Prologo. La mente, i muscoli e il cuore dell'operazione

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«Fagiolo a rapporto, sono Smeraldo mi ricevi?»

«Si Albus» sibilo scontrosa, infastidita prima di tutto dai ciuffi di capelli rossi sfuggiti dalla treccia che, coprendomi gli occhi, mi rendono difficile fulminare come si deve mio cugino. E poi, come se non bastasse, dal fatto che a stare rannicchiata dietro ad una colonna mi si stanno intorpidendo le gambe «Sono a due centimetri da te, non c'è bisogno di usare i nomi in codice» sussurro e lui mi rifila una delle sue solite occhiate scettiche, prima di tornare a fissare Malfoy e ignorare bellamente i mei ringhi.

Lascio che la consapevolezza di avere un pessimo migliore amico mi sopraffaccia, e seguo il suo sguardo annoiata. Le missioni non sono divertenti se prima di agire devo passare un quarto d'ora a sorbirmi gli schiocchi dei baci del Prefetto di Corvonero e di Scorpius Malfoy che, in quanto a tattiche di distrazione, è piuttosto eccelso.

Non è da tutti riuscire a trattenere il fiato così a lungo, c'è da ammetterlo. Io avrei optato per un bello schiantesimo dritto in faccia: veloce ed efficace, ma a quanto pare l'animo pacifista di mio fratello Hugo, una delle menti delle nostre operazioni — assolutamente contrario a qualsiasi forma di violenza a meno che non sia lui ad infliggerla — prevale sempre sul mio istinto di far volare per aria le persone.

Malfoy alza un braccio ed io, che so perfettamente che quel gesto non equivale allo scacchiare via un insetto, recepisco il segnale e mi preparo all'attacco.

«Platinette è pronto, entro nella tana»

Al annuisce concentrato, sfilandosi la Mappa del Malandrino dall'elastico delle mutande «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» Non mi guarda mentre mi alzo con un balzo, rassettandomi la gonna ed è un peccato, perché il mio salto era davvero degno di nota «L'altro Prefetto è ancora al terzo piano» fissa corrucciato la pergamena aperta sotto al suo naso e segue ogni singolo spostamento di Salsicciotto. «Sbrigati e fai attenzione‌‌ Rose»

«Ricevuto»

Gattono silenziosamente, strusciando le ginocchia lasciate scoperte dalla gonna, sul pavimento freddo. Avanzo a tastoni, strizzando i miei favolosi occhi castani, contornati da una perfetta striscia di eye-liner. Se Dominique potesse vedere l'opera d'arte che ho in faccia, scoppierebbe a piangere.

Il corridoio è illuminato solo da qualche fiaccola, fatico a vedere ad un palmo dal mio naso. Ma ormai ci sono abituata, perché è risaputo che sono io quella a cui lasciano sempre il lavoro sporco. E poi mi chiedono il motivo del mio costante isterismo: ho sulle spalle il peso di intere operazioni di sabotaggio, è una grande responsabilità questa.

Con le dita provo ad allentare il nodo alla cravatta di grifondoro, che mi sta strozzando.

Arrivo davanti alla porta chiusa dell'aula di pozioni, mi scosto i capelli da davanti agli occhi con un gesto secco, ed estraggo la mia bacchetta dal reggiseno, il cui spazio è occupato al quaranta percento da tette e per il restante sessanta percento da oggetti vari come: caramelle e fazzoletti.

«Alhomora»

La porta cigola spettralmente, costringendomi a sperare che Scorpius sia davvero il boss dell'ammalio che dice di essere, perché se il Prefetto ci scopre il piano non andrà a buon fine. Giro la testa per controllare la situazione, e Platinette sposta leggermente il viso e strizza un occhio ammiccando.

Sospiro infastidita. Alzo il pollice per fagli capire che procede tutto liscio e con una capriola da ninja, entro nell'aula.

Sfortunatamente, e ti pareva, non prendo bene la mira e mi vado a schiantare contro la cattedra. La mia testa è dolorante a causa dell'impatto violento con il legno, mi mordo un labbro con i denti e soffoco un urlo di dolore.

La cosa peggiore non è l'enorme ematoma violaceo che mi apparirà sulla fronte, ma il vaso di terracotta contenente polvere di luna, che oscilla e che rischia di sfracellarsi al suolo.

Mi lancio in avanti, trovando il tempo per complimentarmi con me stessa dei miei ottimi riflessi. Rotolo come una palla da bowling e un attimo dopo il vaso è sano e salvo tra le mie braccia. La polvere di luna, invece, ha scelto un posto migliore per brillare, ovvero la mia faccia.

Tossisco rischiando di soffocare e con un balzo, mi alzo in piedi.

Barcollo ma non mollo e riposiziono la reliquia al suo posto, scrollandomi la sporcizia di dosso.

«Smeraldo in linea, Fagiolo cosa diamine stai facendo?»

Prendo un bel respiro e mi piego per afferrare la bacchetta. Un luce rossa esce dalla punta e la voce attutita e roca di Al, si diffonde in tutta la stanza.

«Lasciami fare il mio lavoro!» ringhio, perché ho il pieno controllo delle mie azioni e so perfettamente ciò che va fatto, senza che lui mi stia ad assillare con le sue idiozie da maniaco del controllo.

«Ti restano solo due minuti, passo e chiudo»

Ripongo il mio bastoncino scheggiato, nell'apposito spazio tra le tette e controllo l'orologio che porto al polso, mentre avanzo verso il banco a sinistra in terza fila. Le lancette a forma di melanzana segnano le 00:46, secondo la Cooman un numero più sfortunato di questo non esisteste.

Ho sempre avuto una media discreta in pozioni, perciò sono sicura di me quando scambio la provetta con il Distillato di Morte Vivente di Antony Reese, con un composto esplosivo di mia invenzione. Non appena l'idiota aggiungerà lo zolfo, la pozione salterà in aria.

Così imparerà una volta per tutte che mettersi contro me e la mia famiglia non porta mai niente di buono.

Rose&iWeasley-Potter più un Malfoy del cavolo, sono intoccabili. Il mio nome va chiaramente per primo perché, modestamente, sono la migliore.

Approfitto del tempo rimanente per frugare tra i cassetti, alla ricerca, magari, della traccia del prossimo test di pozioni.

«Salsicciotto in arrivo, ripeto, Salsicciotto in arrivo!» il calore emanato dalla riproduzione della voce del biondo ossigenato, mi scalda il petto e sono costretta e tirare fuori la bacchetta per non beccarmi un ustione. «Mi basta un cenno e lo faccio fuori, solo un cenno ed io...»

«Tu non lo ammazzerai!» Albus gracchia in modo isterico e sento il rumore di un colpo.

«Ma che hai capito idiota» sbotta Scorpius «Potrei tramortirlo con una scarpa o una mazza...»

Che razza di imbecilli.

Rimetto tutto al suo posto e chiudo i cassetti, sbrigandomi ad uscire dall'aula. Mi guardo in torno e vedo la figura grassottella di Jeremy qualcosa, ancheggiare proprio in questa direzione.

Corro a tutta velocità per il corridoio, sperando che il fatto di avere un prefetto miope mi faciliti le cose.

Ma no, certo che no.

Inciampo e cado a terra come un salame, lasciandomi sfuggire un sonoro "porca paletta"

Jeremy sguaina la bacchetta, ma è troppo lontano per vedermi.

Striscio, spingendomi con i gomiti e con i piedi, mentre Albus e Scorpius agitano le braccia, ben nascosti dietro la colonna, e mi fanno cenno di raggiungerli.

Non scomodatevi, eh.

Con il fiato corto ed il cuore che batte all'impazzata per paura di ricevere la centonovesima punizione dell'anno, vengo afferrata per le spalle dai due serpeverde, che mi trascinano al sicuro sopra le loro gambe.














Heyyy sono tornata!!!

Questo capitolo non è esattamente lunghissimo perché è solo un'introduzione alla storia vera a propria. Serve più che altro a far emergere le caratteristiche importanti di questi personaggi.

Spero che Rose birbantella Weasley vi piaccia almeno un quarto di quanto piace a me.

Xoxo

Per fortuna Cupido mi odia Where stories live. Discover now