Capitolo 7

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La settimana passò molto più tranquillamente del previsto.
Con mia madre avevo ripreso un rapporto un po' più civile, con Luke tutto continuava come sempre ma tra noi due continuava a nascere sempre più imbarazzo reciproco e questa cosa mi infastidiva a dir poco...
Christian non si era più fatto sentire, dopo il mio pianto disperato nella mia cameretta per tutto quello che era successo mi ero quasi scordata della nostra litigata ma a quanto sembrava a lui non gli importava riprendere i rapporti.
Nel primo pomeriggio decisi di uscire di casa per prendere un po' d'aria fresca dirigendomi in tutta fretta alla Starbucks, la commessa da dietro al bancone mi guardava chiedendomi annoiata che cosa volevo ordinare .
- vorrei prendere un cappuccino-
Le sorrisi ma lei mi guardò come se fossi una malata mentale , era così anormale essere felici per una volta?
-arriva-
E mi voltò le spalle.
Mentre aspettavo il mio cappuccino sentii qualcuno tirarmi i capelli da dietro, girandomi per poco non mi spaventai vedendo un viso femminile così vicino al mio.
-Harriet-
Cercai di dire in modo abbastanza allegro da non risultare maleducata.
-ma guarda chi si vede! La piccola Michelle-
Mi venne da ridere nervosamente sentendo l'aggettivo "piccola".
- come va? Non ti vedo da quando é finita la scuola-
- abbastanza bene, diciamo che sopravvivo -
Harriet era stata la mia compagna di scuola con cui avevo legato di più ma non avevo mai avuto con lei questo feeling particolare per cui potevo rivelarle tutto, solo con Christian ce l'avevo , o almeno così credevo, quindi evitai di raccontarle le ultime novità riguardanti la mia vita privata.
Il cappuccino arrivò in fretta e pagai la commessa lasciandole tenere il resto.
Harriet ordinò esattamente quello che avevo ordinato io e l'aspettai parlando con lei del più e del meno.
Entrammo in Regent's Park passeggiando tranquillamente, a volte mi perdevo nei suoi discorsi annuendo qualche volta per darle l'impressione di essere interessata ad ascoltare la sua vita privata che conoscendola oramai non lo era più.
- hai sentito dell'omicidio della settimana scorsa? Pare che la vittima fosse un uomo che lavorava come guardia del corpo per chissà chi-
Non mi ero più interessata all'omicidio ma Harriet mi aveva incuriosito.
- una guardia del corpo hai detto?-
- eh già -
- wow-
Lei mi guardò maliziosa.
Non mi piaceva il suo sguardo.
- é vero che hai assistito all'omicidio?-
Rimasi perplessa dalla sua domanda.
- come lo sai?-
- i nostri padri lavorano insieme alla centrale della polizia te lo sei scordata?-
- ah già-
Ora che ci pensavo era alquanto strano che Luke non mi avesse fornito più alcun dettaglio dato che era molto interessato a sapere l'identità della vittima, probabilmente non erano informazioni che avrei dovuto sapere.
- ne sarai rimasti scioccata immagino-
Risi
- non sai quanto ma non é stata la mia giornata peggiore_
Bevvi un sorso di cappuccino mentre osservavo Harriet corrugare la fronte.
- perché ?-
- beh io ho ... Incontrato... John watson-
- cosa??? Il fidanzato di Sherlock Holmes ?!-
Sputai la bevanda che avevo in bocca sentendo la parola "fidanzati".
- ma che dici? Vivono solo insieme-
- ceeeeerto e secondo te non succede niente in quell'appartamento?-
- beh no-
- se se continua a sperarci-
Cercai di camminare senza iniziare ad immaginare cose di cui mi sarei vergognata, ignorando Harriet che se la rideva per la mia reazione.
Un uomo improvvisamente mi passò talmente vicino da toccarmi la spalla e farmi quasi cadere il bicchiere che avevo in mano.
- Hey -
-mi scusi signorina -
Aveva un auricolare all'orecchio e continuava a fissarmi come se dovesse controllarmi. Era vestito in modo casual ma qualcosa nel suo sguardo non mi convinceva.
Harriet inizió a parlarmi dei suoi progetti per l'estate e io cercai di ascoltarla senza riuscirci. Notai un altro uomo che mi fissava vestito in modo casual e con un auricolare all'orecchio parlava senza togliermi gli occhi di dosso. Inizia ad agitarmi.
- Harriet - cercai una scusa per andarmene - ho un appuntamento adesso devo proprio andare-
Lei mi sorrise
- va bene ci vediamo-
Aspettai che si fosse allontanata e deviai direzione rimanendo sempre all'interno del parco.
L'uomo si mosse seguendomi a distanza.
Sentivo il cuore a mille e iniziai ad accelerare il passo per poi correre, non guardai dov'era l'uomo ma non mi fermai per alcuna ragione .
Ad un certo punto inciampai nei miei stessi piedi sentendo il terreno sotto di me mancare, il bicchiere della Starbucks mi scivolò dalle mani e io caddi sopra ad una persona. Alzai le mani per proteggermi con l'impatto ma avevo come la sensazione che quello che si fosse fatto più male era l'uomo sotto di me.
- oddio mi dispiace così tanto io... Io stavo...-
Non riuscii a finire la frase vedendo chi era l'uomo che avevo appena "investito".
- ci rivediamo eh ?-
Cercò di aiutarmi ad alzare prendendomi per un braccio. Mi sentii una perfetta idiota.
- mi dispiace così tanto dottor watson-
- solo john avanti ho solo 33
anni non sono così vecchio.-
cercai di ridere alla battuta ma non ci riuscii.
Mi guardai intorno, l'uomo era sparito , che stupida magari non mi stava manco a guardare,saltavo sempre troppo in fretta alle conclusioni.
-sta bene?-
Mi girai verso john
-sembrava parecchio agitata prima -
-oh no ehm non era niente avevo solo frainteso una cosa e nn guardavo dove mettevo i piedi-
Provai una finta risata ma john corrugò la fronte, che cosa mi aspettavo? Che non notasse la mia preoccupazione?
Provai a cambiare argomento.
- per caso sa qualcosa riguardo all'omicidio a cui abbiamo assistito? Immagini che il suo amico Holmes ci stia lavorando su-
- a dire il vero no- iniziammo a camminare , rimasi sorpresa nel sentirmi dire che Holmes non stava lavorando al caso, é vero che é un consulente detective ma per quanto ne sapevo si immischiava sempre nei caso di omicidio.
- come mai?- forse non avrei dovuto chiederglielo.
John sospirò.
- lo trova un caso abbastanza noioso-
- ah-
Il silenzio tra noi due era imbarazzante. Mi sorprendeva che Holmes ritenesse un omicidio noioso, la cosa mi dava abbastanza fastidio, infondo era morta una persona....
Guardai l'ora sul cell, era tardi, forse era meglio che me ne tornavo a casa. Salutai john watson scusandomi ancora per la caduta, era un uomo gentilissimo e incontrarlo mi aveva reso la giornata interessante.
Me ne tornai a casa sorridendo, non ero così felice da mesi.

His name was Sherlock Where stories live. Discover now