Continuazione del capitolo precedente.

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Canzone consigliata per la lettura: Our Corner of the Universe  di K.S Rhoads.

Aurora riuscì ad aprire gli occhi dopo diversi tentativi, le sembrava di aver dormito per una settimana, si sfregò gli occhi prima di riuscire mettere a fuoco l'ambiente che la circondava.

Aurora si girò subito a guardare la sveglia.

12:45.

A quest'ora sarebbe dovuta essere a scuola, si chiese come fosse possibile che Travis non l'avesse svegliata, e soprattutto come aveva fatto a non sentire la sveglia suonare, aveva sempre avuto il sonno leggero, ogni minimo rumore la svegliava era sempre stato così, allungò il braccio verso il comodino per cercare di afferrare il suo cellulare.

Quando ebbe il suo telefono tra le mani, lo sbloccò trovando diversi messaggi da parte di Dylan.

"Ho bisogno di parlarti. Ti aspetto all'ingresso."

"Aurora, dove sei?"

Aurora non fece in tempo a rispondergli che sentì la porta della sua camera spalancarsi lasciando entrare sua madre in camera.
«Sei sveglia finalmente.» sorrise calorosamente prima di prendere posto sul letto accanto ad Aurora.
«Travis mi ha detto che eri stanca per questo non ti abbiamo svegliata per la scuola.» affermò sua madre mettendo un braccio attorno alle spalle di Aurora e cercando di avvicinarla a sé.

La ragazza lasciò fare, in quel momento non voleva niente di più che essere coccolata da sua madre. 
«Quando siete arrivati?» fu l'unica cosa che Aurora riuscì a dirle, avrebbe voluto raccontarle ciò che era successo alla festa, perché sapeva che sua madre non l'avrebbe mai giudicata, ma al contrario avrebbe fatto di tutto per cercare di alleggerirle quel macigno che Aurora da una settimana si portava dietro, eppure lei non riusciva, per quanto sentiva dentro di sé una voglia irrefrenabile di dirle tutto, non ci riusciva, si sentiva stupida, perché forse da un lato se l'era cercata lei.

É questo no che dice la gente quando accadono queste cose?
Che se lo si è cercato.
Perché il vestito era troppo corto, o perché forse ha dato dei segnali che gli hanno fatto pensare che lui potesse agire senza il suo consenso.

Ciò che tormentava più di tutto Aurora era il pensiero di cosa sarebbe potuto succedere se in quella camera non fossero entrati due ragazzi a fermare Matthew.
«Questa mattina.» rispose sua madre richiamando la ragazza alla realtà.

Aurora annuì, non sapeva cosa dire, aveva tante cose che avrebbe voluto dirle, ma non ci riusciva, l'unica persona con cui voleva parlare dell'accaduto in quel momento probabilmente si trovava tra le braccia di Cece, e questo ad Aurora urtava, non si sapeva spiegare il perché, ma le dava fastidio da morire l'immagine di Dylan tra le braccia di un'altra ragazza.

«Auro... Qualsiasi cosa ti tormenti smetterà di farlo quando lo condividerai con qualcuno...» sussurrò appena sua madre mentre cercava di sistemare la chioma bionda della figlia, tutta spettinata.

Aurora si guardò in giro, come se fosse pronta a scappare piuttosto che parlarne, non credeva tanto a queste cose, al fatto che parlare aiutasse, perché se qualcosa accade, ormai è successo, e parlarne con altri non serve a nulla, non può impedire che accada se è già successo.

«Sono andata a una festa...» iniziò a dire Aurora, quasi senza pensarci, sapendo che probabilmente sua madre si sarebbe innervosita già solo da quella frase perché aveva chiesto di stare a casa con i suoi fratelli almeno in quei giorni in cui lei e Niall sarebbero stati assenti, ma sua madre non disse niente, ma anzi era pronta ad ascoltare tutto senza giudicarla, nonostante avesse disobbedito.

Let Me Love You.Where stories live. Discover now