2.3K 216 15
                                    

Quel ragazzo lo faceva impazzire, condizionava ogni sua azione, ogni suo sentimento o comportamento.
Forse era lui che si lasciava condizionare troppo facilmente, ma non poteva più farne a meno, ormai Yoongi era entrato nella sua vita e nel suo cuore, non riusciva e non voleva lasciarlo andare, nonostante le continue crisi di Yoongi, i suoi attacchi di panico e il suo modo scontroso di porsi.

Ma a Jimin piaceva, lui ne era innamorato, non riusciva a svegliarsi la mattina senza pensare a Yoongi, al suo viso, al suo profumo, alla sua voce, ai suoi baci, perfino alle sue mani che gli accarezzavano le guance, quelle guance che Jimin tanto odiava e disprezzava.
Tutto ciò era, però, accompagnato dal fatto che doveva fare anche i conti con il suo passato che ritornava ogni tanto. E Jimin era così tanto preoccupato che, piuttosto che parlarne tranquillamente, finivano per litigare e gridare.

Perché Yoongi, secondo lui, non aveva mai torto e un dongsaeng non poteva di certo insegnargli come vivere; solo che era così contraddittorio il signor Min: diceva di non volere i consigli di Jimin e non voleva che interagisse con i suoi problemi, ma, allo stesso tempo, sentiva di non poter vivere senza quel batuffolo di dolcezza, quel mochi sensibile e sorridente. Era il suo fottuto punto debole, non poteva farne a meno.
Entrambi si amavano, ma i problemi di Yoongi e, talvolta anche quelli di Jimin, impedivano ai due di stare sereni.

Ed era sempre così: litigavano per un discorso e stavano male per giorni.
Ma nessuno dei due riusciva a fare a meno dell'altro.
Solo che erano entrambi così stanchi...chi l'avrebbe finita? Chi sarebbe sceso dal dondolo?

Nessuno dei due aveva il coraggio di lasciare l'altro...nessuno dei due lo voleva.
Jimin, però, soffriva in continuazione a causa di questo fatto ed era arrivato a non farcela più e più provava a stargli lontano, più stava male. Non voleva sentire parlare di lui, ma non voleva di certo che uscisse dalla sua vita e, ovviamente, non voleva nemmeno che cambiasse.

Ma allora...che cosa voleva? Voleva non pensare più a lui e cercava di distrarsi in ogni maniera, aveva anche provato ad uscire di più, a fingere che fossero solo colleghi di lavoro o anche semplici amici. Ma finiva sempre col piangere, da solo o fra le sue braccia.

E, in quel momento, stava ancora cercando di non pensarlo, ballando un pezzo di moderna, solo che ogni sua espressione, ogni sua mossa, sia dura che morbida, erano destinate a lui, anche se Yoongi non lo avrebbe mai saputo.
E, mentre si malediva per i pensieri che lui stesso non poteva evitare, sentì un rumore di tacchi provenire dalle scale.
Nessuna dello staff portava i tacchi e a quell'ora, di solito, non c'erano più le truccatrici o le stiliste.

Chi era?

Jimin si interrogò su chi potesse essere, così decise di andarle incontro.
Uscì dalla sala prove con il cellulare a portata di mano, poi girò l'angolo che affacciava sulle scale, senza sporgersi troppo o farsi notare.
Vide una ragazza molto carina,  dall'aspetto sofisticato, vestita con una semplice gonna nera, una camicia bianca e larga a manica lunga riposta dentro la gonna, delle calze bianche a rete fin sopra al ginocchio, dei tacchi neri non troppo alti.
Jimin la osservò meglio per capire se la conoscesse: aveva i capelli castano chiaro, un naso piccolo e degli occhi grandi con lenti azzurre.
Era sicuramente un'artista, era troppo difficile che una ragazza così ben curata fosse una dello staff; bastava vedere com'era vestita, truccata o come erano i suoi capelli, inoltre aveva le unghie laccate di rosa pastello.

Jimin si accorse che la ragazza stava cercando con lo sguardo qualcosa o qualcuno.
Si avvicinò a lei, un po' titubante
«Buonasera signorina, cerca qualcuno?»
Aveva già pensato che la ragazza cercasse Namjoon, dato che solitamente era lui a chiedere consiglio ad artisti per le sue composizioni.
Invece la risposta lo fece rimanere perplesso
«Sto cercando Suga. Lei, se non sbaglio, è uno dei BTS» rispose lei accennando ad un sorriso.

Subito Jimin si imbarazzò, forse per la confidenza della ragazza oppure perché aveva appena nominato Yoongi.
Si sentì improvvisamente a disagio
«Ecco, se posso sapere...»
Voleva chiederle sul serio perché cercasse Yoongi.
Lui non era tipo da condividere le sue idee, al massimo chiedeva aiuto a Nam o a Hobi.
La cosa stranizzò Jimin.
Poi gli venne in mente la proposta che Yoongi aveva fatto ai ragazzi

Ma cercava una voce maschile e neanche troppo leggera.
Non può essere questo il motivo, altrimenti...

Bloccò i suoi pensieri all'istante
«Lei esattamente per cosa è qui?»
La ragazza stava per rispondere, quando fu bloccata da una voce, che fece mettere sull'attenti entrambi

«Vedo che è arrivata, signorina Minso»
La voce di Yoongi risuonò in tutto il corridoio, benché lui avesse parlato a bassa voce.
Il suo sguardo era rivolto solo ed esclusivamente alla ragazza, la quale iniziò a sentirsi a disagio senza saperne il perché
«Salve signor Min»
«Se non le dispiace, preferirei che mi chiamasse per nome»

Jimin era a dir poco esterrefatto; da quando Yoongi era così amichevole?
«Mi segua, cosi le distribuirò le parti che registreremo domani»
In un attimo, il corpo di Jimin si surriscaldò, le sue orecchie presero fuoco, le vene lungo il collo si erano accentuate ed i pugni erano serrati lungo le cosce; il suo corpo era rigido e la sua espressione corrucciata
«Quindi, alla fine, sarà una persona esterna a cantare...bene» disse Jimin più a sè stesso che agli altri due.

Finalmente Yoongi lo guardò.

𝕾𝖊𝖊𝖘𝖆𝖜 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now