fosse qualche novità, riguardo ad Avalon e alla morte di mio marito...
-Non c'era bisogno di fare tutta questa strada. Se ce ne fossero sarebbe la prima a saperlo.
-Certo. Mi scusi.-mormora, abbassando appena lo sguardo.
-La verità è che... Oggi è giovedì. Ed ho fatto i biscotti.-deglutisce, mentre lo sguardo vaga, perso.
-Mi sono resa conto solo dopo averli sfornati che... Che Michael non sarebbe rientrato.


Il Tenente sospira, prendendola appena per un braccio.
Conosce bene quel dolore. Ed imparare a conviverci è impossibile.
Non vedeva da tempo qualcuno toccato dalla perdita e dal lutto in modo così genuino e trasparente.
-Mi dispiace molto, Kristina.-sussurra, sorprendentemente sincero, guardandola negli occhi.
La donna deglutisce di nuovo. Si asciuga velocemente una lacrima che le era sfuggita e, quando porta lo sguardo a ricambiare quello dell'uomo, gli offre un mezzo sorriso.
-Non volevo che l'intera infornata andasse sprecata e visto che è stato così gentile, ho pensato di portargliene un po'...-spiega finalmente, porgendo all'uomo il sacchetto di carta, perfettamente confezionato, che teneva con sé.


Hank la guarda piuttosto perplesso.
-Beh... Grazie.-mormora, quasi in imbarazzo.-Posso...Offrirle qualcosa? Non so, un caffé?
La donna annuisce, trasformando quel sorriso forte quanto forzato in uno sentito e grato.
-Mi farebbe molto piacere.-ammette, annuendo.-È la prima persona con cui ho una conversazione normale da una settimana...-gli confessa apertamente.
-Non la invidio, allora.-si schernisce ridendo, per sdrammatizzare un po' la conversazione.-Mi segua, le faccio strada.
I due attraversano il corridoio formato dalle varie scrivanie, superano un paio di porte ed arrivano all'area ristoro.
Ci sono diversi distributori automatici in fila, un frigorifero, un piccolo angolo cottura con fornelli e credenza, alcuni tavolini tondi e una pianta ornamentale.


-Eccoci qui. Cosa le offro?-domanda il Tenente, osservando lui per primo le varie opzioni della macchinetta. In mancanza di alcol, che restava sempre la sua prima scelta, doveva decidere su cosa ripiegare.
-Lei beve davvero quella robaccia?-chiede la donna, praticamente sconvolta.
-Beh, ecco...
-Non si può chiamare certo caffé!-assicura Kristina, determinata.-Non avete una moka?
Hank aggrotta la fronte, piuttosto sorpreso e spaesato. Cosa che non gli accadeva spesso.
-Forse...
-Ci penso io.-gli assicura, in un sorriso.


Kristina si alliscia la maglia, si lega i capelli con naturalezza e classe e comincia a cercare nei vari mobili della sala, con assoluta disinvoltura, come se si trovasse nella sua cucina.
Trova la moka ed un pacco di caffé.
Prepara il tutto e lo mette sul fornello.
Nell'attesa, prende tazzine, piatti e cucchiaini e li lava con lena.
Pulisce anche uno dei tavolini ed improvvisa delle salviette per abbellirlo e prepararlo.
Infine, impiatta con cura i biscotti, giusto in tempo per spegnere il fuoco e versare il caffé nelle tazzine.
-Quanti cucchiai di zucchero desidera?-gli domanda, in un sorriso cordiale.


Hank si rende conto solo in quel momento che non è stato capace di toglierle gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, ipnotizzato da quell'energia, quella voglia di fare, quella strana forza propositiva e fiduciosa. Gli ricordava quasi...
-Nessuno, grazie.-nega, quando si risveglia dai suoi pensieri, mentre le si accomoda di fronte.
-Davvero?-se ne stupisce lei, facendo lo stesso.
-È così strano?-non capisce.
-La vita è già così amara, Tenente. Dovremmo mettere quanto più zucchero possiamo, quando ne abbiamo la possibilità...
Anderson abbozza un sorriso sghembo.
-Lo terrò a mente.-le promette, sollevando la tazzina, per poi portarsela alle labbra.
Il sapore gli mozza il fiato.
-Non bevevo un caffé così da quando... Beh, praticamente da sempre.
-Le piace?-si accerta, sollevata e contenta.-Non dovrebbe torturarsi con quell'acqua sporca che le servono qui...
-Beh, di certo dopo questo sarà difficile accontentarsi!-le assicura, ridacchiando.
-Troppo buono.-minimizza, sistemandosi con una mano una ciocca di capelli.
-Oh, no! Non c'è pericolo!-ridacchia ironico.


Ore 18:52

-Tenente! Finalmente l'ho trovata: siamo stati chiamati. Abbiamo un nuovo caso.
Connor interviene non appena riconosce l'uomo, senza curarsi se stava interrompendo un dialogo, o senza interrogarsi su cosa avesse trattenuto il Tenente lì.
Solo una volta raggiunto si sofferma ad analizzare la situazione.
> Tazzine vuote, residui di caffé
> Briciole di biscotti fatti in casa nel piatto
> Colloquio informale | Novità sul caso?


-Connor! Quand'è che smetterai di spuntare da ogni antro?
-Le chiedo scusa, Tenente. Non sapevo fosse impegnato.
-Oh, no, è colpa mia.-assicura la donna, alzandosi.-Le sto rubando tempo prezioso. Le chiedo scusa.
-Non si preoccupi.-nega Hank.-Quello che mi ruba l'aria qui è qualcun'altro...-borbotta poi, guardando in cagnesco l'Androide.
-Grazie per la compagnia.-ammette seria e grata Kristina, stringendo la mano del Tenente.-Ora la lascio al suo lavoro. Trovo da sola la strada... Arrivederci.
-Arrivederci.-ricambia il saluto il Tenente, con un cenno del capo.
-Ci sono novità sul caso?-si accerta Connor, meticoloso, seguendo con lo sguardo la donna.
-No, nessuna novità.
-Ma allora perché la signora...
-Aggiornami sul nuovo caso e facciamola finita!

White Lies | Detroit: Become HumanWhere stories live. Discover now