42. Letters

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Quando Cheryl arrivò all'Istituto, dopo essersi cambiata al suo appartamento, trovò un gran trambusto.
Raggiunse velocemente i suoi amici, trovandoli indaffarati davanti a computer e altre apparecchiature.

"Che succede ?" Chiese, allarmata.
"Tu non sei la prossima ! Dobbiamo trovare un tuo inquilino scomparso, potrebbe essere in pericolo." Parlò velocemente Alec, senza neanche guardarla. Non distoglieva gli occhi da uno schermo.
"Avete qualche indizio ?" Chiese allora la bionda.
"Speriamo sia a New York, non ci resta che identificarlo in base alle telecamere della zona. A quanto pare ha trascorso pochissimi giorni nel suo appartamento." La informò Izzy.
"Volete che parli con il proprietario del palazzo ? Sicuramente ha ancora il contratto dell'affitto." Propose.
Non le rispose nessuno.
"Oppure potrei aiutarvi con l'identificazione." Sforzò un sorriso.
Jace guardò Alec e gli fece un cenno con la testa.

"Vieni." Il moro la prese per mano e la portò in un corridoio più appartato.
"Posso parlarti un attimo ? Sembra che sia trasparente per te." Sbuffò la Kidshot.
"È un momento delicato per le indagini ora, la vita di qualcuno è in pericolo e ne abbiamo abbastanza di queste morti. "
"Voglio solo aiutarvi, Alec, come ho sempre fatto !" Si passò una mano tra i capelli.
"Lo so, lo so. Ma diciamo che ora servono le abilità di  uno Shadowhunter, non che tu non lo sia ma"
"Va bene. - lo interuppe - Non mi volete qui. Recepito." Forzò un sorriso amaro.
"Non hai capito quello che intendevo Cher..." sospirò.
"Ho capito sin troppo bene purtroppo." Rispose secca, poi si voltò e si allontanò.

"Sei proprio uno sciocco Alexander." Sbuffò Magnus, spuntando al suo fianco. Era stato lì abbastanza da aver sentito la conversazione.
"Cosa ne sai tu Magnus, eh ?" Sbottò il ragazzo.
"Abbastanza."
"Abbastanza ? Non sai nulla sulla nostra relazione e soprattutto su di lei. Tieni per te i tuoi commenti, non è il momento." Disse, arrabbiato.
In realtà cio che provava era frustrazione per come la ragazza aveva reagito e la prima persona su cui aveva potuto sfogarsi era stato lo stregone.

Lo superò con una spallata mentre Bane rimase composto.
"È il suo complenno !" Lo avvisò a voce alta.
"Cosa ?" gli chiese Alec, improvvisamente calmo.

Magnus si voltò lentamente, senza il suo solito sorrisino irriverente.
Ogni giorno che passava, capiva sempre di più quanto Cheryl stesse a cuore ad Alexander e che c'era poco su cui scherzare.

"Compie ventidue anni, Shadowhunter. Presumo volesse solo trascorrere del tempo con te."
Alec abbassò lo sguardo, realizzando solo in quel momento quanto stupido fosse stato a non averla neanche ascoltata.

La ragazza, invece, prima di lasciare l'Istituto aveva sfilato lo stilo dalla tasca di uno Shadowhunter e lo aveva infilato in borsa. Aveva un piano ben preciso in mente.
I suoi amici non desideravano il suo aiuto ? Poco male, lei avrebbe comunque investigato.

Così si recò a casa di Laura, la nipote della signora McKennedy, si fermò fuori dalla porta ed estrasse lo stilo dalla borsa. Scostò il collo del maglione e disegnò la runa dell'invisibilità sulla clavicola.
La ricordava grazie ad Alexander, l'aveva vista sul suo petto.

Alec.

Ripensandoci si rabbuiò per un momento: ci era rimasta davvero male per come l'aveva trattata. Ma in fondo non lo incolpava, capiva quanto fosse stressato per quella situazione.
Spazzò via quei pensieri e si concentrò sulla missione.

Entrò di soppiatto e notò con piacere che la donna non c'era.
Prima cercò nel salone, non trovando nulla. Dopodichè passò allo studio, aprendo ogni cassetto di ogni mobile.
E, finalmente, trovò qualcosa di interessante.
Infatti, in un doppio fondo, reperì delle lettere.
Le lesse velocemente: corrispondenza tra Laura e la McKennedy. Si mettevano d'accordo sul togliere di mezzo il marito della donna e fantasticavano su cosa fare con i soldi che avrebbero ereditato e che si sarebbero divise.

Con quelle prove in mano, la colpevolezza delle due era evidente e ciò significava che anche Laura era una potenziale vittima nonchè una persona da consegnare alla polizia. Così, riordinò tutti i cassetti e uscì dalla casa.

Quando era ormai arrivata alla centrale, il suo telefono suonò a causa di una chiamata da Alec.
"Sono impegnata, dimmi." Rispose, leggermente tesa.
Non aveva mai scoperto un assassinio, era un qualcosa di completamente nuovo per lei.
"Hmm... volevo solo chiederti scusa Cher, per prima. Sono solo molto stressato." Lo sentì sospirare dall'altro capo del telefono.
"È tutto okay. Ora devo davvero andare, ci vediamo." Senza farlo replicare, riagganciò.

Guardò la targa sopra l'entrata della centrale e sospirò: era la cosa giusta da fare.

Hola babes ❤️❤️
Che ne pensate del capitolo? Cosa farà Cheryl? Votate e commentate, vi amo ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

You Shot My Heart - Alec Lightwood Where stories live. Discover now