ーthird: あなたの唇。

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ーLips on you。

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ーLips on you。

*

Quando Mark posò dolcemente le sue labbra su quelle di Donghyuck, quest'ultimo poté benissimo affermare di aver raggiunto il Nirvana.

Aveva bramato quelle labbra per così tanto tempo che, adesso, averle finalmente sulle sue gli appariva quasi come un sogno in cui sarebbe stato volentieri felice di rimanere intrappolato per l'eternità.

Fu un semplice contatto, labbra su labbra, nulla di impuro o grossolano; giusto un lieve sfioramento che, per quanto banale, sembrò per Donghyuck come una specie di punto di svolta, seppur piccolo.

Il rosso pensò a questo poiché Mark non lo aveva mai baciato così teneramente, anzi, da quando lo conosceva e si erano messi insieme non si era mai redarguito dal prendere l'iniziativa per quanto riguardava la sfera sentimentale e, di conseguenza, nella loro relazione amorosa; preferiva stranamente che fosse Donghyuck a fare sempre il primo passo.

Di certo non mancavano i momenti in cui era il castano a cominciare lunghe sedute fatte di caldi abbracci e baci leggeri ma ad ogni modo, a Donghyuck il suo Mark andava bene anche così, imperfetto agli occhi degli altri ma perfetto ai suoi.

Le sue orecchie erano roventi e secondo Mark, proprio come le sue guance rosse, era estremamente adorabile in quelle condizioni: con gli occhi luccicanti e le labbra ancora semi aperte, in procinto di essere nuovamente congiunte alle sue gemelle.

Tutta quell'attesa sembrava seriamente aver ripagato le intere giornate trascorse a: ignorare da parte di Mark e a cercare di non essere ignorato da parte di Donghyuck.

Il minore approfondì non troppo lentamente il contatto necessitando come aria sott'acqua le labbra di Mark.

Quest'ultimo assecondò Donghyuck nei movimenti e senza rendersene conto finì a cavalcioni sopra il suo esile corpo, il letto a piazza singola decisamente troppo stretto per entrambi.

Quando arrivò il turno di scollarsi, Mark si maledì mentalmente per aver ceduto così in fretta.

Possibile che non riuscisse proprio a resistere a quel ragazzino che non faceva altro che stressarlo ogni qualvolta ne avesse la beneamata occasione? Era davvero possibile che, per quanto volesse negarlo, in realtà era anche lui terribilmente dipende da Donghyuck?

Era stato proprio Mark a mandare a benedire tutti i suoi buoni propositi che altro non riguardavano che il solo ignorare e far penare il più piccolo per quello che aveva fatto; e sempre lui quando Donghyuck gli aveva posto la fatidica domanda: «Mi ignori seriamente per una stupida foto?»

Mark ormai stanco di tutta quella storia e mettendo da parte il suo modesto orgoglio aveva ribattuto con un tono che faceva trasparire quasi visibilmente la sua malcelata gelosia.

«Non per la foto in sé ma perché dormivi con lui.»

E Donghyuck a quelle parole, da bravo rompiscatole qual'era, aveva cominciato a stuzzicarlo come meglio credeva senza badare alla poca pazienza che il castano sembrava già avere ridotta ad un briciolo.

Ciò che aveva realmente fregato Mark in quel momento però era stato ciò che era accaduto di lì a poco.

Un nuovo comeback era quasi alle porte e gli ultimi pezzi che mancavano da registrare per le varie canzoni erano proprio quelli dei due.

Dopo che Mark aveva ormai concluso, l'ultimo rimasto era per l'appunto proprio Donghyuck.

Al più grande quindi venne la pessima idea di assistere anche alle registrazioni dell'altro, finendo così per fregarsi con le sue stesse mani.

Osservava attentamente come per concentrarsi e colpire le note giuste, Donghyuck socchiudesse gli occhi e con la mano disegnasse a mezz'aria delle linee che avrebbe dovuto seguire.

La sua voce mentre cantava però era stato il punto di non ritorno. Le vene in tensione sul suo collo, la fronte corrucciata che creava piccole smorfie adorabili sul suo viso e i brevi ondeggiamenti che faceva sul posto, avevano completamente rapito Mark.

La sua voce era dolce e soffice come zucchero filato e calda come i raggi del sole che ti carezzano la pelle l'autunno quando cominci a sentire il primo freddo invernale che sosta sulla porta d'ingresso, impaziente di poter entrare.

Era come un caldo abbraccio che riusciva a scaldare anche il più freddo dei cuori; e a ricordargli questo stato di tepore c'era la sua pelle bronzea che pian piano aveva imparato ad amare sempre di più.

Era per questo che, a volte, proprio si odiava per essere così dannatamente incoerente: nonostante dovesse teoricamente essere arrabbiato con Donghyuck e dovesse continuare ad ignorarlo bellamente dopo un litigio o simili, una volta che finiva per guardarlo negli occhi o quando rimaneva incantato ad ascoltare il suo canto, ne rimaneva incatenato proprio come il Dio della morte Tanato era rimasto imprigionato a vita contro il suo volere; e finiva prontamente per dimenticare così il motivo per cui ce l'avesse così tanto con lui.

Una volta che Donghyuck ebbe finito di registrare anche le sue parti, Mark proprio non aveva resistito ed essendo perfettamente conscio del fatto che Donghyuck non stesse aspettando altro da giorni interi, lo prese in disparte, allontanandosi da occhi indiscreti (o meglio dire da Chittaphon).

Ed è così che avevano finito per ritrovarsi a baciarsi lentamente, con dolcezza e trasporto, su un letto fin troppo piccolo per entrambi ma che in realtà -Mark non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce- era semplicemente perfetto da usare come scusa per stare il più a contatto possibile.

Dopo ore ed ore passate a recuperare il tempo perduto, Donghyuck ora stretto tra le forti braccia di Mark che voleva tutto tranne che lasciarlo andare, continuava a sussurrargli flebilmente dolci parole d'amore all'orecchio, che quasi sperava potesse udire solo lui stesso.

«La prossima volta...» disse debolmente Mark, a metà tra una sottospecie di dormiveglia e con gli occhi in procinto di chiudersi «invece di fare tutta quella sceneggiata per ricevere un po' di attenzione da parte mia; vieni semplicemente da me.»

Donghyuck ridacchiò contro la sua guancia osservando con occhi inteneriti il più grande che cercava in tutti i modi di rimanere sveglio.

«Sai che non è nel mio stile e poi è stato un caso che Chittaphon si trovasse proprio lì per scattare quella foto.» disse con un tono calmo e rilassante e un caldo sorriso a incorniciare il suo volto.

Mark sentendosi cullato dalla sua voce si strinse maggiormente a lui, annuì distrattamente e prima che crollasse definitivamente tra le braccia di Morfeo mormorò un: «Non voglio che cambi, è per come sei ora che mi sono innamorato di te.» che arrivò netto e distinto alle orecchie, ora bordeaux, di Donghyuck che sentì lo stomaco contorcersi per la gioia.

Quando vide Mark finalmente addormentato, spostò leggermente la frangia dalla sua fronte e ci lasciò sopra un leggero bacio prima di accoccolarsi a lui e seguirlo nel mondo dei sogni, le loro mani strette l'una nell'altra.

Fine.

❝Photo❞ || MARKHYUCK & JAENODove le storie prendono vita. Scoprilo ora