Capitolo 13

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«Io e Avril ci siamo conosciuti durante una festa. Lei si stava frequentando da qualche mese con mio fratello. A quei tempi vedevo pochissimo Teddy, che era impegnato a far decollare la sua carriera da musicista. Rimasi subito affascinato da Avril e capii altrettanto in fretta che lei non mi avrebbe mai guardato, potendo avere il fratello più popolare, un musicista la cui fama sarebbe presto diventata mondiale.»

Fece una pausa e, per evitare il tremore nervoso alle mani, strinse la tazza bollente.

«Assistetti a distanza al tira e molla tra Avril e mio fratello. Sapevo che lui non l'avrebbe mai amata davvero, anche perché segretamente non ho mai smesso di sperare che si rimettesse con te. Ora mi rendo conto che era una questione di egoismo. Volevo Avril per me.»

Sospirò e io rimasi in silenzio, in ascolto.

«Poi, si può dire che, come tutto è cominciato, così è finito. A quella festa però Avril non era venuta con Ed, perché lui l'aveva già scaricata in maniera definitiva. Lei, con il cuore spezzato, si era presentata all'insaputa di tutti, per tentare di riconquistarlo. Se avessi anche solo sospettato che Avril ci sarebbe stata, non mi sarei mai presentato e forse le cose sarebbero andate in maniera diversa. Dovevo evitarla e ci provai, ma non ci riuscii.»

Mormorò alcune frasi sconnesse, a rimproverarsi per il coglione che era stato e fui tentata di allungare una mano sul tavolo per stringerli un braccio, in un gesto consolatorio.

«Avevo bevuto parecchio per affrontare ogni volontà di andare da lei e dirle quanto la desiderassi dal primo momento che l'avevo vista. Sentivo la testa che mi girava e volevo andarmene a casa mia per buttarmi a letto e cercare di dimenticare tutto. Ero andato alla festa con un amico e l'avevo perso di vista. Probabilmente aveva avuto più fortuna di me con le ragazze. Decisi di prendere un taxi e andarmene, ma non trovavo il mio cappotto, così cominciai a cercarlo in ogni parte della casa. Ero ancora abbastanza lucido quando m'imbattei in Avril, al piano di sopra, in una camera buia. Con il senno di poi mi chiedo perché fossi andato a cercare lì il mio cappotto, dato che non ero mai salito al piano superiore durante tutta la mia permanenza nella casa fino a quel momento. Dopo scoprii anche che Ed se n'era andato via da un bel pezzo, invitato a suonare in un locale a un paio di chilometri dalla festa.»

Ascoltando il suo racconto stavo rimanendo sempre più senza parole, comprendendo pian piano le implicazioni di ciò che probabilmente era successo dopo che Matt aveva trovato Avril sola in quella stanza.

«Sono stato un bastardo, un vero e proprio stronzo. Il pensiero di quello che ho fatto mi disgusta e mi perseguita da quella volta. Da codardo come sono ero convinto che mi sarebbe bastato evitare Avril per scordare tutto, ma non è stato così. Me lo merito, per quello che ho fatto io...» S'interruppe e vidi una lacrima scendere dai suoi occhi. «Mi sono approfittato di lei. Faccio schifo!»

Per qualche istante nella stanza cadde un silenzio assoluto, non si sentivano nemmeno le fusa dei gatti, che erano andati ad acciambellarsi sul divano, dopo che il tono della voce di Matt si era alzato durante il racconto.

Non riuscivo a crederci. Non volevo crederci. Conoscevo Matt da una vita e non l'avrei mai immaginato capace di una cosa simile. Era un tipo tranquillo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Non poteva aver portato a letto una ragazza contro la sua volontà, nemmeno da ubriaco.

Sembrava che fosse incapace di riprendere il suo racconto, ma non ce n'era bisogno, il resto era purtroppo facile da indovinare. Aveva fatto sesso con Avril e ora aveva il dubbio che Noah fosse suo figlio.

Mi chiesi perché allora Avril fosse così certa che il bambino fosse di Teddy. Ci pensò Matt a sciogliere ogni dubbio, riprendendo, anche se con voce rotta, la sua narrazione.

«Non ho fatto nulla per fermarla, quando lei è venuta verso di me e mi è saltata addosso. Avrei dovuto respingerla, ma credevo che lei volesse me. Mi ha baciato, poi mi ha tirato verso il letto e si è messa sopra di me. Ha cominciato a spogliarsi e io ero inebetito. Quello che avevo desiderato si stava avverando e non avevo dovuto fare nulla per ottenerlo. Che stronzo sono stato.»

Quell'aggiunta rendeva le cose un po' diverse.

«Quindi Avril ha scelto di venire a letto con te. Non l'hai obbligata» mormorai, con un filo di voce e sentendo il cuore più leggero.

«Ha fatto sesso con me, di sua spontanea volontà, ma...» L'espressione di Matt divenne atterrita. «Pensava che fossi Ed. Mi ha chiamato con il suo nome, dopo. Non credo che abbia capito di essere stata con me e io non ho fatto nulla per rimediare a quell'incomprensione. Mi sentivo troppo in colpa. Lei è convinta che quella sera ci fosse Ed con lei, perciò è sicura che Noah sia di mio fratello. Ma, per quello che ne sappiamo, potrebbe essere mio.»

Di certo non era una situazione semplice, sembrava uscita da una puntata di qualche serie tv con una trama contorta.

«Dovresti parlare con loro.»

Matt annuì. «È quello che ho intenzione di fare. Prenderò il primo volo e li raggiungerò. Prima però avevo bisogno di raccontarlo a qualcuno e mi sei venuta in mente solo tu. Ti prego di non dire nulla a Teddy, finché non l'avrò fatto io. Merita di sapere la verità da me e da nessun altro.»

Odiavo avere segreti con il mio ragazzo, ma quella questione dovevano risolverla tra di loro, quindi, anche se a malincuore, accettai di non dire nulla.

Matt stava per andarsene, quando un'idea mi balenò per la testa.

«Potrei venire con te. Del resto ultimamente al lavoro non ho molto da fare.» Sorvolai sul fatto che non avevo proprio nulla in agenda e proseguii: «Dovrei chiedere ai miei di badare ai gatti, nel caso avresti qualcosa in contrario, se venissi con te?»

Lui scosse la testa. «Certo che no. Anzi, credo che Ed sarebbe felice di averti vicina.»

«Sempre che non giudichi il mio arrivo come un'intrusione tra lui e suo figlio» mormorai, come se stessi riflettendo a voce alta.

«Ancora non è detto che Noah sia suo.»

Per poco non mi lasciai sfuggire che sarebbe stato meglio per tutti se Noah fosse stato di Matt. Per me, perché così non avrei dovuto condividere Ed con un'altra donna, anche se lui l'avrebbe considerata solo la madre di suo figlio. Per Matt, perché avrebbe avuto un legame con Avril, la persona che aveva sempre desiderato. A che prezzo l'avrebbe ottenuta, però? L'inganno non era la maniera migliore per cominciare una relazione.

E il povero Noah. Sua madre lo aveva convinto di essere il figlio di Ed. Sarebbe stato complicato spiegargli che in realtà Teddy era lo zio.

Eppure era inutile continuare ad arrovellarsi in attesa dei risultati del test di paternità.

Matt sospirò e io mi affrettai a dire qualcosa, per rompere quel silenzio pesante.

«Quando hai il volo?»

«Domani mattina alle nove.»

Annuii. «Puoi lasciarmi tutti i dettagli prima di andartene? Chiedo ai miei se possono badare a Ched e Twix oppure trovo un'altra sistemazione per loro. Ti chiamo appena capisco se riesco a partire.»

Sentivo dei crampi allo stomaco e non capivo se fosse per via della quantità industriale di cioccolato e patatine che avevo mangiato quel pomeriggio con Justin o l'agitazione al pensiero di tutta quella situazione.

Non potevo permettermi di stare male in quel momento, quindi ignorai la sensazione di malessere e salutai Matt, poi mi precipitai a chiamare i miei. Dissero che avrebbero badato ai gatti; quindi richiamai il fratello di Ed e comprai un biglietto sul volo per Philadelphia. Avvisai anche Sam e Bree che sarei stata via per qualche giorno e inviai un messaggio a Caleb, che non rispose. Probabilmente si stava divertendo con Sophie e la cosa non poteva che farmi piacere.

Perfect in white || Ed SheeranWhere stories live. Discover now