Capitolo 1

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Quando aprì gli occhi, Martina vide una piccola crepa in un angolo del soffitto della stanza. Il giorno prima un ragno aveva ricamato una tela, cercando di nascondere quella crepa ma Martina aveva il terrore dei ragni ed era decisamente arrivato il momento di far fuori quell'essere. Viveva da quasi tre mesi con i suoi zii. Dopo la fine del liceo aveva deciso di prendersi un periodo sabbatico, per pensare se continuare gli studi in Università, oppure fermarsi e dedicarsi ad altro. Poi aveva deciso di intraprendere gli studi alla Sapienza di Roma così, i suoi genitori, in accordo con sua zia, avevano deciso di farla trasferire lì, con loro, anziché cercare un appartamento in affitto e, a lei, andava più che bene. Aveva vissuto con i suoi genitori a Firenze fino a quel momento poi, a fine giugno, aveva raggiunto, con loro, Roma. Purtroppo sua madre aveva ottenuto solo due settimane di ferie. Avevano passato quelle due settimane tutti insieme al mare in Sicilia alternando giorni passati in spiaggia ad altri passati organizzando escursioni lungo il territorio.

Sentiva il respiro pesante di suo cugino Andrea che dormiva nel letto accanto al suo. Andrea non era il tipo di ragazzo che russava tutte le notti e quelle poche volte che capitava era sempre dopo aver passato una lunga giornata impegnativa. Viveva a Milano e suonava come chitarrista nella band di un cantante molto famoso di cui, attualmente, Martina non ricordava il nome. Lui le parlava spesso dei suoi amici, le mandava foto ma, puntualmente, lei dopo un po' resettava tutto. Diciamo che al momento nemmeno le interessava ricordare quel nome, lei ascoltava cantanti come Celine Dion, Mika, Shawn Mendes, Katy Perry, Madonna e non era solita ascoltare cantanti italiani, a parte Fabrizio Moro, che tra l'altro viveva vicino casa sua e, dal giorno del suo trasloco, andava spesso lì per stare con i suoi figli Libero e Anita. Alcune volte le capitava di vedere Giada tornare tardi da lavoro, tanto da non poter stare con i suoi figli e Fabrizio era spesso fuori casa per giorni. Così Fabrizio aveva chiesto ad Andrea se era possibile per la ragazza occuparsi dei suoi figli, in caso di necessità, e a Martina non poteva non farle piacere. Riuscivano a restituirle il sorriso con poco perfino in un giorno nero e cupo, ormai arido e privo di vitalità. Guardò l'orario e la sveglia appoggiata sul suo comodino segnare soltanto le sette e mezza. Cercava di riprendere sonno ma niente da fare e a quel punto era meglio alzarsi e andare a vedere la tv piuttosto che restare dentro il letto a fissare il soffitto a vuoto. Raggiunse senza fare troppo rumore la cucina e vide suo zio intento a bere la sua solita tazza di latte e caffè accompagnata dalla lettura del giornale. Tutte le mattine scendeva all'edicola per comprarlo oppure andava nel bar lì vicino per leggere "Il Quotidiano del Lazio" o "La Gazzetta dello Sport".

-Buongiorno cara, sei già sveglia?- le chiese suo zio continuando la sua lettura mattutina.

-Buongiorno a te zio! Diciamo che non ho più tanto sonno e ho preferito alzarmi prima.- rispose dirigendosi nella credenza per prendere i cereali e il latte.

Non era il tipo di ragazza che dormiva molto, infatti, alle nove e mezzo massimo era già al piano di sotto a fare colazione. Dormiva al massimo sei ore e, prima o poi, sarebbe crollata di punto in bianco, ne era più che certa.

-Stanotte non hai dormito nel tuo letto è successo qualcosa?- continuò l'uomo guardando sua nipote gustarsi il suo latte con i cereali.
E alla ragazza per poco non le venne un colpo tanto da dover interrompere la colazione. Non era la prima volta che dormiva in stanza con Andrea. Aveva sempre trovato in lui un porto sicuro soprattutto nelle notti insonne e tempestose, dove i tuoni e lampi le impedivano di riposare. E a lei bastava entrare nella sua stanza e stringersi a lui per calmarsi subito.

-Abbiamo visto un film ma sono crollata prima della fine e invece di riportarmi in camera mi ha lasciata dormire nel letto vuoto accanto al suo.- mentì la ragazza.
Non voleva far preoccupare inutilmente i suoi zii per colpa di quattro insignificanti temporali. Prima o poi avrebbe imparato a conviverci ma finché ci sarebbe stato Andrea, sarebbe andato tutto bene e per il verso giusto.

Ali spezzateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora