CAPITOLO39

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CAPITOLO39-PEETA NON DEVE SAPERE

-Finalmente siete arrivati!- ci accoglie mia madre spostandosi permettendoci di passare.
-Siamo stati al lago- dice Peeta. Gli mando un'occhiataccia.
-Ah...- dice mamma. Non volevo che lei lo sapesse perché le ricorda mio padre ed é ancora una ferita aperta.
-Novità?- chiedo sedendomi sul divano. Lei scuote la testa.
-Prim?- chiede Peeta.
-É a casa dei vicini per giocare con Charlene- spiega mia madre.
-Okay- borbotto.
Peeta si siede accanto e me. Oggi sembra pensieroso.
-Peeta...qualcosa non va?- gli chiedo preoccupata.
-Sono solo preoccupato per stasera...ho paura che mio padre non vorrá parlarmi...- mi risponde guardando in basso verso le sue mani che sta torturando.
-Peeta... sono sicura che gli manchi- dico provando a rassicurarlo.
-Ti và di venire con me?- mi chiede guardandomi negli occhi. Io gli sorrido e annuisco.
(..)
Quando finisce di piovere sono all'incirca le 3 del pomeriggio ed io e Peeta decidiamo di andare dai suoi genitori. Quando gliel'abbiamo detto a mia madre lei é apparsa scettica e ci ha pregati fino all'ultimo di non andare ma noi abbiamo fatto di testa nostra. Quando supero la soglia di casa mia il freddo mi avvolge mandando brividi in ogni angolo del mio corpo, Peeta lo nota e infatti avvolge un braccio intorno alla mia vita. La strada sotto i miei piedi é fradicia ma l'odore della pioggia rende il tutto piacevole. Un mal di pancia dovuto alla tensione mi colpisce quando superiamo il Giacimento. Quando ci troviamo davanti il forno mi tremano le ginocchia. Ma perché tutto questo nervosismo?
Peeta esita prima di bussare alla porta del forno. Con tutto il mio dispiacere ad aprirci é Georgia che resta impassibile alla vista del figlio ma che alza gli occhi al cielo alla vista della sottoscritta.
-Sono quí per parlare con papá- taglia corto Peeta quando vede che la madre sta aprendo bocca, molto probabilmente per commentare o prenderci in giro.
Lei turbata e infastidita dalla reazione del figlio semplicemente chiude la porta. Io e Peeta rimaniamo lí appoggiati alla ringhiera delle scale. La porta si riapre e stavolta ad aprirla é stato Tony che si getta immediatamente nelle braccia del figlio. Resto per tutta la durata dell'abbraccio a guardare la mano di Tony che corre sulla schiena del figlio come per rassicurarlo. Quando scioglie l'abbraccio e mi guarda sorridendo noto che ha gli occhi lucidi. Poi sento delle forti braccia che mi stringono in un'abbraccio, all'inizio esito e mi irrigidisco poi mi rilasso e ricambio il suo abbraccio. Mi é sempre piaciuto Tony Mellark, é alto quanto il figlio ha i suoi stessi occhi azzurri, di cui sono innamorata, ma i capelli marrone scuro.
-Volete entrare?- ci chiede, io guardo d'istinto Peeta, il quale esita.
-Non vi preoccupate Georgia é di sopra..- dice e ridiamo un pó tutti mentre entriamo.
Ci sediamo tutti in salotto e mi guardo intorno,non sono mai entrata in questa casa se non nel forno. Le pareti sono ricoperte di quadri tutti con la stessa firma che non riconosco, il divano su cui io e Peeta siamo seduti è di una pelle ormai scolorita e il pavimento é di legno, davanti al divano c'é un tavolino di un legno molto chiaro e su di esso ci sono alcune cornici. Riconosco una foto di quando Peeta aveva circa cinque anni ed era in piazza, e un'altra di Tony,Georgia e un'altra donna che non conosco, forse una zia di Peeta.
-Come va?- chiede Tony al figlio.
-Va tutto bene... mi trovo benissimo- dice Peeta un pò a disagio.
-Sono contento per te nonostante mi manchi- dice Tony sorridendo. É incredibile la bontá di questo uomo.
-E fra voi?- chiede spostando lo sguardo da me a Peeta. Arrossisco leggermente.
-Bene...credo- dico imbarazzata.
-Va tutto benissimo- dice Peeta prendendo la mia mano nella sua. Come se avesse capito che ogni volta che lo fà mi dà sicurezza.
-Papá credo si sia fatto tardi dobbiamo tornare a casa- dice Peeta alzandosi, Tony annuisce e si alza insieme a me. Quando arriviamo nel forno Tony mi porge una borsa io la prendo e guardo dentro, noto del pane con le noci e dei pasticcini, gli sorrido e lo abbraccio leggermente. Prima di andarcene Peeta abbraccia di nuovo il padre e gli sussurra qualcosa nell'orecchio che non capisco. Quando usciamo fortunatamente non sta piovendo.
-Cosa gli hai sussurrato prima?- chiedo.
-Gli ho chiesto di dare un'abbraccio da parte mia a mia madre- dice con uno filo di voce.
(..)
Vedo qualcuno nel mio cortile ma non capisco chi sia, fino a quando non lo riconosco.
-Ciao Ty!- lo saluto. -Hey Tyler!-
-Ciao! Vi stavo aspettando- dice.
-Sú entriamo- dico prima di bussare.
Quando entriamo mia madre saluta Tyler e saliamo in camera mia.
-Allora siamo pronti?- chiedo indicando la mia scrivania colma di libri. Ty e Peeta annuiscono e mi siedo accanto a Tyler in modo che lui sia al centro.
(..)
-Vengo subito- dice Peeta prima di alzarsi. Io è Ty rimaniamo in un imbarazzante silenzio fino a quando lui non parla.
-Kat...devo dirti una cosa- sussurra imbarazzato.
-Dimmi- lo incoraggio.
-Ieri ho incontrato Jhon e mi ha detto che è innamorato di te...-
Quelle parole mi distruggono.
-Non è vero lui vuole solo infastidirmi e ostacolare me e Peeta!- quasi urlo. Ty scuote la testa.
-A me sembrava dicesse la verita-
-Beh che se ne facesse una ragione!- urlo.
Quando Peeta entra mi siedo di nuovo.
-Qualcosa non va?- chiede disorientato.
-Tutto bene- scatto,prima che Ty potesse dirgli qualcosa.
Peeta non deve sapere.

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Hola!
Scusate se non ho aggiornato ieri ma sono stata occupata tra parenti!!
Ho aggiornato nonostante oggi fosse il mio compleanno! Yeeeeeh ho compiuto 13 anni! ❤️
Alla prossima! 😊❤️

IL RAGAZZO DEL PANE (HUNGER GAMES FANFICTION) what if...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora