Parole taglienti e figli nascosti.

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I Saggi ci hanno congedato ma non prima di avermi fatto le solite raccomandazioni: 'Ci vediamo all'alba di ogni giorno Camille, non tardare' mi hanno detto, e subito dopo sono spariti.

Ora io e Blake siamo nella sala della villa e l'aria è carica di tensione.

Lui evita di guardarmi ma dato che non ha ancora lasciato la stanza immagino abbia qualcosa da ridire sulla mia scelta.

Decido di farmi coraggio ed iniziare la conversazione.

<So che non riesci a comprendere la mia decisione Blake ma..>

Blake alza la testa verso di me e mi fulmina con lo sguardo.

<Nessun ma Camille! Siamo nel bel mezzo di una guerra e tu cosa fai? Decidi di dedicarti ad un problema in questo momento marginale! Che cazzo ti prende?>

Il suo petto si alza e si abbassa velocemente, è furioso.

<Blake questo non è un problema marginale. Non sono al pieno delle mie forze e devo difendere il mio branco da qualcosa che è più grande di me. Non posso sbagliare.>

Non mi capisce, si nota dal suo sguardo. Non so cosa fare per cercare di trovare un punto d'incontro tra di noi. Siamo troppo diversi e questo pensiero mi fa male.

Mi guarda, vedo che è irrequieto.

<Durante le mie crisi non riesco a distinguere la realtà dai ricordi. Episodi cruenti che mi hanno segnato durante l'infanzia riaffiorano ed io inevitabilmente crollo. Non posso permettermelo in battaglia Blake.>

Addolcisco il tono di voce sperando in una reazione positiva da parte di Blake la quale però non arriva.

<Camille qui non si tratta di te, si tratta di un pericolo che corre tutta l'America. Siamo stati fortunati fino ad ora ma siamo in costante pericolo. Ho una fottuta paura che venga attaccato il mio branco con i miei fratelli a capo e so che sarebbe già successo, se non fosse che questi Esiliati seguono un capo che è guidato evidentemente solo dalla rabbia. In più, hai una talpa tra i tuoi uomini pronta a tramare contro tutti noi. Lascia il fottuto passato alle spalle e concentrati su questo. A me, interessa solo questo.>

Trattengo un ringhio, so che ha ragione ma i suoi modi aggressivi non aiutano nessuno.

<So che non te ne frega un cazzo di me Blake, non c'era bisogno che ribadissi il concetto. Ma si da il caso che sappia ciò che faccio. I saggi ci manderanno un aiuto per capire cosa diamine sta succedendo e nel frattempo io mi allenerò e cercherò la talpa. Il tuo branco è al sicuro, ho chiesto a Vlad di mandare i suoi migliori uomini lì e ti posso assicurare che prendere di sorpresa i Vampri è difficile. Non lascio le cose al caso, Alpha del Sud.>

Lo sorpasso, pronta ad uscire da quella stanza quando però sento il peso di alcune parole che esigono di essere liberate, non le trattengo.

<I nostri discorsi sono solo pieni di rabbia, non concludiamo mai niente. Non ti sforzi di capirmi Blake, il tuo unico obiettivo è quello di tenermi il più lontana possibile da te. Ma pensi mai a come io mi senta? Al fatto che sono il palese bersaglio di un gruppo di lupi a causa di azioni di mio padre? Al fatto che combatto ancora proprio contro quest'ultimo nonostante sia morto? Nonostante sia stata proprio io a.>

Mi blocco, non voglio aprire la questione.

<Sai cosa? lascia stare.>

Non ha più senso continuare così, ne tanto meno ha senso continuare a negare l'effetto che mi fa Blake. Vorrei solo che riuscissimo a chiarirci, a comprenderci ma lui non sembra mai predisposto. Quindi, ripeto, non ha più senso continuare a spiegarmi.

The Alpha of the Northern edge.Where stories live. Discover now