Capitolo 7

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La mattina dopo il mio compleanno, mi svegliai in una specie di stato di grazia. Ero ancora tra le nuvole, perché mi ero addormentata ascoltando la mia personale versione di Perfect. Era stata ricantata da Teddy e c'era un'inflessione diversa nella sua voce, sia durante le strofe che nel ritornello. Se la prima versione mi era arrivata dritta al cuore, questa mi era entrata a fondo nell'anima. La parte strumentale riarrangiata da Matt poi, era pura poesia.

Andai in cucina e diedi la colazione a Twix e Ched. Il più grande si arrampicò sulla mia sedia e mi si accoccolò sulle gambe, allora presi il più piccolo e lo sistemai vicino al fratello, che accettò la cosa senza protestare. Ched stava dimostrando di avere davvero un ottimo carattere.
Mentre bevevo del té, controllai il cellulare. Avevo mandato un messaggio a Teddy per dirgli della canzone. Mi aveva risposto che era felice che mi fosse piaciuta e che più tardi mi avrebbe chiamata. Era difficile capire a quando si riferisse il suo "più tardi", ma mi limitai a rispondere che sarei stata felice di sentirlo e che lo amavo.
Feci una doccia e mi preparai per il mio rientro al lavoro. Salutai i gatti e uscii dall'appartamento con il tablet tra le mani. Volevo controllare le mail di lavoro sull'ascensore.

Non mi fu possibile però mantenere il mio proposito, perché, una volta varcate le porte scorrevoli, trovai qualcuno all'interno.

«Ciao» salutai l'adolescente che guardava fisso per terra e stringeva i pugni, il capo coperto dal cappuccio della sua felpa. Mi ricordò Teddy, quando lo avevo conosciuto, che ne ne andava in giro per la scuola a testa a bassa, sperando che quello fosse un giorno in cui Caleb e i suoi amici bulli non lo avrebbero tormentato, impegnati a fare altro.
«Ciao» rispose il ragazzo, continuando a guardare il pavimento, tirando fuori lo smartphone e mettendosi a controllare i messaggi. Non lo avevo mai visto, doveva essersi trasferito da poco.
Anche se non lo conoscevo, non mi piacque affatto il modo in cui reagì alla vista di qualcosa sul cellulare. Imprecò a bassa voce e rimise l'oggetto in tasca. Nonostante tenesse il volto basso e il cappuccio e i capelli gli coprissero gran parte del volto, non mi sfuggì la lacrima che intravidi scorrere sulla sua guancia.

«Tutto bene?» gli domandai, rinunciando una volta per tutte a controllare le mail. Lui alzò gli occhi giusto un istante ed ebbi una fugace visione dei suoi grandi occhi castani.
Annuì, evasivo, poi al piano successivo scese dall'ascensore, senza dire niente. Riflettei se seguirlo o meno, poi mi dissi che probabilmente aveva litigato con qualche amico e che non era niente di grave.

Quando arrivai in ufficio, c'era più fermento del solito e trovai Sam che ridacchiava, gettando occhiatine a Bree.
«Oh, Ellie, eccoti finalmente! Non crederai mai chi sarà la nostra prossima cliente!» Riprese a ridacchiare, facendo vagare ancora lo sguardo da me a Brianna.
«Dal tuo comportamento sarà qualcuno della famiglia reale, come minimo!» esclamai, andando a posare la borsa sulla mia scrivania. «Non ditemi che è la principessa Beatrice di York. Non è certo il mio sogno organizzare le sue nozze, con tutto il rispetto.» Sul volto di Ed era ancora visibile la cicatrice che la principessa gli aveva procurato durante una festa, cercando di investire come cavaliere, per gioco, il cantante James Blunt.
«Non è lei, puoi star tranquilla» ribatté Sam.
Bree mi fissò con una strana espressione e mi chiesi se non stesse pensando a ciò che lei e Murtagh avevano fatto sulla mia vecchia scrivania. In realtà speravo che non avessero battezzato alla loro maniera anche quella nuova. Teddy mi avrebbe preso in giro dicendo che finché non lo avessi saputo, sarei stata serena. Stavo rimuginando sull'eventualità o meno che Bree e Murtagh se la fossero spassata su ogni superficie piana dell'ufficio, quando il mio sguardo cadde sulla mano del mio capo e sul vistoso anello con diamante che, chissà come, non avevo notato fino a quel momento.

«Sei tu la nostra cliente!» affermai, facendo uno scatto in avanti per poter guardare meglio il gioiello, con un'unica e grossa pietra al centro.
«Che anello stupendo» commentai, prendendole la mano. L'abbracciai e mi congratulai con lei. «Quando te l'ha chiesto Murtagh?» domandai, curiosa.
«Ieri sera, dopo che siamo tornati dalla tua festa. Ne parlavamo già da un po', ma non mi aspettavo una proposta così presto.» Aveva un'espressione raggiante mentre parlava. Andò a recuperare una bottiglia di champagne tra le scorte che tenevamo per brindare con i nostri clienti.

«Congratulazioni Bree e Murtagh» esclamammo io e Sam in coro, quando la nostra amica stappò la bottiglia, dopodiché brindammo alla salute dei futuri sposi. Era bello stare lì a festeggiare e discutere i dettagli riguardanti il matrimonio di una persona cara.

Perfect in white || Ed SheeranWhere stories live. Discover now