Leggende.

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La camera di Dylan era una camera azzurra, il letto si trovava poggiato contro una parete che davanti a sé aveva due grandi finestre, era sempre in disordine, sulla sua sedia aveva appoggiato la sua divisa di lacrosse con qualche altro vestito, probabilmente utilizzati nei giorni precedenti, Dylan non era mai stato famoso per l'ordine.
Quella sera Aurora nonostante fosse rimasta a dormire con Dylan non riusciva a prendere sonno.
Dylan aveva provato a consolarla ma poi era caduto in sonno profondo, appena il sole iniziò a splendere Aurora si alzò dal letto di Dylan, cercando di non svegliarlo e si recò a casa sua, se sua madre avesse scoperto che aveva passato la notte fuori casa senza avvisarla probabilmente avrebbe dato di matto.

Aurora salì lentamente le scale, controllò che tutti dormissero, ma quando entrò nella cameretta di James lo trovo in piedi sul suo lettino che guardava Aurora, aurora si avvicinò al bambino che abbracciava forte il suo peluche.
«Rora.» le tese le braccia continuando a tenere il suo peluche in mano, Aurora lo prese in braccio e lo cullò pee un po', non ci volle molto prima che tornasse a dormire e si mise a dormire accanto a lui.

Quando Aurora aprì nuovamente gli occhi le sembrava di aver dormito appena dieci minuti, si alzò in fretta e dopo essersi vestita scese a fare colazione, Gaia alzò lo sguardo verso di lei e si accigliò.
«Hai dormito?» le chiese dolcemente passandole una tazza di thè verde.
«Poco.» fece spallucce la ragazza legandosi i capelli.
«Brandon non ha scelto il modo migliore per dirtelo, mi dispiace.» disse sua madre guardandola dispiaciuta, quasi come se la colpa fosse sua, ma non lo era affatto, l'unico con cui in quel momento era arrabbiata Aurora era sua padre, si sentiva egoista ad esserlo, ma non poteva farne a meno.
«Non ha fatto niente di male, mi ha solo detto come stavano le cose senza tanti giri di parole.» rispose la ragazza dai capelli biondi inzuppando dei biscotti nella sua tazza di thè.
«Ti avremo rovinato la serata...» Aurora interruppe la madre prima ancora che potesse terminare la frase «L'unico che mi ha rovinato la serata é stato papà.»
«Oh andiamo non riniziare Aurora. Se papà ha scelto di rimanere ci sarà un motivo, smettila di fare la bambina di due anni.» si intromise bruscamente Travis prendendosi la sua tazza di cappuccino.
«La bambina di due anni? Speravo semplicemente che almeno per il mio compleanno ci sarebbe stato. Ma a te che importa? Il tuo compleanno non se l'è mai perso, il mio è da dieci anni che lo salta.» sbuffò Aurora e non lasciò nemmeno il tempo di rispondere a Travis che andò in salotto e prese la sua borsa di pelle e uscì.
Senza salutare nessuno, era questo il modo di reagire di Aurora, quando era arrabbiata con qualcuno lo era con tutto il mondo.
Salì velocemente in macchina di Dylan senza dire niente se si allacciò la cintura.
«Buongiorno anche a te.» disse Dylan per poi come risposta ricevere uno sguardo di fuoco dalla sua amica, così mise in moto senza più fiatare.
«Auro...» sussurrò Dylan voltandosi verso l'amica dopo aver parcheggiato.
«E se avesse prolungato la sua permanenza perché non sta bene D?» sospirò Aurora «Non riesco a smettere di pensarci.»
«Ve lo avrebbe detto, non pensare al peggio.» rispose Dylan, non sapeva mai come consolarla, lui non aveva mai provato questa cosa.

***

Aurora aveva seguito poco o niente delle lezioni che aveva avuto e a mensa si mise seduta accanto a Dylan.
Vide in lontananza Noah e lo salutò con la mano, Dylan si girò verso la sua direzione per capire chi stesse salutando e sorrise.
Era felice che finalmente Aurora avesse trovato qualcuno oltre a lui con cui passare del tempo, anche se l'idea che la sera prima lei si fosse sfogata con Noah prima che con lui gli creava una sorta di fastidio.
«Vai da lui.» disse Dylan.
«No no.» Aurora scosse la testa e tirò fuori dalla sua borsa il suo pranzo.
«Posso unirvi a voi?» chiese la voce inconfondibile alle spalle di Aurora, Aurora si voltò verso Noah e a sua sorpresa vide che il ragazzo non indossava la giacca da football ma anzi indossava un maglioncino celeste con dei jeans neri larghi un po' strappati.
Aurora sorride e annuì, mentre Dylan si limitò a raggruppare le sue cose per fargli spazio.
«Tu sei Dylan giusto? Siamo nello stesso corso di fisica.» sorrise il ragazzo castano sedendosi accanto alla bionda.
«Esatto.» annuì Dylan «Mi sono appena ricordato di dover fare una cosa, ci si vede.» Dylan raccolse le sue cose e se ne andò sotto lo sguardo perplesso di Aurora.
«In realtà era venuto qui per chiederti una cosa. Travis mi ha detto che non ti piacciono le feste ma ci provo lo stesso. Stasera il mio migliore amico dà una festa é una cosa tranquilla lo giuro.» disse Noah guardando Aurora che iniziava a scuotere la testa.
«Se non ti piacerà ce ne andremo. Ma sono sicuro che ti divertirai.» Noah guardò Aurora implorandola di accettare la sua offerta, ma la ragazza nella sua testa non riusciva a fare altro che pensare che accettare sarebbe stata una scelta da stupida, perché non esiste nessuna festa tranquilla, senza alcool e senza nessuno che si ubriacava e ne era testimone Dylan, il suo migliore amico aveva organizzato spesso feste facendole passare per feste tranquille ma di tranquillo non avevano mai avuto niente.
Lei non c'era mai andata a quelle feste ma da casa sua aveva potuto osservare tutte le dinamiche.
Aurora trovava carino che Noah provasse a portarla a una festa, dove per giunta avrebbe conosciuto il suo migliore amico, che a detta di Travis era la persona più socievole al mondo stava simpatico a chiunque.
In più giravano voci, alcune delle tante che giravano su Noah secondo cui quando Noah presentava i suoi amici a una ragazza era perché voleva farci sul serio, ma questo non era mai accaduto, Noah non aveva mai presentato i suoi migliori amici a una ragazza, li amici di Noah non frequentavano la sua stessa scuola ma anzi frequentavano la principale rivale della scuola di Aurora, la London High School, era una scuola privata, probabilmente la più costosa di Londra o forse di tutto il Regno Unito, Noah aveva frequentato lì due anni per poi cambiare liceo, Aurora non credeva a queste sorta di leggende anche se in fondo sperava che Noah volesse presentarle i suoi migliori amici, Thomas, Derek e Scott, perché a lui lei interessava.
«Va bene» sospirò Aurora «ma se non mi piacerà mi dovrai offrire la pizza più buona che esista a Londra.» sorrise Aurora guardandolo.

Let Me Love You.Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum