Capitolo Cinque

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Dopo essersi assicurata che Maisha non respirasse più, Dina, si alzò.

«Wow, ho ucciso qualcuno... ho ucciso qualcuno! Ehehehehehehehe...». Dina continuò a ridere in modo isterico, iniziando ad abbracciare sé stessa, perché finalmente era riuscita a ottenere quel che voleva da tanto tempo. «È arrivato il momento di fare delle altre prove...». Dina tornò seria.

Andò nella sala delle collezioni e camminò fino alla teca di vetro, guardando con uno sguardo freddo la spada. «È il momento. Vieni.». Aveva pensato che avrebbe lasciato quel posto; ma ora i suoi piani erano cambiati; lei avrebbe finito tutto, una volta per tutte, e poi avrebbe lasciato quel posto con sua madre.

. . .

Un'ora dopo, Dina, completamente ricoperta di sangue, raggiunse l'ufficio del Signor Clark.

«Padre... hehehehehe...». Aprì lentamente la porta, notando che non c'era traccia di suo padre. Nel momento in cui stava proprio per abbandonare la stanza, vide qualcuno sdraiato sul pavimento. Poi, nel momento in cui riuscì a distinguere chiaramente quella persona, iniziò a piangere.

«Madre!». Dina corse verso sua madre e la abbracciò. Il suo corpo era ricoperto di ferite ed era stata pugnalata con un coltello: non respirava più.

«No, NO, NO!!! MADRE!!». Non era rimasto nient'altro di lei: la sua amata madre se n'era andata. Dina pianse e la abbracciò, ma poi notò il riflesso sulla sua spada; qualcuno si stava avvicinando a lei e lo riconobbe. Quando la persona si avvicinò, Dina afferrò la spada e con un fendente, lo fece cadere.

«Ciao, papá». Una delle gambe dei Signor Clark era stata tagliata via, costringendolo a strisciare come un patetico verme sul pavimento, mentre stava cercando di fuggire; ma Dina lo fermò pestando col piede il punto in cui la sua gamba era stata tagliata via.

«AHHHHHH!». Urlò il Signor Clark.

«Padre... ho pensato che te ne fossi andato... mi sarebbe dispiaciuto un sacco se te ne fossi andato via...». Disse Dina, proprio mentre gli affondava la lama nello stomaco. Lo pugnalò, ancora e ancora, fino ad arrivare a farlo sanguinare copiosamente.

«Cosa c'è che non va padre? Non eri tu a essere quello forte? Come puoi essere caduto tanto in basso a causa di un mostro...». Gli occhi di Dina si erano riempiti di pensieri omicidi e follia. «Tu lo sai, ti senti grande a giudicare e sputare sentenze sulle persone! Forse, diventerò un grande giudice un giorno...». Dina mosse la spada.

«Giudice... Nessun mostro potrà mai diventare un giudice. Un giudice è... un ruolo destinato solo a chi è giusto e perfetto.»
Esalò il Signor Clark.

Dina puntò lo spada contro suo padre e disse: «Allora, le cose che hai fatto tu sono le più giuste? Hyahahahahaha! Io sono migliore di te. DI. GRAN. LUNGA. MOLTO. MEGLIO!». Dina iniziò a pugnalare suo padre ogni volta che pronunciava una parola. I suoi organi fuoriuscirono dal suo corpo e le sue interiora vennero schiacciate e tritate da Dina.

Il Signor Clark, sofferente per le gravi ferite e la forte emorragia, fulminò Dina con lo sguardo e urlò: «Tu... tu mostro!!!!».

«Mostro? No, no, no... io sono un ANGELO!! Un angelo che è nato per punirti!». Dina alzò la spada.

«Danny Clark... io ti dichiaro... colpevole.».

Dina roteò la spada, vibrando una serie di fendenti contro suo padre, decapitandolo prima che avesse il tempo di reagire. Il corpo dell'uomo collassò e la testa rotolò via sul pavimento.

Dina afferrò la testa di suo padre, rivolgendosi a lui come se potesse ancora sentirla, «Padre... io so tutto... tutto quello che hai fatto tempo fa l'ho visto coi miei occhi, anche se tu non mi hai mai trattata come un normale essere umano».

Dina gettò la sua testa nel focolare acceso.

«Hehehehe...hehe... he...». Per qualche ragione, Dina si rese conto che il suo sangue stava ribollendo e che aveva adorato tutto quello che aveva appena fatto.

Questo era giusto, adesso considerava tutto più ragionevole.

Afferrò la spada stringendo l'elsa, mentre le sue mani stavano tremando e venivano scosse dai brividi allo stesso tempo.

Aveva perso la testa.

Judge Angels [Ita]Where stories live. Discover now