Capitolo 2- Sophie

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NdA- Ed ecco il secondo capitolo, stavolta dal punto di vista della vendicativa Sophie! Cercherò di aggiornare una volta a settimana se possibile, purtroppo a causa di alcuni problemi famigliari non mi sarà sempre possibile, cercherò comunque di non mancare per troppo!

Buona Lettura a tutti! 

ArhiShay

p.s. se volete lasciarmi un commentino per farmi sapere che ne pensate ne sarei davvero felice!




Seduta tra Ema ed Airis, Sophie ancora non sembrava volersi dare per vinta. Picchiettava nervosamente le dita sul banco, sbuffando irritata, mentre nella sua mente già si formavano più e più modi per farla pagare a quella sciacquetta di Maryne. Se la principessina credeva di cavarsela dopo averla umiliata in pubblico si sbagliava di grosso.

Certo agire con le sue amiche attorno sarebbe stato difficile, Rikka l'aveva già avvertita di non prendere stupide iniziative, ma il desiderio di vendetta che covava riusciva perfino a superare la paura di possibili ripercussioni.

«E ricordate sempre ragazzi, l'arte è espressione. Voglio che in questi dipinti mettiate voi stessi, stile libero ovviamente, anche più di uno è consentito, iniziate pure.»

La professoressa Marchand era una persona solare, sui trent'anni e ancora single, senza però crearsi alcun complesso sulla sua condizione di solitaria insegnante sottopagata che ancora non aveva trovato l'amore. Era una donna gentile, sapeva ascoltare e credeva che nell'arte vi fosse nascosta la chiave per alleggerire i propri pensieri e distogliere la mente dalle responsabilità della vita.

Ma questo, a detta sua, era un principio che funzionava su menti semplici come poteva esserlo quella di Airis, capace di perdersi in un bicchiere d'acqua e incapace di mantenersi concentrata su qualcosa più di quanto non fosse necessario, a volte anche meno, o su quelle più sofisticate e precise come quella di Ema, che quando trovava qualcosa di suo interesse ne studiava ogni singola sfaccettatura fino a quando non fosse stata soddisfatta.

Per lei, che nella sua mente portava ordine e caos in egual misura, l'arte era solo un modo come un altro per trasmettere la propria frustrazione a chi la circondava, specialmente quando non riusciva a trovare un soggetto soddisfacente da cui iniziare che la compiacesse abbastanza.

Continuava a posare la matita sul foglio e a scarabocchiare pochi segni indistinti, poi grugniva insoddisfatta e cancellava, ripetendo questo processo più e più volte, fino a quando il foglio non si stappò per la troppa energia messa nel cancellare.

L'ennesimo sospiro ed un ringhio sommesso le scapparono dalla bocca mentre si accasciava sul banco: quella giornata la stava davvero sfinendo.

«Tutto bene, signorina Monet? La vedo un po' distante quest'oggi.»

Sophie represse l'istinto di mandare al diavolo la professoressa e si alzò, sfoderando il sorriso più finto di cui fosse capace e sperando che Mrs Marchand non decidesse di approfondire la questione dopo le lezioni. Non era proprio il giorno giusto per restare a scuola più del dovuto.

«Oh no, assolutamente no professoressa, è solo un attimo di stanchezza, tutto qui.»

Sperò che bastasse, che la lasciasse in pace e continuasse con la sua lezione da figlia dei fiori per cui tutti gli studenti lì presenti stavano bramando, ma ovviamente ci voleva ben altro per far arrendere Johanna Marchand dal suo costante indagare sulle vite dei suoi studenti.

Glasses Girls- Il Club degli OcchialiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora