Il muretto

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Passavo sempre di lì. Meta obbligata per andare giù al sottopasso della stazione. E punto di ritrovo con tutti gli altri. Non esistevano i cellulari ancora, o meglio , non erano ancora alla portata di tutti. Solo quelli coi soldi si potevano permettere il telefono" portatile". Che cazzata , pensavo. Ma come si fa ad andare in giro con dei mattoni così ingombranti e credersi Dio.....mai avrei pensato di possederne in futuro .. e comunque per il momento se ti dovevi incontrare con qualcuno quello era il punto ,il muretto della stazione centrale di Firenze.

Un piccolo muretto incastonato nella parete centrale fatto di marmo grigio marrone, non saprei definire il colore o forse viene sfocata l'immagine dai troppi ricordi accavallati l'uno su l'altro. Quel pomeriggio ero lì seduta .. annoiata. Gli altri erano tutti intorno chi andava chi tornava con un panino, un gelato, un pacchetto di gomme .Ricordo la condivisione. Ecco si quella era una bella cosa. Non c'era mio , tuo, dovevi condividere come ora lo si fa sui social. Solo che non potevi tirarti indietro non lo faceva nessuno. E fu lì, in quel momento che lo vidi arrivare dalle scalinate a sinistra. Ero seduta, gambe incrociate e palmi appoggiati al muretto Lugo i fianchi.. braccia tese. In un attimo fui folgorata. Bello come il sole , alto disinvolto , giacchetta di pelle nero . Occhiali da sole neri. Capelli neri corti carnagione olivastra. Erano in due uno accanto all'altro e stavano camminando verso di noi. Diedi una gomitata alla mia amica di fianco a me. Ommamma , guarda quello" dissi.
È di una bellezza esagerata ma che è vero? E poi di colpo pensai" no, non mi piace. È troppo perfetto sarà antipatico come la merda, se la deve tirare al massimo, no no, non è per me!"
E lui che fa? Saluta gli altri velocemente e s'avvicina a noi, un passo ed un altro ancora e bam eccotelo difronte a noi.

Cavolo ero incastrata, spalle alla vetrata , seduta sul muretto con la mia amica al fianco attaccata come una cozza. Già lo odiavo! Ma che vole ora" pensai, "che coglioni..."

lui si toglie gli occhiali li poggia a mezza altezza in fronte fra gli occhi e la testa. "Ma come fa! A me gli occhiali non ci sono mai rimasti in quel punto."
Mi sorride , senza occhiali era ancora più bello, due occhi che parevano disegnati dal diavolo in persona, ma non indemoniati, bensi' luminosi come 2 fari in piena notte brillavano di luce propria..occhi neri, bellissimi...pieni di desiderio quello che d'improvviso provai nel guardarlo. mi sorride "uhee ciao, e tu chi sei?"

Chi sono io? Ma chi sei tu, non lo dissi ad alta voce ,ancora non capivo perchè uno che pareva uscito da una rivista di moda fosse li' a parlare con me. uhe...come ti chiami? l'accento napoletano, sorriso da 1000 e una notte l'avevo subito amato, odiato e riamato nel tempo che ci vuole a camminare circa 20 metri....feci la disinvolta, ma non la cascamorta, ciao! sono katia piacere, Francesco piacere, mi stringe la mano, e me la stringe come lo si dovrebbe fare sempre...deciso ma non troppo. Educato, ecco ora mi dava un'altra impressione .

Non era piu' cosi' antipatico come lo immaginavo. e quel sorriso ancora lo porto con me. Non ho mai conosciuto nessuno piu' al mondo con una risata come la sua. E quando mi parlava mi guardava dritto negli occhi, mi guardava o mi leggeva dentro, non l'ho mai capito... Ancora non lo sapevo ma lui fu l'unica persona che si guadagno' un posto speciale dentro al cuore..cosi' nascosto a tutti gli altri come un tesoro prezioso, da conservare, puro come un angelo, con gli occhi neri che mi leggevano l'anima, prima di perderla , dopo averlo perso.....

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⏰ Last updated: Aug 22, 2018 ⏰

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il sapone sul cuoreWhere stories live. Discover now