Capitolo 48

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Era mezzanotte quando Victor entrò nella nostra camera. Io ero stesa sulle letto con la faccia nel cuscino, non avevo voglia di guardarlo. Sentii la porta del bagno chiudersi e l'acqua iniziare a scorrere.
Mi misi seduta sul letto e pensai alla nostra litigata. Certe volte ci comportavamo entrambi come dei bambini. Sentii la porta aprirsi e Victor uscii vestito e pronto per mettersi a dormire, ma io volevo parlare e volevo chiarire con lui.
<<Senti my Alpha mi dispiace per la litigata di questa mattina. Non avevo intenzione di rovinare tutto, semplicemente volevo tentare di dare una mano come meglio credevo>> dissi
<<Piccola, senti ora non ne ho proprio voglia di parlarne, voglio semplicemente dormire>>
<<Ti prego Victor parliamo, non serve a niente tenersi tutto dentro, altrimenti finiremo per esplodere>>
<<Se proprio vuoi parla, io ti ascolto>> disse e si mise seduto di fronte a me.

Presi un bel respiro ed iniziai
<<So che ne avrei dovuto parlare prima con te e non fare tutto di testa mia, ma sapevo che tu eri molto impegnato e non volevo addossarti un altro peso. Al momento mi era sembrata una buona idea coinvolgere anche Mirko, forse lui ci avrebbe potuto dare più informazioni di quelle che avevamo, non intendevo mettere a rischio l'intero branco. Spero tu possa capire>> dissi e lo guardai in attesa di una sua risposta.

<<Piccola ho sbagliato anche io, alzando troppo la voce e dicendoti quelle cose. Però è vero che voglio proteggerti e mi ha mandato in bestia quando ho scoperto che tu eri andata da tuo fratello, perché lui ti ha fatto così male che l'unica cosa che meriterebbe sarebbe la morte>> disse e mi accarezzo una guancia.
<<Siamo entrambi dei deficienti, vero?>> dissi e ridemmo.

<<Mi piace quando sorridi>> disse Victor, passando il pollice sul mio labbro inferiore.
<<A me piace quando a farmi sorridere sei tu>> dissi, chiudendo gli occhi e rilassandomi sotto il suo dolce tocco.
Delicatamente appoggiò le sue labbra sulle mie, mi fece stendere sul letto ed iniziò a percorrere, con le sue mani il mio intero corpo. Come se stesse percorrendo strade infinite fatte da vallate, monti, strade gigantesche e piccolissime, che portavano tutte in un unico punto, il mio cuore.
Non mi stupii della delicatezza delle sue mani e neanche dell'effetto che mi facevano.

Fu una delle notti più belle della mia vita. Fu come se io e Victor avessimo fatto un viaggio per la galassia, mi mostrò parti di me di cui non sapevo l'esistenza. Mi portò al limite della felicità e mi mostrò per la prima volta cosa avevano il potere di fare due anime destinate a stare insieme per sempre. Qualcosa ci aveva legato e continuava a legarci. Anche se noi non avessimo voluto eravamo destinati a sopportarci per l'eternità, come una vecchia coppia di anziani.
Ci addormentammo abbracciati credendo ancora ai nostri sogni.

I nostri sogni, però, si spezzarono alle 5:00 quando mi svegliai in preda al panico, si sentivano urla sia fuori sia dentro la casa. Victor non era più nel letto con me e questo mi preoccupò ancora di più. Mi vestii in fetta e furia e poi scesi immediatamente al piano di sotto, trovando là tutte le compagne, i cuccioli e Didi.

<<Didi cosa succede?>>
<<Tuo fratello...è scappato, fuggito, dileguatosi>> disse ed impallidii.
Non poteva essere vero, come aveva fatto a fuggire dalla prigione. Era un posto super sorvegliato, con guardie ad ogni porta e ogni porta era chiusa a chiave ed alcune erano anche blindate.
<<Dove sono Victor e gli altri?>>
<<L'Alpha ed il resto dei guerrieri stanno dando la caccia al fuggitivo...a...>>
<<A Mirko>> dissi e mi guardai in torno.

<<Luna -disse Didi- ora siamo in mano a lei, visto che l'Alpha non c'è. Cosa dobbiamo fare?>>
Mi posizionai al centro della stanza
<<Ascoltatemi. È inutile restare svegli, non sarà fissando la porta che il branco tornerà più velocemente. Abbiamo delle stanze ed i cuccioli hanno sonno, quindi portateli a letto>> dissi e tutte annuirono.
In fila indiana ogni mamma accompagnò il proprio figlio a dormire.

Dopo che ogni cucciolo si fu addormentato, le altre compagne mi raggiunsero in soggiorno. Ovviamente anche loro non potevano dormire e le capivo benissimo. Come si poteva dormire in una situazione del genere. Ognuna era preoccupata per la persona che amava e che ora era là fuori a cercare un criminale.

Quella non fu una notte facile per il branco. Restammo sveglie per ore, aspettando l'arrivo dei lupi, ma di loro nessuna traccia.
Verso le sette decidemmo di iniziare a preparare la colazione, tra un po' si sarebbero svegliati i bambini e avrebbero voluto mangiare qualcosa. Preparammo anche con la speranza di veder arrivare il branco presto, sano e salvo.

Verso le nove ancora nessuna traccia, né un lupo né un messaggio, niente.
Nessuno aveva la forza di fare qualcosa, ma dovevamo restare attive per i cuccioli. Così iniziammo a fare dei giochi tutti insieme, sperando di alleviare almeno un po' la tensione e di strappare qualche sorriso.

I più grandi capivano quello che stava succedendo, ma i più piccoli come potevano mai capire, anche perché non gli era stato detto niente.
Per loro era solo un gioco, si chiamava "trova il lupo", ma loro erano così bravi a nascondersi che non li riuscivano a trovare.

<<Luna>> mi disse un bambino molto piccolo. Era tenerissimo!!!
<<Ci da una mano anche lei a cercare i lupi?? Sono troppo bravi e non li riusciamo a trovare>>
<<Ma certo!! Devi sapere che io sono bravissima a trovare le persone>> dissi e sorrise.

<<Che ne dici, proviamo sotto il tavolo>> dissi e mi abbassai ma non c'era niente.
<<A caspiterina, che ne dici forse nel forno??>> chiesi
<<Ma Luna, le persone non vanno nei forni>> disse e si coprì un sorriso con le mani piccoline.
<<Bene allora inizia a scappare, altrimenti ti cucino>> dissi ed iniziai a rincorrerlo per la casa.

Dopo un po' mi ritrovai a dover rincorrere tutti i cuccioli, con l'aiuto delle mamme. Quando finalmente presi il bimbo, tutti quanti si calmarono e li portammo in cucina per fare colazione.

Ormai si era fatto mezzogiorno e di Victor ancora nessuna traccia, mi stavo iniziando a preoccupare e non poco. Ma dove disco si era cacciato!?! Lui ed il resto del branco?!
Non potevo fare niente, se non aspettare e questo mi dava sui nervi.
Finalmente, dopo un'altra mezz'ora attesa, la porta si aprì rumorosamente, mostrando Victor e il resto del branco.

Victor mi diede una rapida occhiata ed io capii, dovevo seguirlo nel suo ufficio.
Tutti erano molto contenti, per fortuna nessuno si era fatto male e così ognuno poté tornare a casa.
Io seguii Victor nello studio, non sarebbe finita bene questa volta.

Victor mi aspettó e chiuse lui la porta dietro di me.
C'era così tanto silenzio in quella stanza che anche il mio stesso respiro mi sembrava pesante e rumoroso.

Stavo per aprir bocca, quando lui mi precedette
<<Ti rendi conto del guaio che hai combinato!!!> tuonò ed io mi sentii tremare anche le ossa.
<<Ti rendi conto del pericolo a cui hai esposto il branco?! Il mio branco!?>>
<<Ti pare che non me ne renda conto e mi dispiace, io non potevo sapere che sarebbe riuscito a scappare>> dissi in un sussuro.
<<"Mi dispiace" ora non fa più la differenza, ci dovevi pensare prima di voltare le spalle al tuo branco, alla tua famiglia>>
<<Io non ho voltato le spalle a nessuno. Ho fatto quello che ho fatto per un motivo...>>
<<Bene allora spiegami, perché io il motivo non lo vedo>>
<<Se solo potessi lo farei, credimi, ma tu non capiresti lo stesso. Anche se ci provassi con tutte le parole del mondo, non basterebbe, anche perché tu nomi crederesti>>
<<Come posso crederci dopo quello che è successo. Con quale coraggio mi chiedi di crederti, se tutto quello che hai fatto é stato riovinare la mia famiglia!!> urlò.

<<E...e non facc...io parte anche i...io della tua famiglia?>> chiesi tra i singhiozzi e le lacrime.
<<Non lo so più.
Ero convinto di potermi fidare di te, di poterti affidare la mia stessa vita, ma non è così. La cosa che mi da più fastidio é che non sono arrabbiato con te, ma deluso e vorrei...vorrei...>>
<<Non avermi mai conosciuto>> conclusi io.
Mi sentii mancare il fiato nel momento in cui lo dissi, ma non potevo biasimarlo.
Avevo distutto tutto con le mie mani, avevo distutto il branco, la sua famiglia, lui e noi.
Ora non mi restava niente per cui valeva la pena lottare o vivere.
Uscii senza fare rumore e mi appoggiai alla porta chiusa.
<<Spero tu possa perdonarmi>> dissi ed asciugato una lacrima scesa in silenzio.

Spero tu possa perdonarmi.

Siamo giunti quasi alla fine della storia e i prossimi capitoli saranno decisivi.
Alla prossima.

I need my AlphaWhere stories live. Discover now