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Ad essere sinceri, Jimin apprezzò decisamente tanto che le due ragazze si prendessero cura di lui.

Dopo trenta minuti passati nell'acqua bollente, mentre le due lo lavano ed accarezzavano la sua pelle, era finalmente uscito.

Era stato coperto da  un grande telo e cosparso di oli profumati e poi indirizzato in una grande sala al piano inferiore.

Lì riconobbe una trentina di uomini e donne, vestiti in modo simile, alcuni che uscivano dalla sala, altri che si preparavano.

"Qui è dove noi servi veniamo per cambiarci e riposare insieme, sei il benvenuto Jimin, quell'anziano che vedi lì in fondo ti spiegherà ogni cosa, ma ti assicuro che ti troverai bene" sorrise la ragazza di nome Yorin, o almeno così ricordava Jimin.

"Oh...grazie mille"

"Di nulla, ci vediamo in giro" sorrise ancora lei, chinandosi leggermente e prendendo a braccetto Mia, per poi voltargli le spalle.

Jimin si avvicinò a passo incerto all'anziano, schivando alcuni servi che indaffarati, quasi gli andavano addosso.

L'uomo com cui gli era stato detto di parlare era seduto su una panca e con una pergamena in una mano e un calamus nell'altra, di tanto in tanto intingeva questo nell'inchiostro accanto a lui per scrivere qualcosa.

Appena Jimin gli fu davanti non seppe se iniziare a parlare o aspettare che questo di accorgesse della sua presenza, ma l'anziano signore lo battè sul tempo, alzando lo sguardo verso di lui.

"Un volto nuovo" fu la prima cosa che disse "tu dovresti essere il nuovo arrivato... Jimin, se ricordo bene"

Jimin chinò di poco il capo, facendosi piccolo nel telo con cui era stato avvolto "sono proprio io, signore"

L'anziano uomo appoggiò la pergamena al lato e gli fece segno di sedersi accanto a lui.

Jimin eseguì gli ordini e si sedette sulla panca, muovendo nervosamente le sue dita.

"Non c'è bisogno di essere agitati, Jimin, io sono Seokmin, servo a questo regno da più di quaranta primavere, ho visto nascere il mio Re, l'ho visto crescere, errare e migliorare, e posso assicurarti che in sessanta primavere di servitù, lui e suo padre sono stati i migliori monarchi che io abbia mai servito" disse con lentezza, la vecchiaia gli stava togliendo anche la forza di parlare, eppure sembrava un uomo talmente buono e forte. "Ho vissuto i primi vent'anni della mia vita da un aristocratico che non faceva altro che bastonare e trattare noi servi come animali. Al mio ventiduesimo compleanno sono stato trasferito al servizio del re della Frigia e ne ero terrorizzato, ma mi ricredetti subito, quindi, mio caro giovane uomo, qui ritornerai a respirare"

Jimin ascoltò con attenzione le parole di Seokmin, ancora un po' timoroso di cose che non sapeva.

Voleva davvero credere alle parole di quelle persone che sembravano tanto buone e gentili, ma avendo vissuto sempre circondato da casi umani come il suo precedente padrone, aveva qualche problemino nel porre la propria fiducia al primo che capitava.

"Seokmin..." mormorò ancora incerto per paura di qualche reazione negativa che fortunatamente non ricevette "il re ha un servitù così vasta... n-non so cosa fare o quali siano i miei compiti" spero tu mi possa aiutare, pensò.

L'uomo schioccò la lingua contro il palato e si batté le mani sulle cosce.

"Dunque dunque, siamo in molti, il palazzo è grande e i lavori da fare sono altrettanto vari, nel complesso, saremo circa un centinaio di servi, quattro di noi si occupano di aiutare in cucina per il cibo del nostro re, altri si occupano degli animali, in particolare dei cavalli, in molti mantengono il palazzo pulito, c'è un sarto che tesse indumenti appositi per il re, chi si occupa del funzionamento delle terme, e beh, il lavoro più importante e delicato è di coloro che si occupano del re stesso"

нεαят σғ gσℓ∂ [м.үg+ρ.נм]Where stories live. Discover now