Capitolo quattordici.

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Ice on fire

capitolo 14

La stanza era molto piccola. La finestra era semichiusa, per una vite mancante e per questo entrava il gelo. Sulla destra c'era un piccola bagno con una doccia e un lavandino. Rimasi perplessa quando mi accorsi che c'era solo un letto.

«Io dormo per terra, - disse a un tratto Harry – tranquilla.»

Mi superò e andò verso la finestra per cercare di coprire in qualche modo la fessura.

«Vuoi lavarti prima tu?» gli chiesi.

«Vai tu.»

Annuii.

Ero molto imbarazzata. Io e Harry avremmo passato la notte nella stessa stanza, da soli. Una notte lunga e gelida. Sentii le guance andarmi a fuoco al pensiero, e per non farmi accorgere da lui mi precipitai dentro il bagno e chiusi la porta. Mi guardai allo specchio e notai i capelli completamente fradici e i vestiti appiccicati al corpo. Mi tolsi gli stivali zuppi e appesi i vestiti sul termosifone. Rimasi sotto l'acqua caldo per almeno mezz'ora. I brividi di freddo erano scomparsi e sentivo i muscoli che piano piano si rilassavano. Mi insaponai la schiena, le spalle, tutto il corpo. Finalmente mi sentivo pulita e mi ero riscaldata abbastanza. Chiusi l'acqua e mi avvolsi nell'asciugamano. Notai il vetro appannato e scherzosamente ci disegnai sopra. Venne fuori un accurato fiocco di neve e sorrisi. Mi tornarono in mente quei momenti quando da piccola disegnavo su i finestrini della macchina e mio padre ripetutamente mi urlava contro. “Rimangono i segni”, mi diceva. Lo guardai per un altro attimo e poi uscii. Trovai Harry sdraiato sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto. Quando si voltò verso di me le guance ripresero ad arrossire. Avevo solo un asciugamano addosso e i capelli bagnati sulle spalle. Harry si alzò, rimase qualche secondo davanti a me e poi mi superò, chiudendosi in bagno. Rimasi a fissare la porta chiusa, fin quando sentii il cellulare vibrare sul tavolo. Quando lessi 'Liam' sul display, entrai nel panico. Avevo ignorato le sue chiamate per tutto il giorno.

«Ehi!»

Hanna! - esclamò, preoccupato – Ma dove sei finita?

«Scusa ma sono stata occupatissima e adesso sono da Aria che si sente poco bene.» mentii.

Non uscite di casa, mi raccomando! Stai bene?

«Si, tranquillo.»

Mi raccomandò dell'altro e mi si spezzava il cuore dovergli mentire. E quando chiuse rimasi a guardare lo schermo del telefono, sentendomi in colpa.

«Problemi?» sussultai.

Harry uscì dal bagno con ai fianchi un asciugamano e i riccioli bagnati appiccicati alla fronte.

«Era Liam, - indicai il telefono – gli ho dovuto inventare una balla.»

«Se fossi rimasta a casa te la saresti risparmiata.»

Lo vidi infilarsi i boxer da sotto l'asciugamano e abbassai lo sguardo, imbarazzata.

«Non ci provare a farmi sentire in colpa, - dissi – non ci riesci.»

Andai verso il bagno e mi infilai anche io la biancheria intima, un pantalone e una maglietta pulita. Grazie al cielo avevo portato qualcosa di ricambio. Harry al contrario

non si era portato nulla e rimase in boxer, con i miei occhi che urlavano e bruciavano allo stesso tempo.

«Hai sentito i tuoi?» mi chiese.

«Ho mandato un messaggio a mia mamma, - urlai per sovrastare il rumore del phon – le ho detto che rimango da Aria per via della tempesta.»

Lo sentii ridere. Sicuramente per le balle che continuavo a dire.

Ice on Fire :: hes  {in correzione}Where stories live. Discover now