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Iseul pov

<No!> urlo con tutta l'aria presente nei miei polmoni, per poi svegliarmi di colpo. Ci metto qualche secondo a capire che mi trovo in camera mia, in Corea. E non in quella a Milano e che sono sveglia. 

Mi passo la mano tremante davanti ai miei occhi e poi sul mio viso, bagnato a causa delle lacrime che ho pianto mentre dormivo. Sento il mio cuore battere all'impazzata e non sembra voler calmarsi o rallentare neanche per un po'. Riesco ancora a sentire la voce di mia madre e il suo profumo, proprio come se fosse qui di fianco a me. 

Mi ci vuole un po' per calmarmi e riprendere il controllo su me stessa. Ma non appena ci riesco, mi alzo dal mio letto e vado verso al mio armadio per prendere una maglietta oversize, dei pantaloncini e dell'intimo.
Sono tutta sudata, ho bisogno di farmi una doccia e di allentare un attimo i nervi. Sono troppo tesa. 

Così entro in bagno e una volta essermi chiusa la porta dietro le mie spalle, apro il getto d'acqua del box doccia. 
Mentre aspetto che l'acqua diventi tiepida mi tolgo i vestiti e li butto dentro una cesta che si trova ai lati del lavandino. 

"Meno male che volevo riposarmi e tra tutte le cose dovevo sognare mia mamma..." penso per poi buttarmi sotto il getto d'acqua che cade lentamente su tutto il mio corpo.
Soffermandosi su alcune zone più di altre, soprattutto sopra tutte quelle cicatrici che riempiono il mio corpo. Non riesco ancora a guardarle senza pensare a tutto quello che ho dovuto passare negli ultimi anni. Tutto per colpa sua. Tutto. 

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Dopo quasi un ora esco dal bagno e dopo essermi vestita, decido di andare giù in cucina e vedere se ci sono gli altri o se sono ancora da sola. Ma non credo. 
Ormai dovrebbero essere tutti arrivati e dovrebbero star anche già mangiando. Sempre che non l'abbiano già fatto. E molto probabilmente è così. 

Non appena arrivo davanti alla cucina le uniche persone che trovo dentro sono Tae, intento a mangiare un coppa di gelato e mio fratello, impegnato a scrivere con qualcuno sul telefono. Molto probabilmente con Adriana. Non deve essere per nulla avere una relazione a distanza. Non posso neanche immaginare che cosa loro possono provare stando così lontani. Neanche un po'.

<Is allora sei viva!> esclama Tae quando mi vede fare dei passi nella sua direzione, per poi sorpassarlo e andare dritta verso il frigo. Pronta per prendere un bicchiere d'acqua fresca, dell'affettato e poi del pane. Che prendo invece da un'antina che si trova lì vicino.
Nonostante non abbia chissà quanta fame, devo mangiare qualcosa.  Non vorrei mai sentirmi male e fare preoccupare tutti inutilmente. E diciamo che sentirmi male non rientra nelle mie priorità al momento. Però si sa, questa è una cosa che non si può evitare completamente. 

<Mh, ho dormito un po'> gli dico prendendo posto di fianco a lui. Nel frattempo vedo Yoongi spostare il suo sguardo dallo schermo del telefono sulla mia mia cena. Anche se non credo che si possa definire come tale. Ma questi sono dei piccolissimi dettagli. 

<Is, non puoi mangiare solo quello.  Non tocchi cibo da stamattina> mi rimprovera mio fratello.

<Non ti preoccupare, è giusto per mettere qualcosa nello stomaco. Solo quello>

<Sicura? Comunque tutto bene? Non hai una bella cera> mi spiega, facendo passare dolcemente la sua mano nei miei capelli. Annuisco semplicemente e con ciò non insiste.  Mi dice semplicemente che se vuole lo trovo in camera sua,  in caso volessi parlare. E anche questa volta annuisco e basta. 

In tutto ciò Tae è andato in sala a guardare un film insieme a Jimin e Hoseok.

<Grazie, ora vado> e senza aggiungere altro mi alzo dalla sedia e a passi lenti comincio a salire le scale. 
In cima a queste trovo Jungkook, con i capelli bagnati e un asciugamano intorno al suo collo. Indossa una semplice maglietta bianca e dei pantaloni sportivi grigi.

Non appena mi vede mi saluta con un caloroso sorriso, cosa che non riesco a ricambiare se non con un semplice cenno di testa. 

<Tutto okay?> mi chiede facendo un passo nella mia direzione. 

<Sí, va tutto bene> faccio per aprire la porta, ma vengo bloccata da Jungkook. Che diamine pensa di fare?

<E questa sarebbe la faccia di una che sta bene? Sul serio, sicura che non è successo qualcosa?> mi chiede incrociando le braccia all'altezza del suo petto, per poi inarcare un sopracciglio e guardarmi come per dirmi che non mi crede e di sputare il rospo. 

Sospiro alla sua insistenza. I ragazzi non scherzavano quando mi hanno detto che se vuole può essere testardo.

<È stato solo un incubo, niente di cui tu ti debba preoccupare. E ora vorrei poter rientrare in camera mia, Jungkook> e in giro di poco riesco finalmente ad entrare. Questo non prima di salutare il moro. 

Pronta a rimettermi a dormire con lo stomaco pieno mi dirigo verso il mio letto. Purtroppo non faccio neanche in tempo a buttarmici sopra che qualcuno bussa. 

Chi è adesso?

<Oh Jimin che c'è?> gli domando non appena apro la porta. 

<Tada!> esclama mostrandomi una busta trasparente di plastica piena di vestiti e con in mano delle scarpe. 

<E questo cosa sarebbe?> gli chiedo leggermente confusa alla vista di ciò.

<Come "cosa sarebbe"?! Questa è la tua divisa!> mi spiega facendo un passo dentro la stanza, per poi andare ad appoggiare il tutto sopra la mia scrivania. Piena di libri e fogli vari. Forse dovrei metterla in ordine. Ma non ora, non ho la forza di fare nulla. 

<Oh! Grazie Jimin, per caso sai anche dirmi quando inizia?>

<Il 15 settembre. Andrai nella stessa scuola Jungkook>

<Capito, grazie mille> gli dico facendo un piccolo inchino. Jimin mi dice che non è nulla e che è il minimo e con ciò, dopo avermi dato la buonanotte, esce da camera mia. 

Non appena mi ritrovo in camera da sola, finalmente, il primo pensiero che mi occupa la testa è inerente alla scuola. 

Se Jimin non mi avesse portato questa divisa mi sarei completamente dimenticata che ci dovevo andare. 

Chissà come sarà andare in una scuola coreana.  Non riesco proprio a immaginarlo. Di una cosa sono sicura, ovvero che sarebbe stata un esperienza totalmente diversa da quella fatta fino ad adesso.
Totalmente.

Spero solamente di passare questo mio ultimo anno nei migliori dei modi e non in ansia come ho fatto fino ad adesso. Anche se la vedo difficile, dato che da quel che mi ha detto mio fratello non sarà così facile. Però ci proverò. Tentar non nuoce.
Tanto è solo un anno. Niente di più e niente di meno.

E con questi pensieri che occupano la mia testa, torno nel mio letto e il tempo di spegnere la luce che ricado nel mondo dei sogni. Sognando questa volta qualcosa di molto più sereno e più tranquillo, rispetto a quello di prima. 

Falling In Love Is Not Bad//J.KWhere stories live. Discover now