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I miei occhi rimangono incollati alla porta di casa Parker così come i miei piedi rimangono ancorati al pavimento piastrellato. Questa casa mi ricorda mio padre più di tutto e fa parecchio male rivederla così da vicino. Il mio sguardo si sposta sulla piscina coperta alle mie spalle, mille ricordi mi inondano, ma mi affretto a cacciare indietro le lacrime e seguire Harry dentro casa.

"Sai dirmi dove posso sistemarmi?" domanda Harry guardandomi attentamente. "Sì, puoi... sali le scale e scegli la camera che ti pare, ce ne sono sei. La seconda sulla destra è la mia." blatero fissando il divano beige dove passavo tutto il mio tempo da bambina.

"Tu stai- stai bene?" si schiarisce la gola. "Tu staresti bene se ti trovassi nella tua vecchia casa di famiglia dove trascorrevi tutto il tuo tempo con tuo padre adesso defunto?" "No, chiaramente no." "Allora hai appena risposto." mormoro per poi dirigermi verso lo studio di mio padre.

Finito il corridoio raggiungo la porta della stanza, le lacrime ritornano a pizzicarmi gli angoli degli occhi quando le mie dita sfiorano il foglio di carta appiccicato al legno: raffigura un omino con delle strisce orizzontali sulla testa, accanto a lui un omino più piccolo con delle strisce marroni e verticali sulla testa e un triangolo azzurro sul corpo che dovrebbe rappresentare un vestito. Sotto agli omini c'è un prato e poi una scritta che riconosco bene: "Papà Josh e Brookie!! <3<3<3" l'ho scritta io quando avevo otto anni... nel momento esatto in cui sfioro l'impronta blu della mano più grande proprio sopra gli omini le lacrime cominciano a bagnarmi il viso. Mi manca il mio papà.

Apro la porta dello studio e trattengo un respiro quando noto altri miei disegni sparsi qua e là sulle pareti, poi una casa delle bambole in legno e infine la solita scrivania piena di vecchi documenti. Forse potrebbe esserci qualcosa che riguarda me tra quei fogli?

"Brooklyn? Lyn, dove sei?" sento la voce di Harry in lontananza e mi affretto ad asciugare le lacrime.

"Sono qui!" esclamo. I suoi passi si fanno sempre più vicini fin quando la porta socchiusa viene, ancora una volta, aperta da Harry. I suoi occhi si scontrano con i miei rossi e gonfi, ma non dice nulla.

"Pensavo che potremmo cercare qualcosa tra tutti questi documenti, qualcosa che mi riguarda. Sempre se vuoi darmi una mano." dico. "Da dove comincio?" domanda. Un piccolo sorriso si fa spazio sulle mie labbra. "Ci sono tre cassetti sotto alla scrivania." rispondo. Annuisce per poi prendere posto sulla vecchia sedia girevole di mio padre. Io, invece, prendo posto sul pavimento, proprio di fronte alla grande libreria munita di spazi ormai vuoti e cassetti. Ne apro uno osservando le tante cartelle ripiegate e ammassate tra di loro. "Lavoro, lavoro, ancora lavoro, Olivia, lav-" mi zittisco, pescando la cartella di mia madre.

Perché mai mio padre dovrebbe avere una cartella su mia madre?

Sospiro e la apro. Le prime due pagine sono piene di dati anagrafici compresi i luoghi lavorativi (davvero pochi) e tutte le macchine che ha avuto. Otto. Wow. Che scoperte interessanti, papà. Poco interessata alle macchine della mamma decido di passare avanti, nel terzo foglio c'è scritto dell'altro lavoro di cui la mia dolce mammina si occupa. Ci sono un sacco di nomi d'armi, ma quello che attira la mia attenzione sono due dei tre nomi che conosco abbastanza bene.

-Rojas, Felipe.

-Agrin, Adam.

-Servizi, Edoardo.

"Chi è Adam Agrin?" domando ad alta voce. "Mmh?" Harry si volta nella mia direzione. "Ci sono i nomi di Rojas e Servizi, ma c'è anche un certo Adam Agrin... sai chi è?" "No, Olivia non mi ha mai parlato di lui." risponde il riccio alzandosi, tiene un disco tra le mani. "Tu hai trovato qualcosa?" chiedo. "Niente che ci possa essere d'aiuto, ma ho trovato qualcosa di piuttosto interessante." un sorrisetto enigmatico gli occupa il volto catturando così la mia attenzione. "C'è un dvd per caso? Tua madre mi ha detto che ha già provveduto per la luce e l'acqua, quindi..." "A che ti serve un dvd, cos'è quello?" mi alzo, posando la cartella sulla scrivania. "Tu ce l'hai, sì o no?" ribatte. "Sì, è nel sal-" non mi lascia finire, afferra il mio polso e mi trascina fino al salone.

"Allora, che c'è in quel dvd di così tanto importante?" lo guardo mentre lui accende il televisore.

Il riccio sorride divertito, osservando il dvd che tiene in mano. "Il ragazzo ideale di Brooklyn." legge e, mentre i suoi occhi puntano su di me, il mio viso comincia a perdere tutti i colori. 

Let's play a game. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora