Capitolo 44

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Martina fu la prima a svegliarsi fra i due. Si stropicciò gli occhi prima di voltarsi ed ammirare il volto rilassato del giovane accanto a lei. Le venne da sorridere mentre prese a toccare i suoi ricci ribelli che tanto amava. Era indecisa se provare ad alzarsi oppure non muoversi e restare a letto, per evitare di svegliarlo. Smise di pensare quando iniziò ad avvertire la presa salda del riccio su di lei, ad annunciare di essersi svegliato anche lui.

-Cosa guardi?- chiese lui aprendo definitivamente gli occhi.

-Guardo te.- rispose lei regalandogli una carezza in volto.

-Tu e i tuoi gusti molto discutibili...-

-I miei gusti sono ottimi.- aggiunse lei, prima di provare ad alzarsi dal letto, ma venne prontamente afferrata dal riccio che la riportò sul letto accanto a lui.

-Dove pensi di andare?- chiese lui imprigionandola tra le sue braccia.

-Con il tuo permesso, vado a fare una doccia.- rispose lei divertita cercando di divincolarsi dalla presa.

-Mi pare di non averti dato alcun permesso.- ribatte lui iniziando a lasciarle una scia di baci procurandole brividi di piacere.
-Avevo dimenticato quanto fossi reattiva alle mie attenzioni.-
La ragazza diventò improvvisamente rossa in volto con lui che, in risposta, rise divertito. Lei, nonostante l'imbarazzo, era ben consapevole della veridicità delle parole di Ermal. Amava bearsi delle attenzioni che lui le riservava. Si sentiva speciale!

-Non credo convenga ma, se decidessi di replicare quanto accaduto poche ore fa, non opporrei resistenza.- affermò lei facendo rimanere il riccio di sasso. Probabilmente tra poco si sarebbero dovuti preparare per la cena, ma come si poteva resistere alla tentazione?
-Ma forse dovremmo lasciar perdere e scendere giù per la cena.- aggiunse lei poco dopo, provando a scendere di nuovo dal letto, per andare a fare la doccia. Lo stava chiaramente provocando.

-Io penso che la cena possa aspettare.- decretò Ermal, decidendo davvero di ripetere quanto accaduto prima, davanti ad una Martina soddisfatta di aver raggiunto il suo obiettivo.

Sono quello che non ti aspettavi
Quella sera in cui la luna cadde nei tuoi occhi
Quella volta in cui non solo ci credevi
Ma avevi fatto pace pure con i demoni

-Ti va di parlare?- gli chiese Martina ed Ermal annuì. La ragazza si trovava beatamente appoggiata con la schiena sul nudo petto del cantante.
Iniziò a sentire brividi di freddo e lui si preoccupò di coprirla bene con le lenzuola per mantenerla calda.
-Mi dispiace di averti allontanato, non lo volevo davvero. I primi giorni ero davvero furiosa con te, ma poi mi era passata nel giro di poco.-

-A me dispiace di averti mentito. Avrei dovuto dirti la verità fin da subito. Ma perché non mi hai cercato? Eri sempre irreperibile.-

-Conoscendo il mio pessimo carattere, col senno di poi, probabilmente avrei agito al tuo stesso modo. Era normale provare rabbia all'inizio, ero io che avevo accentuato il dramma inutilmente.-

-Lo pensi davvero?-

-Sì Ermal, credo che la situazione ti sia sfuggita di mano. A volte volevo rispondere alle tue chiamate ma poi avrei avvertito la tua mancanza e mi sarei sentita doppiamente in colpa. Io ti avevo trattato malissimo. Sarebbe stata la scelta più semplice da prendere, decidere di rispondere alle tue telefonate, ma poi la mia testardaggine ha fatto da sé. Per non parlare del fatto che avresti avuto tutte le tue buone ragioni per decidere di non volermi più vedere.-

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