CAPITOLO 17

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Si materializzano davanti al bar nel giro di un solo secondo. Il primo viaggio con le spille che la preside ha dato loro è andato bene, ma ha lasciato nei loro stomachi una strana sensazione. A tutti e tre sembra di avere un criceto che sta usando il loro intestino come ruota per giocare.
<La prossima volta niente tonnellata di Muffin prima di fare questa cosa, per favore> commenta Daniel massaggiandosi l'addome con una mano e tenendosi la bocca con l'altra. Steven non l'ha sentito, è troppo stordito. Non capisce bene cosa sta facendo o perché, ma sa che deve essere presente per quella ragazza. Lui può capire cosa voglia dire perdere un genitore per una guerra che non è la tua, quindi può esserle di conforto.
Entra di fretta nel Bar e la trova seduta per terra, con le ginocchia al petto e gli occhi gonfi. Quando sente un rumore di passi lei alza la testa, lo vede e senza dire niente ricomincia a piangere a dirotto. Non si muove, resta lì seduta e piange. Piange e basta. Lui si avvicina con delicatezza, si inginocchia di fianco a lei e la abbraccia. Nessuno dei due dice una parola, non c'è bisogno di parlare. Il suo petto in poco tempo si ritrova fradicio per le sue lacrime, ma non gli importa. Vuole solo starle accanto e farle capire che lui è lì per lei.
Guardandosi attorno per verificare l'entità dei danni, gli sembra di vedere un'ombra umana passare veloce e poi scomparire nei locali delle cucine. Aggrotta la fronte pensoso, non ha idea di chi possa essere quella figura misteriosa. Si convince che sia stato solo frutto della sua immaginazione e torna a concentrarsi sulla ragazza tra le sue braccia.

James e Daniel aspettano rispettosamente fuori dal locale per lasciare i due da soli. Anche se conoscono Jenna, non hanno la minima idea di cosa poterle dire in un momento del genere. Mentre sono fermi e fissano il paesaggio circostante, sentono dei rumori provenire dal retro. Si scambiano uno sguarda e subito si muovono insieme per verificare. Vedono allontanarsi di fretta una figura incappucciata con fare guardingo. Dopo poco tempo si smaterializza e non lascia alcuna traccia dietro di sé. Decisamente bizzarro.

<Quantomeno sappiamo di essere in grado di usare queste spille, no?> Daniel cerca di smorzare la tensione. Sa che è una giornata difficile per l'amico e vuole provare a farlo concentrare su qualcosa che non siano brutte notizie. Hanno deciso di non condividere con Steven la scoperta dello strano soggetto visto che non hanno capito nemmeno loro se potesse essere una minaccia. Meglio non sovraccaricarlo di tensione.
<Già, un urrà per noi> è James che gli risponde. Non ha il solito tono rilassato, ma in fondo come potrebbe?
Nonostante sia Steven quello più legato a Jenna tutti e tre conoscono la ragazza da molto tempo e vederla in quello stato, per qualcosa di cui nemmeno fa parte, ha lasciato a tutti una sensazione mista di rabbia, amarezza e impotenza.
Il ragazzo con i capelli castani non dice una parola da quando ha visto la ragazza. Nemmeno con lei ha parlato, le si è inginocchiato di fianco, ma dalla sua bocca non è uscito un solo suono. Si butta subito sul letto e porta entrambe le mai dietro la testa. Contempla il soffitto per quello che ai suoi amici pare essere un tempo infinito senza muoversi di un millimetro. Loro lo osservano dalla parte opposta della camera. Sono molto dispiaciuti per lui e non sanno cosa dire per cercare di tirarlo su di morale.
All'improvviso lui si solleva e si appoggia sui gomiti. Li fissa per un po' ed è chiaro che sta cercando la forza di parlare senza piangere. Il suo viso si chiude in un'espressione dura e dopo qualche secondo finalmente riacquista l'uso del linguaggio:
<È proprio questo genere di cose che volevo evitare> si ferma. Non riesce a dire altro per il momento, con lo sguardo cerca l'aiuto dei suoi compagni. Non vuole farsi vedere piangere, ma se continueranno a non dire niente non riuscirà a trattenersi.
<Lo so amico, hai ragione> James capisce subito il suo bisogno <Ma non è colpa tua e di nessuno di noi. Non è una cosa che possiamo controllare> sa che è così e che è questa la verità, ma lo capisce in parte. Anche lui si sente in colpa per tutte quello che sta per succedere e che è successo.
<Non lo so James... forse avrei potuto aiutarli se fossi stato lì> torna a sdraiarsi.
<Non puoi pensarlo davvero. Andiamo Steve, nessuno si immaginava che avrebbero colpito loro> Daniel interviene in sostegno per cercare di farlo ragionare
<Sai che questa volta hai proprio ragione? E allora perché l'hanno fatto secondo te?> chiede il ragazzo dai capelli corvini improvvisamente pensieroso.
<Che cosa vuoi dire?> chiede Steven che adesso si è messo a sedere. Ha appoggiato la schiena alla testata del letto e ha le mani appoggiate sull'addome.
<Perché proprio il bar di Jenna? Non vi sembra strano?> continua lui muovendo gli occhi da un amico a un altro. <Insomma prima di tutto perché, essendo così vicini alla scuola, non colpire direttamente noi un'altra volta piuttosto che il paesino sconosciuto che è Kens?>
<Forse perché volevano coinvolgere delle vittime innocenti incapaci di difendersi. Abbiamo già distrutto due dei loro mostri direi anche con facilità, si saranno stufati di sprecarne> Daniel ostenta la sua solita indifferenza, ma non è distratto come al solito negli atteggiamenti. È seduto con il busto proteso verso gli altri due, ha i gomiti appoggiati sulle ginocchia e tiene il viso tra le mani. Non sta facendo nient'altro, non sta nemmeno mangiando, questo significa che è decisamente interessato alla discussione.
<È possibile, ma io non credo. Quei mostri non rappresentavano dei veri e propri attacchi, hanno solo voluto dimostrarci che sanno dove siamo e che possono raggiungerci come preferiscono>
<Sono anche io d'accordo con lui Daniel, se vogliono affrontare una guerra per prendere il potere su tutto e tutti si saranno preparati con qualcosa che dei semplici studenti non possono distruggere tanto facilmente> afferma Steven con più sicurezza nella voce rispetto a prima.
<Esatto, quindi mi domando perché nel paese proprio accanto alla NOSTRA scuola? Ma soprattutto, perché solo il bar di Jenna? Il resto del posto non aveva un solo mattone fuori posto>
<Cosa stai insinuando Sherlock?> Il ragazzo dalla pelle color cioccolato piega la testa di lato e lo guardo confuso.
<Io... credo che abbiano trovato un modo per avere informazioni dirette su di noi, altrimenti non si spiega questo colpo mirato>
Alle parole di James segue il silenzio totale. Tutti riflettono su una simile evenienza. Stanno ancora rimuginando quando sentono un rumore alla porta. Qualcuno sta bussando. I tre si guardano sorpresi finché l'ultimo di loro che ha parlato di alza per andare a vedere chi sia. Quando apre, con sua grande sorpresa, non trova nessuno nel corridoio. Inizia a pensa che qualcuno di molto simpatico volesse fare uno scherzo, ma guardando verso il basso vede una cartellina sul pavimento. Si china per raccoglierla e guarda intorno a sé per capire se il mandante possa essere ancora lì vicino. Nessuno in vista. Richiude e rientra, i suoi amici lo guardano curiosi.
<Cos'è?> chiede semplicemente Steven che non riesce a trattenersi.
<Non lo so, sembra una cartellina per documenti> risponde il ragazzo dagli occhi verdi rigirandosi l'oggetto appena trovato tra le mani.
<Stai aspettando che inizi a parlare da sola? Aprila così vediamo cosa c'è dentro> Daniel è piuttosto impaziente.
<Va bene calmati, adesso la apro!> risponde irritato, ma le sue mani rimangono ferme come in segno di protesta.
<Io sono calmo! Sei tu che sei insopportabilmente lento!>
<Ragazzi...> prova a calmarli Steven, sa che non riescono ad affrontare bene le situazioni di tensione. Capita spesso che in questi casi litighino per cose più inutili del solito. Ovviamente fanno finta di non sentirlo e continuano a insultarsi come due bambini in collera che cercano di stabilire chi abbia vinto una gara di corsa. Decide allora di prendere il controllo della situazione, si avvicina a James e gli sfila la cartellina dalle mani.
<Ei ma che fai?> urla di rimando questo decisamente sorpreso dal gesto.
Il ragazzo non lo ascolta nemmeno, apre l'oggetto protagonista del dibattito e capisce subito chi l'ha mandato. Solleva di scatto lo sguardo e con voce ferma avvisa gli amici:
<Abbiamo i soggetti da cercare>

~ I ragazzi della mezzaluna ~Where stories live. Discover now