Beginning

99 6 6
                                    


Notre-Dame era uno spettacolo.

Ubicata nella parte orientale dell'Île de la Cité, nel cuore della capitale francese, rappresentava una delle costruzioni gotiche più celebri al mondo, con uno stile capace di rapire con le sue imponenti mura, le sue vetrate e le innumerevoli sculture che l'arricchivano, lo sguardo di chiunque si trovasse all'ombra della sua imponente struttura.

Orgoglio per i francesi, meraviglia per i turisti che le si trovavano davanti per la prima volta. Una bellezza intramontabile nel tempo, che non stancava mai, non importava quante volte la si vedesse.

Eppure, davanti a tutta quella solenne bellezza, Connor Walsh non poteva che trattenere gli sbadigli, mentre la professoressa d'arte parlava con foga della storia che circondava la cattedrale, della sua struttura e dei suoi creatori, quasi come se fosse la prima volta che si trovava davanti alla Nostra Signora di Parigi, simile ad una bambina che esplorava per la prima volta le meraviglie di Disneyland.

Annoiato, Connor aveva smesso di ascoltare i vaneggiamenti di Mrs. Bustier sulla magnificenza della cattedrale da ormai diversi minuti, guardandosi attorno per cercare un qualcosa che tenesse occupata la sua mente fino alla fine di quella noiosa uscita scolastica non prevista.

Mentre girovagavano per la navata principale -«Ammirate i particolari! Le colonne ed i rosoni... Ah! I rosoni!»- Connor riuscì a distanziarsi abbastanza dal gruppo per non sentire più le risatine infantili di Michel Perrin, che con il suo gruppetto di leccapiedi scimmiottava ogni parola che usciva dalle labbra di Mr.s Bustier.

Quanto odiava quel bulletto grassoccio dall'aria saccente, che da bravo bullo si divertiva a tormentare chiunque gli capitasse a tiro, i ragazzini che ai suoi piccoli e maligni occhi marroni non erano altro che prede in attesa di essere divorate.

Sin dal giorno in cui Connor si era trasferito in Francia mesi prima -oh America, perché sei tu America? Avrebbe dato tutto per tornare nella sua adorata California- nel momento stesso in cui aveva messo piede la prima volta nella sua nuova classe del Lycée Henri-IV, tra lui e Michel era stato odio a prima vista.

Nonostante la gracile corporatura, i grossi occhiali rotondi che gli coprivano i piccoli occhi scuri e gli arruffati capelli castani, Connor non era debole: certo non poteva affrontare Michel a viso aperto -quel tipo era due volte più grosso, l'avrebbe distrutto con un solo dito!- ma era agile, veloce, e soprattutto sapeva usare la testa. Più volte si erano scontrati verbalmente, e quando la situazione sembrava vertere sull'uso della violenza, Connor trovava il modo di scamparla e -per la sua gloria e goduria- spesso riusciva addirittura ad incastrare il bulletto, assicurandogli una degna punizione.

Alla faccia tua Perrin.

Sbadigliò ancora, osservando la diligente Calixte Dupuis sistemarsi gli occhiali sul naso a punta e alzare la mano per rispondere ad una domanda che Connor non aveva sentito, spostando poi lo sguardo sulla seducente Fleur Lemoine -lo splendore della classe, la più bella ragazza francese su cui Connor avesse mai posato gli occhi- che sorrideva alla sua migliore amica, torturandosi una ciocca bionda sfuggita all'elegante coda di cavallo in cui aveva racchiuso i capelli.

Visione soave.

«Non la sentite ragazzi, la magia della cattedrale? È tutto così eccitante!»

Alzando un sopracciglio, Connor guardò scettico la sua insegnante mentre congiungeva le mani al petto e saltellava a destra e sinistra, sognante, poteva quasi vederla fluttuare per l'emozione.

Magia? Che cavolata. Lo sapevano tutti che la magia era qualcosa di fittizio, di immaginario, ed essendo lui un ragazzo da "vedere per credere", non c'era possibilità che potesse lasciarsi affascinare da simili sciocchezze.

Glasses Girls- Il Club degli OcchialiWhere stories live. Discover now