Capitolo Diciasette

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-Leonidas dovete stare fermo.-
Il ragazzo strinse i denti, mentre la ragazza passava un liquido verdognolo sulle sue ferite, facendole bruciare in maniera insopportabile.
Era stato il primo giorno di allenamento ed era ridotto veramente male.
O meglio, Aida lo aveva ridotto veramente male.
Com'era possibile che la stessa ragazza che quel pomeriggio lo aveva sconfitto in ben ventinove duelli, ora lo stesso medicando con quella cura e innocenza, come aveva sempre fatto?
-Ahia!-
-Se non state fermo vi farà più male.- lo riprese pazientemente lei.
Quando posò il contenitore del liquido, Leo prese un sospiro di sollievo.
Aida cominciò ad avvolgere le bende intorno alle ferite più grandi, che erano sparse un po' ovunque.
Mentre lo faceva, il principe la osservava, cercando di decidere se preferisse l'Aida dolce o quella guerriera. Diamine, era veramente difficile scegliere!
-Certo che sei proprio una furia.- commentò.
La ragazza arrossì appena.
-Mi dispiace avervi fatto male.-
-Fatto male?- Leonida rise sonoramente. -Mi hai letteralmente fatto a pezzi. Io, il principe di Argos, figlio di Efesto, sono stato battuto più e più volte da una ragazza.-
Lei fece un sorriso.
-E non sarà l'ultima volta.-
-Mi stai forse sfidando?- chiese in finto tono adirato Leo.
La ragazza tenne il gioco.
-Oh è proprio così! Io, Aida, sto sfidando voi piccolo principino.-
Leonidas prese un cuscino dal proprio letto e lo brandì contro la ragazza. -Questa è guerra!-
I due ragazzi si tirarono i cuscini, colpendosi e ridendo, mentre esclamavano frasi adirate da soldati.
-Prendete questo, soldato da quattro soldi!- rise Aida colpendo il principe.
Lui, con ancora le piume tra i ricci, si portò una mano al petto con una finta espressione indignata.
-Come avete osato?- esclamò, prima di attaccare la ragazza, facendola finire tra le risate con le spalle al muro.
I cuscini finirono a terra mentre loro ridevano come due bambini.
Leonidas alzò il capo ancora ridendo e incontrò gli occhi di Aida a pochi centimetri dai suoi.
La mano del principe teneva ancora il polso della ragazza stretto tra le sue dita.
Le risate si spensero e il silenzio calò nella stanza mentre i due si guardavano negli occhi con una luce diversa dal solito.
Leonidas piegò il capo verso quello della ragazza, mentre Aida abbassava lo sguardo sulle labbra del principe.
-Leo!-
I due si staccarono immediatamente, un istante prima che la porta si aprisse, rivelando la figura magra di Calipso, vestita di rosso fiammante.
La ragazza guardò il disastro di piume e i cuscini a terra, corrugando subito la fronte.
-Cosa è successo qui?-
-Mentre il principe era fuori, una donnola si è introdotta nella sua camera.- mentì immediatamente Aida. -Ha messo a soqquadro la camera e quando siamo tornati ha ferito il principe mentre lui tentava di prenderla.-
Calipso guardò il ragazzo coperto da bende e si esibì in uno sguardo carico di preoccupazione.
Gli si avvicinò e gli prese il viso tra le mani.
-Oh, tesoro mio, come ti ha ridotto male! Ci penso io a farti stare meglio.-
Leo avrebbe voluto scansarla, mandarla via, gridarle che aveva rovinato tutto.
Ma rimase zitto.
Voltò la testa verso Aida, che teneva lo sguardo basso.
-Pulisci la camera per favore.- disse in tono piatto, anche se cercò di infonderci una nota di rammarico, sperando che la ragazza la cogliesse.
La schiava annuì e prima che lui potesse dire altro Calipso lo trascinò via.
Aida rimase da sola nella stanza del principe, circondata da piume, bende cadute e ricordi confusi e inspiegabili.

-Aida?-
Quasi le venne un colpo sentendo il suo nome nel buio.
La ragazza si alzò e aprì la finestra.
Nico era lì fuori che le sorrideva.
Le porse una mano. -Vieni?-
Lei guardò dietro di sé la porta della camera, poi prese la mano che il ragazzo le porgeva e scavalcò la finestra, finendo tra le braccia del ragazzo, come accadeva ogni volta che smontava da cavallo.
La luce della luna illuminava i suoi capelli scuri, facendo brillare alcune ciocche come fossero d'argento.
Il ragazzo le si fece più vicino, ma Aida posò una mano sul petto magro del ragazzo, fermandolo.
-Non qui.- sussurrò e lui annuì, prendendole la mano e guidandola nel bosco.
In realtà Aida non voleva essere baciata. Non aveva idea di cosa le fosse preso, ma quando Nico si era piegato verso di lei, Aida era sicura di non volerlo lasciare andare oltre.
Forse era troppo presto.
Forse non era pronta.
Forse il fatto che quello fosse già il secondo tentativo di baciarla da parte di un ragazzo in una sola giornata la turbava.
Lei era sicura di nutrire sentimenti verso Nico, ma la situazione con il principe quel pomeriggio l'aveva scossa parecchio.
Se lo stalliere ci avesse riprovato un paio di giorni dopo...
Sì, era sicura di non vedere l'ora di scoprire che sapore avessero le sue labbra sottili che regalavano splendidi sorrisi esclusivamente a lei, ma non quella sera.
Era stata una giornata impegnativa e voleva restare in silenzio tra le braccia sicure di quel ragazza, ma allo stesso tempo avrebbe voluto rimanere da sola, pensare a cosa stava succedendo nella sua vita.
Nico dovette comprendere a grandi linee il suo stato d'animo, perché non tentò di nuovo di baciarla.
Arrivati alle stalle aiutò Aida a salire sul solito tetto e una volta lì la avvolse tra le sue braccia, rimanendo in silenzio a guardare le stelle, il petto che faceva su e giù sotto il capo di Aida.
E mentre il ragazzo pensava a quanto fosse fortunato ad aver trovato quella ragazza, Aida guardava nel vuoto, ampliando tutti i sensi.
Sentiva le dita di Nico accarezzarle un braccio, in lontananza degli insetti rumoreggiavano, l'acqua del ruscello cantava piano, come una ninna nanna.
E dopo tutto quello stress, dopo tutte quelle situazioni improvvise e inaspettate, Aida si lasciò andare.
Si addormentò tra le braccia di Nico, sentendosi al sicuro, dopotutto.



Spazio autrice
Come promesso, doppio capitolo oggi.
Le cose si fanno interessanti.
E CALIPSO È SEMPRE IN MEZZO AI COGLIONI.

Firmiamo una petizione per abolire le Calipso?

GRΣΣΚS || LΣΘ VΔLDΣζWhere stories live. Discover now