"Gli ho detto che lo amavo lui non ha detto niente."

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Aurora rimase un po' a fissare la persona davanti a lei per poi finalmente abbracciarlo.
«Cosa ci fai qui, Trav?» chiese Aurora appoggiando la testa nell'incavo tra il collo e la spalla del fratello, il ragazzo ricambiò l'abbraccio.
Quando sua sorella aveva aperto la porta per un secondo non l'aveva riconosciuta: era dimagrita a vista d'occhio, e lei non era mai stata una ragazza che aveva bisogno di dimagrire, anzi era sempre stata magra. Ma anche il suo viso non riusciva a paragonarlo ad Aurora, i suoi occhi erano truccati con una linea marcata di eyeliner in contrasto con i suoi occhi chiari.
Travis aveva evitato tutti gli allarmi d'emergenza di Noah, che ogni volta che ne aveva occasione gli diceva che l'Aurora che aveva davanti in quegli ultimi mesi non era l'Aurora per cui tre anni prima aveva perso la testa.
«Siamo tutti qui, anche mamma e papà con James, Brad e Harry, anche Daisy e Cloe. Ci mancavi.» sorrise Travis baciando la testa alla sorella per poi essere il primo a porre fine a quell'abbraccio.
«Dovresti mangiare di più o finirai per scomparire.» disse Travis entrando nella stanza della ragazza «E ti preferisco più acqua e sapone. Così non mi piaci, sembri un pagliaccio.» proseguì Travis.
«Hai fatto nove ore di volo solo per questo?» chiese Aurora chiudendosi alle spalle la porta.
«No, Noah dice di essere preoccupato per te.» ammise Travis guardandosi in giro.
«È vero quello che dice Noah su di te?» chiese il ragazzo guardando per qualche secondo il mazzo voluminoso di rose bianche.
«Cosa dice Noah?»
«Che vai a letto con chiunque.»
«Non è vero.» rispose Aurora spostando lo sguardo da suo fratello a un punto indeterminato della stanza.
Travis continuò a guardarla, conosceva sua sorella abbastanza bene da sapere quando gli mentiva, quando Noah gli aveva riferito ciò che stava succedendo, lui aveva faticato a crederci, conosceva abbastanza sua sorella da dire che non la riconosceva. L'Aurora di una volta non avrebbe mai fatto ciò che stava facendo se non con quello che lei chiamava "principe azzurro".
Era sempre stata convinta di voler aspettare fino a quando non avrebbe trovato la persona giusta.
«Avevi detto che avresti aspettato.»
«Sei l'ultima persona che  si può arrabbiare per questa cosa Travis, ti ricordo che hai avuto una figlia a sedici anni.» rispose Aurora scocciata.
«Non ho mai detto di voler aspettare. Tu Aurora sì, lo dicevi sempre, avresti aspettato la persona giusta. Non venti persone di cui sai solo il nome.»
«Le persone cambiano i loro pareri.» fece spallucce Aurora.
Aurora avrebbe voluto dirgli che lei la persona giusta l'aveva trovata, ma che l'aveva rifiutata per combattere guerre che non gli appartenevano.
Perché Aurora era convinta che Dylan era quello giusto, era stato l'unico che aveva veramente amato e per cui avrebbe dato tutto, glielo aveva anche detto, ma a lui non aveva minimamente toccato.
Travis fece per rispondere alla sorella ma venne interrotto dal bussare alla porta.
Aurora aprì per poi essere travolta dall'abbraccio di sua madre e suo padre.
«Ci sei mancata.» disse Gaia intenta a non voler lasciare andare Aurora.

***

Niall era riuscito a convincere Aurora a uscire fuori a mangiare solo loro due, come non accadeva da anni.
«Ti danno da mangiare qui?» chiese Niall scherzando anche se era preoccupato per lei, aveva sentito qualche volta le chiamate tra Travis e Noah e gli bastava vedere sua figlia per capire che non stava bene.
«Sì.» sorrise Aurora, suo padre annuì guardando la figlia che giocava col cibo nel piatto senza metterlo in bocca.
«Non hai fame?» chiese Niall guardando la ragazza di fronte a lui, la quale fece spallucce.
«Non sapevo che tra te e Dylan fosse tutto finito, non me lo aveva detto nessuno. Pensavo foste ancora migliori amici.»
Aurora scosse la testa «Abbiamo preso strade diverse.» si limitò a dire la ragazza.
Non aveva parlato a nessuno del perché tra lei e Dylan le cose fossero finite male, Travis sapeva solo che lui aveva fatto soffrire sua sorella e questo a lui bastava per non poterlo nemmeno sentire nominare, rimpiangeva i tempi in cui avrebbe potuto tirargli un pugno.
«Prima di partire sono andato a trovarlo, era da tanto che non lo vedo, l'ho visto contento.» disse Niall mentre Aurora cercava di capire dove cercasse di arrivare.
«Non voglio mentirti Aurora, mi è capitato di sentire alcune conversazioni tra Noah e Travis, e tutti dicono di essere preoccupati, per questo siamo qui. Io e tua madre crediamo sia meglio che tu torni a Londra.»
«Io sto benissimo qui. Non voglio tornare a Londra.» rispose Aurora scuotendo la testa.
«C'entra Dylan?»
«No.» ammise Aurora guardandosi in giro.
«Cosa è successo tra voi due?» chiese suo padre, sapeva che probabilmente Aurora avrebbe cambiato discorso, i tempi in cui lei gli diceva tutto ormai erano finiti, era cresciuta a aveva imparato a tenersi tutto per sé.
«Ha preso una strada che sapeva bene non avrei mai appoggiato.» fece spallucce Aurora lasciando sorpreso suo padre che mai avrebbe creduto le rispondesse.
«Probabilmente non gli è mai importato di me. Quando ho ricevuto la lettera di ammissione per Yale sono andata a trovarlo dopo quasi un anno in cui lui era sparito senza dire niente.
Per me Dylan era un valido motivo per restare a Londra, ma a lui non importava di me.» Aurora fece spallucce, iniziando finalmente a mangiare il suo panino.
Niall aveva sempre pensato che Dylan provasse qualcosa per la figlia e nonostante non fosse contento che qualcuno volesse provare a portargli via la sua bambina, era felice che fosse Dylan.
«A Dylan è sempre importato di te Aurora, pendeva dalle tue labbra. Un padre capisce quando qualcuno cerca du conquistare la propria figlia. Probabilmente non vi siete capiti.» ammise Niall, per lui era l'unico motivo plausibile, ma Aurora scosse la testa.
«Non penso possa aver frainteso, papà. Gli ho chiesto un valido motivo per restare, perché ero innamorata di lui e gliel'ho detto guardandolo in faccia, e lui non ha detto niente.» rispose la ragazza lasciando senza parole suo padre che per una volta non aveva nessuno dei suoi ottimi consigli da darle.

***

Aurora aveva dovuto lasciare suo padre dopo il pranzo perché aveva promesso di aiutare Noah in biblioteca e non poteva più dargli buca.
«Ti ha mandato delle rose? Beh finalmente dopo tre anni si è ricordato il giorno del tuo compleanno.» disse Noah sistemando alcuni libri negli scaffali.
«Non gli hai scritto vero? Non se lo merita, gli hai detti che lo amavi e non gliene fregava niente, non gli è importato per tre anni. Non meriti una persona così.»
Aurora avrebbe voluto rispondere a Noah ma sentì entrare qualcuno perciò evitò, non le piaceva parlare della sua vita privata in giro. Avrebbero ripreso il discorso appena sarebbero stati da soli.
Noah si allontanò dirigendosi verso l'entrata per controllare chi fosse.
Dopo qualche minuto Noah la raggiunse elencandole alcuni libri da cercare.
Doveva essere qualcuno che aveva cambiato un'università al terzo anno iscrivendosi a fisica perché aveva ordinato solo libri del terzo anno.
Aurora prese tanti libri quanti ne riusciva a tenere portandoli alla cassa.
Solo quando però alzò lo sguardo dai libri al cliente, il sorriso che aveva le svanì, rendendosi conto di chi fosse la persona di fronte a lei.

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