five

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Ho preso il primo treno per Melbourne. Non sono pronta per vedere mio padre, ne' per accettare ciò che ha fatto ma sono troppo impulsiva per non fare una cosa del genere. Scendo dal treno e fermo il primo taxi.

-Adam Walker?-, gli chiedo sperando di ricevere qualche informazione in più.

-Casa sua o discografia?-, mi chiede e io scrollo le spalle. Fortunatamente è simpatico e non mi ha ancora buttato fuori a calci in culo.

-A quest'ora di solito viene intervistato a casa sua, ti porto lì.-, annuisco e lo ringrazio. Dopo essere arrivati fuori una villa simile a quella di Zayn pago il ragazzo e lo ringrazio ancora una volta. Non so bene cosa dire, qualcosa come ''Ehi sai, sono tua figlia che credeva fossi morto'', oppure ''Ehi ciao papà, posso restare qui qualche giorno?''. Scuoto la testa e sistemo meglio lo zaino in spalla. Suono al citofono dove una grande W padroneggia sul muro.

-Chi è?-, una voce femminile risponde richiamando la mia attenzione.

-Salve, dovrei vedere Adam Walker ed è piuttosto urgente.-, spiego cercando di essere convincente. Il portoncino scatta, segno che si è aperto. Sto per spingerlo quando una voce femminile mi blocca, sembra la stessa. Una donna sulla quarantina, con capelli scuri e abbastanza alta mi si ferma davanti.

-Non fare un passo dentro casa nostra.-, mi dice minacciosamente. Che bei modi, complimenti.

-Beh io dovrei vedere Adam.-, dico impostandomi come lei.

-Ma se non so neanche chi tu sia!-, la pazza isterica inizia ad urlare roba e io vorrei sotterrarmi dalla vergogna.

-Ma allora, che succede qui?-, una voce maschile tuona alle spalle della donna.

-C'è questa ragazzina impertinente che cerca di entrare in casa nostra. Dice che deve parlarti.-, come si permette di chiamarmi ragazzina impertinente? Da quando so io, è lei che mi ha proibito di entrare in casa e non mi ha neanche chiesto perchè dovessi vedere Adam. La donna si sposta lasciando che il marito mi guardi. Non ci mette molto a focalizzare chi sono.

-J..Jane?-, indietreggia ma subito dopo si avvicina come se volesse abbracciarmi. Mi lascio abbracciare nonostante abbia fatto un azione imperdonabile.

-Jane? Lei è Jane?-, la donna, con uno sguardo palesemente mortificato, chiede con insicurezza se fossi quella Jane. Mio padre annuisce mentre mi tiene stretta a se.

-Dio, Jane... mi dispiace così tanto.-, sento la mia maglia inumidirsi segno che sta piangendo. Lo abbraccio freddamente, ma non nego di essere felice di scoprire che mio padre sia vivo e che sia davanti a me. Qualcosa di azzurro sbuca dietro la donna e un ragazzo si fa avanti. Ha gli occhi verdi, quasi vitrei. I suoi capelli sono di un azzurro molto bello, e mi guarda con un sorriso dolcissimo. Mi ricorda molto Luke. Oh merda, l'ho lasciato in biblioteca dicendogli che sarei tornata.

-Lui è Michael, nostro figlio. Possiamo dire che sia un tuo coetaneo, ha 22 anni.-, gli stringo la mano confusa. Poi mio padre mi bisbiglia all'orecchio. -Lui è il figlio di Kate, ma gli voglio davvero bene.-, ora capisco. La donna che mi stava sbraitando contro, allunga la mano per presentarsi.

-Mi dispiace per essere stata così irragionevole. Sono molti i ragazzini che vengono fuori casa nostra e cercano di importunarci.-, mi sorride e si presenta come Kate.

-Bene, credo che dovremmo parlare noi due.-, dice mio padre cingendomi il fianco e camminando fin sotto ad un gazebo. Ci sediamo e sospira.

-Mi dispiace.-, mi ripete.

-Sì, l'hai già detto.-, che io sia venuta qui e che l'abbia abbracciato non vuol dire che non sia incazzata con lui. -Hai davvero accettato dei soldi per non vedermi più?-, chiedo giocherellando con le dita. Lui mi guarda sgranando gli occhi, alzandosi in piedi.

-Cosa? Certo che no!-, dice alterandosi. Mi guarda negli occhi e sospira.

-Quante altre cazzate ti ha detto?-, mi chiede ridendo nervosamente. Si riferisce a mia madre, è palese.

-Che eri un pompiere e sei morto salvando dei bambini in un incendio.-, questa volta sbuffa una risata scuotendo la testa.

-Mi aveva minacciato, se mi fossi riavvicinato a voi mi avrebbe ucciso. Ho provato a prendervi e portarvi con me, ma aveva amicizie troppo pericolose, non per me ma per voi. Molte volte mi sono pentito di non averlo fatto, ma-, si blocca guardandomi.

-Cos'è quello?-, mi chiede indicando il mio collo. -Jane, è un succhiotto?-, vorrei sotterrarmi per la seconda volta. Faccio cenno di no, nascondendolo con i capelli.

-Hai il ragazzo?-, nah, solo il fidanzato di tua figlia maggiore ha deciso di usarmi come un giocattolo sessuale. Gli rispondo di sì, giusto per smettere di parlare di questo. Annuisce rimettendosi a sedere.

-Mi dispiace.-, conclude ripetendomi per la terza volta la stessa cosa. Ma non lo biasimo, dev'essere stato e dev'essere ancora frustrante per lui.

-Da quanto tempo state insieme?-, chiedo timidamente, sempre con lo sguardo basso.

-4 anni.-, risponde lui sorridendo. Mi alzo e vado ad abbracciarlo. Non è la prima volta che mia madre mente su cose importanti, sono davvero stufa.

-Ti voglio bene, Dio... mi sei mancata così tanto Jane.-, sussurra continuando a stamparmi dei baci sulla guancia.

-Perchè non ti fermi a stare con noi per una settimana, o quanto vuoi insomma, mi farebbe davvero piacere.-, annuisco e accetto la proposta.

****

-Cosa significa che starai due settimane da tuo padre?-, urla mia madre davanti a mia sorella e Zayn. Loro tre sono le ultime persone che avrei voluto vedere oggi.

-Che te ne importa? Già è tanto che te l'ho detto.-, le rispondo a tono alzandomi dal tavolo.

-Tu gli hai creduto vero?!-, è lei nella parte del torto, ancora non l'ha capito.

-Ma che problema hai Dio santo? Prima ti sei scusata per avermi detto una cazzata, ora stai dicendo che non è più vero. Credo che resterò più di due settimane.-, sbuffo una risata scuotendo la testa.

-Jane basta! Chiedi scusa a mamma.-, Jess interviene difendendo mamma.

-Siete uguali voi due-, salgo le scale velocemente e afferro la valigia riposta sopra al mio armadio.

Afferro dei vestiti buttandoli sul letto. Inizio a selezionarli: pantaloncini a vita alta, felpe, skinny jeans, alcune t-shirt ed ho finito. Tiro fuori le mie tre paia di scarpe: Vans, Converse e Super Star.

Dopo aver infilato tutto nella valigia la chiudo, riponendola sotto il letto. Ho una fame tremenda, ma non esiste che scenda giù, dopo circa qualche minuto qualcuno bussa alla porta.

-Uhm, è aperto.-, Subito dopo Zayn entra nella stanza.

-Ehi-, mi dice accarezzandomi la schiena. Ho la pelle d'oca, il suo tocco è quasi magico. Affondo la testa nel cuscino e sento il suo respiro sul mio collo. Inizia a lasciarmi baci umidi in quella zona, poi mi fa alzare e mi sfila la felpa. Inizia a baciarmi il petto e in una frazione di secondi il mio reggiseno giace per terra. Mi spinge delicatamente sul letto e si mette sopra di me.

-Daddy è arrabbiato perchè sei partita senza dirgli nulla, domani avrai la tua punizione.-, mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire. Mi sbottona gli skinny e me li sfila. Sono di nuovo in quello stato di trance.

-Sei stupenda porca troia-, mi dice baciandomi la pancia. Infila una mano nei miei slip e inizia a stuzzicare il clitoride con le dita. Ansimo attirandolo a me. Sono vergine e nessuno mi aveva mai toccata prima d'ora.

-Oh, piccola.-, mi lascia dei baci umidi sul seno. Sento un pizzico lì sotto e scatto.

-Ero solo entrato con un dito, vieni qui.-, mi rilasso di nuovo e questa volta mi avverte prima di rimettere il dito.

-Sto per aggiungerne un altro.-, mi dice. -Prima però togliamo questi.-, mi sfila gli slip e striscia tra le mie gambe. Infila il primo dito, poi il secondo. Quando sto per venire inarco la schiena, senza accorgermene gli tiro i capelli.

-Oh.-, sembra essergli piaciuto questo gesto. Dopo essere venuta, mi rilasso sul letto. Zayn si avvicina a me e mi schiocca un bacio sulle labbra.

love me 'till the day I die ||Zayn Malik||Where stories live. Discover now