Il primo samurai

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Il samurai uscì velocemente dalle segrete trovandosi all'interno del palazzo di daimyō Shuzo, percorse diversi corridoi e parecchi saloni prima di riuscire a trovare l'uscita. Una volta fuori prese uno dei cavalli dell'esercito di quel posto a lui sconosciuto iniziando a cavalcare verso Sud per fare ritorno al suo villaggio e poter iniziare a conoscere la vera realtà dei fatti. L'ultima volta che era salito su un cavallo non era finita bene ma questa volta era diverso, cavalcò più veloce del vento per diverse ore fino a che il destriero ne aveva le forze.

Solo nel primo pomeriggio decise di fermarsi per farlo riposare e abbeverare così scese dalla sua groppa e continuando a piedi accompagnò il cavallo fino al primo villaggio che trovò nel suo cammino.

Più si addentrava nel villaggio più notava che le persone si allontanavano spaventate da lui, non poteva dargli torto, era un guerriero di un'altra terra e il fatto che fosse solo non era mai stato un buon auspicio. Si avvicinò al pozzo e iniziò a tirare la corda per issare il secchio con l'acqua per il cavallo, si avvicinò a lui un bambino di non più di otto anni che lo guardava affascinato, Vegas gli sorrise senza però dire una parola e mise il secchio davanti alle zampe del cavallo per farlo bere.

«Tu sei un samurai?» gli chiese il bimbo mentre gli brillavano gli occhi dalla felicità.

«Sì, sono il maestro samurai di un'altra terra.» si accovacciò per guardare dritto negli occhi il bambino. «Sono Vegas, tu come ti chiami?»

«Io sono Tomomi!» disse indicandosi con il pollice della mano destra. «E sarò il primo samurai di questo villaggio!» Vegas lo guardò sorpreso, non si aspettava che un villaggio come quello non avesse un daimyō e nemmeno un esercito che potesse difenderlo. «Ma...» il ragazzino lo scrutò nuovamente da testa a piedi dubbioso. «Dov'è la tua katana? Tutti i samurai ne hanno una, la tua dov'è? L'hai persa?» il samurai sbuffò una risata prima di rispondergli.

«Avevo degli amici una volta, e solo uno di loro usava la katana...» Tomomi lo interruppe all'istante.

«Solo uno? E gli altri?»

«Uno di loro adorava tirare con l'arco tanto che era diventato comandante di alcuni samurai, e l'altro comandante invece preferiva usare la naginata. Noi eravamo i quattro maestri samurai.» il bambino era sempre più euforico alle parole di Vegas tanto che aveva iniziato a saltellare da una parte all'altra in preda alla gioia più contagiosa.

«Voglio diventare anch'io un maestro samurai ed essere a capo di un esercito! Deve essere una cosa fantastica!» ad un tratto però si fermò e si voltò nuovamente verso il samurai. «Adesso dove sono i tuoi amici? Perché sei qui da solo, e soprattutto non mi hai parlato della tua arma.» Vegas abbassò lo sguardo senza riuscire a parlare, gli faceva male pensare a quello che era successo pochi mesi prima e ancor più quanto aveva fatto qualche ora indietro, poi Tomomi gli prese una mano e i loro sguardi s'incrociarono nuovamente mentre il bambino sorrideva.

«Lo shamano vuole incontrarti.»

«Lo... Avete uno shamano?» Tomomi indicò in una direzione e proseguendo con lo sguardo Vegas poté notare un uomo anziano davanti a delle tende che coprivano la porta di una casupola mal messa. Il samurai si alzò nuovamente in piedi «Tomomi, puoi fare attenzione al mio cavallo mentre parlo con lo shamano?»

«Ai suoi ordini maestro!» rispose lui cercando di imitare un samurai impettito sull'attenti mentre Vegas che non lo stava più guardando si diresse verso l'uomo anziano. Fece un profondo inchino davanti allo shamano in segno di rispetto poi lo seguì dentro la sua dimora, immediatamente lo avvolse un profumo caldo e intenso.

Quel posto era circondato di tappeti e arazzi di ogni genere, non mancavano però mensole e ripiani colmi di qualsiasi cosa potesse servire per i diversi riti che l'uomo doveva compiere a seconda delle varie occasioni.

«Gli spiriti mi avevano annunciato il tuo arrivo.» gli fece segno di accomodarsi di fronte ad una grande ciotola che conteneva quelli che sembravano essere piccoli ossi di animale. Il samurai si accomodò chiedendo come mai gli spiriti lo avessero avvisato e cosa avessero di così importante da dirgli.

«Mi hanno riferito che sei turbato dalla scomparsa di alcune persone a te molto care.» lui annuì leggermente mentre l'uomo iniziò a prendere diversi tipi di foglie e spezzettarle dentro la ciotola che li separava. Aggiunse altri quattro in gradienti che il ragazzo non seppe riconoscere mentre una sorta di mantra usciva dalle labbra dello Shamano fino a quando con una piccola fiamma non bruciò il contenuto della ciotola. Il fumo volteggiava lentamente nell'aria iniziando a riempire tutta la stanza mentre l'uomo continuava a pregare recitando il mantra.

«Gli spiriti mi stanno parlano ancora una volta.» Vegas lo guardò incuriosito senza però disturbare la cerimonia. «Mi raccontano che tra di loro non c'è nessuna presenza collegata intimamente a te se non quella di una ragazza, ma non è lei che stai cercando, i tuoi amici non sono ancora giunti nel regno dell'oltre.»

«In che senso non sono lì? E allora dove si trovano?»

«Figliuolo se non sono tra di loro allora l'unica soluzione è che siano ancora qui nel regno dei vivi.» ancora una volta il samurai rimase senza parole, non potevano essere ancora vivi, li aveva uccisi con le proprie mani in preda ad un impeto di rabbia, era più che sicuro di averlo fatto. Le sue mani stavano tremando dopo aver ascoltato le parole dello shamano, voleva credere fino in fondo che ci fosse ancora una speranza di trovarli. Si alzò di scatto e dopo aver salutato l'anziano uscì dalla casa per riprendere il cavallo.

«Grazie Tomomi, sono sicuro che riuscirai a diventare un perfetto maestro samurai, molto più bravo di me!»

«Grazie a te Vegas! Mi sono permesso anche di dare da mangiare al tuo cavallo, in questo modo potrà correre più a lungo.» gli rispose sfoggiando un enorme sorriso mentre Vegas salì in groppa al destriero.

«Sei stato davvero in gamba!» fece per ripartire ma si fermò un istante prima. «A proposito, Tomomi, io sono il maestro senza armi, sono molto meglio le parole per risolvere un conflitto, ricordalo sempre.» Spronò il cavallo per riprendere la corsa verso il proprio villaggio alla ricerca dei propri amici, intanto il bambino continuava a guardarlo affascinato mentre si stava allontanando da quel posto.


---Ora tocca a me!---

Un saluto alle mie ciliegie! Abbiamo raggiunto e superato la metà della storia, mancano ormai pochi capitoli alla conclusione e sono sempre più contenta di come sta andando, piano piano le visualizzazioni aumentano e mi fa un immenso piacere. 

In questo capitolo abbiamo incontrato Tomomi, devo dire che è proprio un bel tipetto, tra tutti è il personaggio di questa che mi sta più simpatico, mi ci sono praticamente affezionata subito e spero che anche con voi che state leggendo sia successo lo stesso.

detto ciò se la storia vi sta piacendo lasciate una stellina e un commento. Inoltre se volete tenervi aggiornati sull'uscita dei capitoli seguitemi anche su instagram (@kirsykka)dove vi farò sapere quando escono i prossimi capitoli. ^_^

Un bacione a tutti!!!!!

Maestri samuraiWhere stories live. Discover now