XII. Parole di vendetta

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Levi sospiró pesantemente per l'ennesima volta.

Era riuscito a sistemare tutto e si era messo a pulire il bagno per calmarsi.

Era rimasto là dentro per almeno tre ore visto che, dopo pranzo, qualcuno aveva bussato alla sua porta.

Non aveva intenzione di andare ad aprire rischiando di trovare Eren, perciò restò steso a guardare il soffitto con la mente lucida e l'animo ferito ma più calmo.

Bussarono di nuovo e la voce della sua migliore amica lo raggiunse.

"Levi ci apri per favore?"

Dopo l'ennesimo sospiro decise di andare alla porta facendoli accomodare mentre tornava sul letto.

"Ciao" dissero insieme i due fidanzati sedendosi accanto a lui che rispose con un cenno.

"Va tutto bene? Hai saltato il pranzo" disse Farlan posando un panino sul comodino accanto al letto.

Rivaille mantenne la solita faccia inespressiva, non aveva la minima voglia di parlare di quello che era successo così decise di non rivelare nulla ai suoi amici.

"Niente, sono solo rimasto a studiare e poi mi sono steso, ho perso la cognizione del tempo."

Ovviamente quella risposta non aveva convinto nessuno dei due e Isabel decise di insistere.

"Sei sicuro che non sia successo qualcosa?"

"Sicuro" rispose monotono Rivaille.

"Sai che se c'è qualcosa che non va puoi confidarti con noi, vero?"

"Sì, lo so" alzò gli occhi al cielo un po' innervosito.

"Se c'è qualcosa che hai fatto o che solo ti turba puoi dircelo"

Non rispose.

"E che se..."

"Ti ho detto che non ho niente! Perché devi insistere così tanto e non puoi farti i cazzi tuoi per una volta?!" Urlò a pieni polmoni sfogandosi sulla giovane che sgranò gli occhi verdi, i quali pochi secondi dopo si riempirono di lacrime.

Alla loro vista Rivaille si sentì incredibilmente stupido e l'abbraccio con forza.

"Non piangere, ti prego perdonami. Sono un coglione, non volevo risponderti in quel modo" le accarezzò i capelli premendosela al petto mentre i sensi di colpa lo logorarono alla velocità della luce.

Lanciò un'occhiata a Farlan che lo guardava preoccupato per quella reazione improvvisa e, dopo che Levi allungò una mano verso di lui, si ritrovarono stretti in un abbraccio fraterno e pieno d'amore.

Nonostante tutto quello che era successo lui non era solo, loro erano sempre lì con lui e non poteva non amarli per questo.

Li strinse con forza, fin troppa forse, ma non si lamentarono.

Pochi minuti dopo Isabel si calmó cominciando ad accarezzare i capelli rasati del migliore amico.

"Quando vorrai dircelo noi saremo qui" sussurrò nonostante fossero solo loro tre in quella stanza.

Rivaille per poco non scoppiò in lacrime nel sentire tutto l'affetto dell'amica, provato emotivamente dai fatti accaduti poche ore prima.

"Vi voglio bene" parlò così piano che a malapena lo sentirono ma entrambi i fidanzati sorrisero per quell'uscita così sentimentale e incredibilmente rara dell'amico.

Ad un tratto Isabel si staccò tenendo il viso di Levi tra le mani dandogli un bacio sul naso per poi sorridergli amorevolmente.

"Sai, in questi casi c'è solo una cosa che può tirarti su di morale"

Gli occhi bugiardi di cui mi innamorai || Ereri ||Where stories live. Discover now