13.

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Era ormai buio quando Taehyung rientrò a casa. Jeongguk gli aveva imposto un passaggio, sebbene il giovane studente fosse abituato ai mezzi pubblici; sapeva benissimo come rientrare a casa da solo, ma il bibliotecario lo obbligò ad accettare quell'aiuto e così lo accompagnò fin sotto casa. Taehyung, quando mise piede all'interno dell'appartamento buio, non lo fece con l'angoscia soffocante in corpo come accadeva ogni giorno da qualche anno ormai. Questo perché sapeva che non ci sarebbe stato nessuno schiaffo ad aspettarlo, nessun fidanzato violento pronto a fargli del male. Era tutto così sereno in quei giorni, così tranquillo. Taehyung aveva un sorriso sulle labbra, le stesse labbra che Jeongguk aveva baciato un attimo prima di andarsene, salutandolo un'ultima, l'ennesima volta; ci aveva lasciato sopra un sapore dolce, forse residuo della tisana tanto zuccherata che avevano bevuto insieme.
Chiusa la porta d'ingresso, il biondo avvertì immediatamente un acre odore familiare: fumo. Peccato che lui non avesse mai fumato in tutta la sua vita e non lo aveva di certo fatto per la prima volta negli ultimi giorni. A fumare, in quella casa, era sempre stato qualcun altro.

« Ciao, Taehyung. » La voce cupa e grave arrivò dritta alle orecchie di Taehyung dal buio. Lo fece sussultare appena, e poi rabbrividire. Non può essere qui, si disse, terrorizzato, pur sapendo benissimo di sbagliarsi.
« Yoongi?! Mi hai spaventato.. » riuscì a mormorare, deglutendo a fatica. Non ebbe nemmeno il coraggio di accendere un'altra luce per riuscire a guardare il suo interlocutore, era solo riuscito a intravederne la figura, prima che questa si esponesse facendosi avanti.
« Scusami, tesoro, non volevo. » sussurrò teneramente Yoongi, con un mezzo sorriso sulle labbra sottili. Seppur con immensa riluttanza, Taehyung accettò il suo bacio sulle labbra e lo ricambiò.
« Non sapevo rientrassi oggi. Credevo che.. » aggiunse poi, tentando di apparire il più possibile tranquillo, pur non essendolo affatto, ma fu Yoongi a completare la sua frase.
« Che sarei tornato a fine settimana, non a metà. » disse, infatti, e il biondo confermò annuendo appena. « È per questo che ti stavi dando alla pazza gioia in mia assenza? Dove sei stato? » Yoongi continuava a sorridere, ma solo in quel momento Taehyung si rese conto di quanto falso fosse quel sorriso. Deglutì a fondo prima di parlare di nuovo.
« Io? Pazza gioia? Di cosa stai parl- » provò, sorridendo anche lui nel tentativo di essere più convincente, ma fu del tutto inutile e Yoongi ormai era anche diventato parecchio serio. Lo interruppe bruscamente.
« Evita di negare l'evidenza, Taehyung. Ti ho visto. Ti ha pure accompagnato fino a casa. » continuò Yoongi, distogliendo poco dopo lo sguardo per spostarlo sulla sigaretta che aveva continuato a fumare fino a quel momento. La spense proprio sotto i suoi occhi e Taehyung ebbe come il presentimento, la sensazione di essere il prossimo che sarebbe stato spento, in qualche modo. Molto tempo prima diceva a Yoongi di non fumare in casa, anche perché a Taehyung non era affatto gradito l'odore del fumo, poi aveva smesso di farlo dopo i primi schiaffi. Tutto, insomma, pur di non irritarlo e rischiare così qualche altro livido, ma quella volta nulla gli risparmiò il forte schiaffò che lo colpì in pieno viso. « Sei soltanto una puttana, avrei dovuto capirlo molto tempo fa. » seguirono lo schiaffo le parole di Yoongi, intrise di puro disprezzo. Le lacrime avevano già rigato il viso del biondo che provò a ribattere poco dopo, neanche tanto sconvolto, talmente era abituato a quel trattamento.
« Ma è soltanto un mio amico! » esclamò in sua difesa, in un ultimo disperato e vano tentativo. Cercò di non soffermarsi eccessivamente su come era stato definito proprio da colui che diceva di amarlo, faceva già fin troppo male.
« E tu ad un amico metti la lingua in bocca, eh Taehyung? » Un altro schiaffo, sempre sulla stessa guancia. Il livido non avrebbe tardato a materializzarsi accanto alle belle labbra di Taehyung a causa dell'anello che Yoongi indossava abitualmente e che faceva davvero male, specie vicino alla bocca. Succedeva ogni volta, anche se di solito grazie a un po' di ghiaccio il biondo riusciva a limitare molto la colorazione scura che la pelle assumeva. Per il resto, poi, era arrivato a ricorrere a un po' di fondotinta, almeno per il viso, quella zona che non poteva coprire con maniche lunghe o una sciarpa. Era strano che Taehyung non avesse ancora avvertito il sapore del sangue in bocca. « Ti ho detto di smetterla di mentire! » Yoongi alzò la voce, impedendo a Taehyung anche solo di provare a ribattere, ma a quel punto la voce la alzò anche Taehyung.
« E tu smettila di mettermi le mani addosso! » gli urlò contro, e quando il maggiore provò ad avvicinarsi urlò ancora. « Non mi toccare! » La sua voce era rotta dal pianto ormai, si teneva la guancia rovente con una mano mentre con l'altra asciugava in fretta e furia le lacrime, prendendo le distanze dall'artefice di quella violenza.
« Non puoi biasimarmi. Mi hai tradito, è normale che io reagisca in questo modo. » si giustificò Yoongi, improvvisamente di nuovo calmo, ora che Taehyung piangeva disperato proprio davanti ai suoi occhi.
« Lasciami, se sono una puttana. Cacciami via, smetti di mantenermi, ma almeno non riempirmi di botte come fai almeno una volta a settimana da anni! » continuò allora il biondo, quasi singhiozzando, ma il suo sguardo non tremava ed esprimeva puro dolore, non soltanto fisico. Era ferito anche nell'anima e non aveva paura di mostrarlo.

HIDDEN WOUNDSWhere stories live. Discover now