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Mi chiamo Ellen Gibbs, ho 27 anni. e questa è la mia storia, ci metterò un po' a raccontarvela tutta, ma credo proprio che ne varrà la pena....

Era una sera particolarmente uggiosa, io e le mie amiche eravamo andate in discoteca. un sabato sera è sprecato se non vai a divertirti! Avevo messo un vestitino particolarmente aderente, era rosso, ancora me lo ricordo. i capelli erano piastrati e mi ero truccata esageratamente, non mi riconoscevo neanche. ma visto che per tutta la settimana lavoro in ufficio nell'azienda di famiglia, e il mio abbigliamrento deve essere serio.. beh il sabato sera mi do alla pazza gioia.

Mi ero appartata un attimo al bar, a prendere un drink. reggevo piuttosto bene l'alcol, era il secondo Martini.

<<Offro io per la signorina>>, e fu lì che lo vidi.. l'uomo più bello del mondo.. Era alto circa un metro e ottantacinque, capelli neri e occhi del colore del ghiaccio. i jeans gli fasciavano perfettamente le gambe tonice e muscolose, era perfetto. e poi aveva delle labbra.. che ci sarei voluta morire dentro..

Mi voltai e gli sorrisi timidamente. poi mi feci coraggio e parlai <<É molto gentile da parte sua..>>

<<Gentile è il mio secondo nome.. quando voglio>>, le ultime parole furono un sussurro. le stava pesando di più. quando voleva lui era gentile... <<Sono Armand.. e questa meraviglia come si chiama?>>

Mi sentii le guance in fiamme.. di solito jon ero così .. ma il suo sguardo mi faceva sentire.. spoglia..

<<Io mi chiamo Ellen>>, risposi con un filo di voce.

Armand mi prese la mano e mi baciò le nocche <<È un vero piacere, Ellen>>

Dio quant'era bello!!!

Gli sorrisi ancora e terminai il mio drink.. e poi ringraziandolo e salutandolo. andai in pista a ballare.

Ballai con le mie amiche fino alle due, quando decisi di andare a casa.. il parcheggio di notte è sempre un film horror.. camminavo velcoemente.. guardando solo avanti. fino a quando due mani possenti mi presero le spalle e mi girarono a lui, sentii un paio di labbra abbattersi sulle mie. era lui. Armand, quello del bar.

sussultai e lui mi sussurrò <<Non era mia intenzione spaventarti dolcezza>>

<<Quello di prima era un bacio?>>, dissi maliziosa.

<<Oh sì.. e sarebbe bello continuarlo>>, disse baciandomi con foga. mi appoggiai alla mai macchina mentre la sua bocca voleva sempre di più la mia. le sue mani corsero ovunque, e dopo un po. ripresi il controllo delle mie azioni.

<<Armand devo andare.. è stato un piacere>>

<<Ci rivedremo presto.. Ellen>>, mi disse aprendomi la portiera della macchiha.

Mentre tornavo a casa pensavo: non può essere, non mi può piacere quest'uomo che conosco da una serata... no. non posso.

<<Tesoro questa sera verrai con noi ad una cena di lavoro. ci saranno i nostri colleghi, e anche i nostri più antichi rivali...>>, mio padre mi diede la notizia della cena a pranzo. ero ancora un po' tra le nuvole a causa di ieri sera, ma non lo diedi a vedere. annuii e mia madre disse: <<Sarò felice di presentarti George. Il figlio del nostro migliore amico, è davvero un bell'uomo!>>

<<Ne sarei felice.. mamma..>>, risposi sorridendo.

Il pomeriggio lo passai in ozio davanti alla tv, quando furono le sette decisi di prepararmi. misi un vestito corto al ginocchio color rosa confetto con delle scarpe col tacco nere. aggiustai i capelli in uno chignon e scesi di sotto <<Sei bellissima>>, mi disse mio fratello con un occhiolino. mio fratello ha 30 anni, è uguale a me. capelli biondi e occhi verdi.

Scendemmo in una vila dalle dimensioni gigantesche. Mio padre e mia madre salutavano tutti, ci servirono l'aperitivo e verso le otto eravamo tutti seduti nel lungo tavolo. <<Tesoro>>, mi chiamò mia mamma <<lui è George. lei è Liz, sua madre>>

<<Salve>>. dissi a entrambi con lo sguardo altrove, il mio sguardo era fisso su quei capelli neri e su quelle spalle perfette.. dio era Armand!

<<Signori. Sono lieto di darvi il benvenuto nella mia villa. Ho il piacere di prentarvi, il signor Gibbs!>>. Tutti applaudirino, solo la cerchia di Armand rimase silenziosa. Mio padre fece un discorso, e quando ebbe finito iniziammo finalmente a mangiare.

Armand si era accorto di me. Mi fissava dall'altra parte del tavolo. Mia madre continuava a parlare con Liz di quanto non fosse in crisi l'azienda di papà... Io ascoltavo George parlare dei suoi studi, era un ragazzo adorabile. ma un po troppo... come dire.. intelligente.

<<Scusate devo andare in bagno>>, dissi alzandomi e andando in giro per la villa. Accidenti ero persa! i corridoi erano tutti uguali..

<<Guarda chi si vede.. in casa mia.. Ellen Gibbs>>, riconoscevo quella voce tra mille.

mi voltai. il suo sguardo non era per niente rassicurante.

Il cuore non si doma.Where stories live. Discover now