Capitolo otto.

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Ice on fire

capitolo 8

 

Ci sono io qui Hannah” continuava a ripetere Harry.
Me ne stavo lì in cima alla roccia, tremante.
Avevo seguito i ragazzi fino a una laguna e come loro, mi ero arrampicata sulle rocce con molta facilità, ma le mie vertigine non erano il massimo nella discesa.
Forza Hannah scendi!” mi urlò Louis. Erano rimasti solo lui ed Harry ad aspettarmi, gli altri se ne erano già andati da un pezzo.
Avevo solo 8 anni.
Come faccio a sapere che mi prenderai?” urlai a Harry.
Devi fidarti di me Hannah, sempre.”

Continuava a correre, ansimando.
Intorno a me il buio più totale e l'unico rumore era una voce alle mie spalle.
«Sarò velocissimo..» continuavo a sentire nella mia testa.
Lo sentivo alle mie spalle, vicino, troppo vicino.
E correvo. Non mi fermavo.
Non volevo essere presa. Non dovevo essere presa.
«Harry.. - sussurrai – Harry!»
Aprii gli occhi e mi ritrovai in camera mia,nel mio letto.
Ero un pezzo d'acqua.. il fiatone.
«Hannah! - Louis aprì di colpo la porta della mia stanza e si precipitò al mio fianco – Ho sentito l'urlo, stai bene?»
«Si, - risposi – era solo un incubo.» Guardai fuori dalla finestra cercando di pensare ad altro.
«Hai ricordato.. quella notte vero?» Domandò lui, incerto.
Io annuii.
«Sai sono un po' geloso, - disse a un tratto – che il primo nome che tu abbia fatto sia stato Harry e non il mio!»
Scoppiai a ridere e gli diedi scherzosamente una spinta e lui di rimando mi strinse tra le sue braccia.
«Grazie per non averlo detto a mamma e a papà..» dissi.
«Non lo farò, solo se mi assicuri che tu stai bene.»
Feci cenno di si con la testa.
«Dovrò ringraziare Harry, - disse infine alzandosi – però Hannah stai attenta, nasconde qualcosa.»
Lo guardai avvicinarsi alla porta e infine uscire.
Rimasi qualche minuto a fissare il muro, pensierosa. Cosa mai poteva nascondere Harry? Da quando era tornato avevo sempre pensato che il suo unico obiettivo fosse quello di ritornare il bullo del quartiere. Poteva esserci dell'altro?
Mi addormentai immersa in quei pensieri, ringraziando il cielo di non aver avuto altri incubi. Ma un altro incubo era in agguato. E me ne sarei resa conto proprio quella mattina.
«Hannah dobbiamo parlare!» Disse seria mia madre, seduta a capotavola.
«Devo andare da Aria, - presi un biscotto al volo – possiamo parlarne più tardi?»
«Hannah, - si intromise mio padre – siediti.»
Non ebbi il coraggio di ribattere. Mi sedetti di fronte mia madre, con mio padre che se ne stava in piedi, poggiato al lavello. Camicia e cravatta. Tutto in tiro.
«Tua madre ieri è andata a parlare con i tuoi professori..» iniziò mio padre.
«Cosa?!» strabuzzai gli occhi.
In tutti quegli anni scolastici, i miei genitori non avevano mai messo piede a scuola. I miei professori li conoscevano solo per nome dell'azienda, il resto era un mistero.
«Hannah la tua media sta scendendo, - proseguì mia madre – hai preso due C negli ultimi compiti, non puoi permettertelo!»
«Ho avuto solo un po' di difficoltà, tutto qui.» cercai di giustificarmi.
«Che ti sta succedendo? - continuò lei – Non sei mai andata così male come quest'anno e siamo solo all'inizio!»
«C'è tutto il tempo per rec..» provai a dire ma mio padre mi interruppe bruscamente.
«Ti hanno vista in giro con Harry Styles, è vero?»
«Oh mio dio non vorrai davvero mettere Harry in mezzo a tutto questo?»
«Rispondi a tuo padre Hannah.» mi incalzò mia madre.
«E' possibile che ci abbiano visto parlare, è inevitabile abitiamo uno di fronte all'altro!»
Stavo iniziando a contorcermi sulla sedia per via della rabbia. Non riuscivo a sopportare questi discorsi.
«Quel ragazzo è pericoloso Hannah, - mio padre mi puntò un dito contro – e io non permetterò a un teppista qualsiasi di rovinare il futuro di mia figlia.»
«Non è un teppista!» ringhiai.
«Vuoi andare ancora all'accademia di moda vero? - annuii – Bene allora dimenticati di Harry Styles!»
«Non puoi..»
«Devo essere più chiaro?» Mio padre sbattè talmente forte la mano sul tavolo che notai le dita diventargli subito rosse. Io sussultai allo schianto e lo guardai in modo cagnesco.
«Chiarissimo.» Dissi tra i denti.
Mi alzai dalla sedia e andai a prendere la giacca.
«Ma che succede?» mio fratello scese dalle scale e si guardò attorno, confuso.
«Cercano nuovi metodi per rovinarmi la vita.» Gli risposi io, aprendo la porta e sbattendola più forte di come aveva fatto prima mio padre con la sua stessa mano.
 

Ice on Fire :: hes  {in correzione}Where stories live. Discover now