23. Acqua alle mazze

8.7K 531 385
                                    

Giovedì 27 Novembre, ore 19:48.
Biblioteca.

-Signorina Weasley, ha tempo fino alle nove,- la Mcgranitt è sempre stata una delle mie eroine: così austera, imponente, capace di ridurti in cenere con uno sguardo e l'unica a non sembrare una testa d'ananas con lo chignon. Ma adesso, mentre mi fissa attraverso i suoi occhialetti a mezzaluna, vorrei solo poter rimangiare tutti i mei bei pensieri a proposito della sua persona. Perché non è umanamente possibile che io riesca a sistemare questa catasta di vecchi libri ammuffiti — che tra l'altro nessuno leggerà mai — in così poco tempo e per lo più senza magia. -quando e se avrà terminato di disporli in ordine di argomento, può venire a ritirare la bacchetta nel mio ufficio-

Apro la bocca per replicare, magari anche ringraziarla per avermi informato riguardo la quantità di lavoro spropositato che dovrò fare — solo per aver involontariamente allagato il corridoio del terzo piano — ma la richiudo immediatamente, constatando che dire "grazie mille per la punizione" sarebbe davvero da idioti.

D'altro canto, James e Fred, spediti in due poli opposti della biblioteca, non la pensano allo stesso modo e perciò ci tengono a precisare la loro frustrazione con la seguente affermazione: caz...urlato soavemente dal Potter e ...zo, gridato con enfasi dal Weasley. Il tutto concluso con il commento pacato della Mcgranitt, che con gentilezza inquietante, li informa che non è necessario che tornino nel loro dormitorio sta notte, visto che i pavimenti dei sotterranei necessitano di essere lucidati.

-Buon lavoro- è l'ultima cosa che sento, prima di lanciarmi a peso morto sulla pila di libri accatastata sul pavimento — senza considerare i possibili angoli appuntiti dei volumi rilegati — e infilzandomi brutalmente qualsiasi parte del corpo sia possibile da infilzare, in una frazione di tre secondi.

-Secondo voi quanto tempo impiegheranno le divise ad asciugarsi senza magia?- la mia voce rimbomba tra gli scaffali, penso che nessuno abbia mai utilizzato un tono così pericolosamente alto qui dentro, ma com'è quel detto? Quando Madama Pince non c'è, gli studenti gridano.

-Rose, per chi ci hai preso? L'unica cosa che so,- non posso guardare James in faccia, vista la quantità di metri e polvere che ci separano, ma sono sicura che abbia afferrato qualcosa con fare teatrale e la stia fissando con drammaticità -è che mi verrà un raffreddore, e a quel punto, se sarò impossibilitato a giocare a Quidditch, Fred io ti ammazzerò-

-Ti pareva, sempre a me!-

-Sta piovendo- esclamo ovvia, fissando attraverso la finestra della sala comune. C'è poca luce e Dominique si è impossessata di tutti i posti accanto al camino, per manipolare subdolamente le testoline delle primine — rifilandogli stupidi aneddoti su come diventare belle e popolari — la verità, è che neanche lei sa cosa sta dicendo. Semplicemente le piace essere al centro dell'attenzione. -Sapete a cosa mi fa pensare la pioggia?-

Hugo non solleva neanche gli occhi dal suo libro di pozioni, si limita a contrarre le labbra in una smorfia, mentre Fred — felice di aver trovato una scusa per smettere di studiare — tende le orecchie e poggia i gomiti sul tavolo, fingendosi profondamente interessato -Mi fa venire in mente il mare-

James con la testa spettinata premuta sul tavolo borbotta qualcosa che somiglia tanto ad un -perché?-

-Non lo so,- è la mia saggia risposta -credo che sia per via del campeggio a Villa Conchiglia-

-Quello dell'anno scorso?- Fred si infila in bocca una bacchetta di liquirizia, fissandomi da sotto il berretto di lana viola — che si ostina a portare nonostante siamo al chiuso, e stoni tremendamente con i suoi capelli —

Per fortuna Cupido mi odia Where stories live. Discover now