Capitolo 1- Airis

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N.d.A- Piccola nota iniziale: sono senza WiFi fino a tempo indeterminato, quindi gli aggiornamenti andranno a saltoni peggio del solito xD Spero di risolvere al più presto, nel frattempo si ringrazia la zia che ci lascia usufruire della connessione xD

E niente, spero che vi piaccia anche questo capitolo iniziale e che non vi annoi troppo xD

ArhiShay





Con la testa coricata sul proprio banco, Airis aveva smesso di prestare attenzione ormai da diverso tempo: forse non aveva nemmeno mai iniziato ad ascoltare. La soporifera voce della professoressa Picard era capace di portare ad un apparente stato di coma profondo anche il più attento e ligio fra gli studenti che frequentavano la sua classe, oltretutto il fatto che insegnasse matematica non aiutava certo a mantenere alta la concentrazione mentre spiegava. Soltanto Rikka avrebbe potuto prestare attenzione senza rischiare la catalessi.

I capelli biondo scuro le coprivano il viso, scompigliati e ribelli come sempre, intrappolati in una crocchia scomposta che non voleva saperne di fare il proprio lavoro. Tanto meglio, almeno nessuno l'avrebbe vista dormire.

Nonostante il capo appoggiato svogliatamente sulle braccia fosse un indizio eloquente su quale fosse il suo stato di attenzione, era certa che la professoressa Picard non l'avrebbe interrotta dal suo sonnellino improvvisato.

L'avrebbe squadrata, si sarebbe sistemata sul naso gli occhiali a fondo di bottiglia e avrebbe borbottato il suo dissenso, continuando però la sua spiegazione senza prestarle troppa attenzione: non poteva fare altro, non quando la studentessa in questione, nonostante la pigrizia apparente, era una delle migliori della sua classe.

Le lezioni di matematica non erano le sue preferite, specialmente quando doveva seguirle da sola, senza la compagnia delle sue amiche che l'avevano tradita per recarsi ad altri divertenti corsi senza essersi preoccupate di informarla. Belle amiche si era trovata.

La campanella suonò finalmente la sua libertà, dando inizio al momento della giornata scolastica che più preferiva: la pausa pranzo.

Afferrando al volo zaino e libri si lanciò fuori dalla classe senza nemmeno copiare i compiti che la Picard stava segnando alla lavagna: probabilmente, in qualche foglio abbandonato sulla scrivania della sua stanza, doveva averne una copia già eseguita.

Raggiunse di corsa gli armadietti, camminando tra i corridoi già ghermiti di studenti di ogni anno, impegnati nel riprendere fiato dopo ore chini sui libri ad apprendere insegnamenti di vecchi maestri, che speravano gli servissero in futuro per far soldi e diventare qualcuno nell'ancora lontano mondo degli adulti.

Tra quegli angusti corridoi vi erano coppiette intente a scambiarsi baci pieni di saliva e con troppa lingua per i suoi gusti -disgustosi-, altri chiacchieravano semplicemente, accostati agli armadietti con i libri ancora stretti al petto, scherzando su questo e l'altro professore, su eventi particolarmente interessanti intercorsi fino a quel momento della giornata, di pettegolezzi su studenti noti e su quelli più misconosciuti, diventati famosi per scherzi e calunnie di bulli vecchio stile che non mancavano mai nelle tipiche scuole di tutto il mondo. Erano una costante di cui avrebbe fatto a meno ogni santa volta.

Schivò all'ultimo secondo un paio di esemplari di lumache, quegli studenti che diventavano degli zombie senza cervello dopo ogni materia, incapaci di sostenere ed assorbire con quel loro piccolo cervello, tutte le informazioni che in un'ora venivano inculcate loro nella testa da frustrati professori single che avrebbero preferito insegnare in prestigiose scuole universitarie che non lì, in un liceo pieno di problematici adolescenti nel mezzo delle loro crisi puberale.

Glasses Girls- Il Club degli OcchialiWhere stories live. Discover now