Capitolo 8

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Accorgendosi che il coltello aveva una lama richiudibile, un po' come quella di un coltellino svizzero, Allison lo richiuse e lo mise nella tasca posteriore dei pantaloni neri che indossava.

Una volta varcata l'entrata, trovò subito dinnanzi a sé un bivio. Svoltò a destra, assicurandosi che il sangue dal taglio che aveva fatto sul braccio gocciolasse per bene a terra e tracciasse così il suo cammino.
Aveva avuto davvero un'ottima idea, pensò, mentre prendeva direzioni a caso affidandosi unicamente al suo istinto. Se non fosse stato per Dylan avrebbe preso lei il gessetto e, per quanto riguarda Brad, realizzò a cosa gli sarebbe servito il panino: segnare i percorsi che imboccava con le briciole di pane, al posto di usare il sangue o un gessetto.
"Che stupida" pensò Ally "avrei potuto prendere io il panino, adesso invece fa proprio male questo taglio"
Continuò a camminare, quando improvvisamente, una volta preso il sentiero a sinistra di un bivio si ritrovò in un vicolo cieco: davanti a lei si trovava adesso solo una spoglia parete che le impediva il passaggio.
Il suo viso si contrasse in una smorfia per un istante, poi guardò in basso e iniziò a seguire le piccole macchioline scarlatte fino al bivio che aveva intrapreso poco prima.
Stavolta svoltò a destra.
Si chiese se i ragazzi in quel momento fossero a buon punto, e da un lato sperava di no, anche se, ammise Brad e Dylan avevano avuto la sua stessa idea e dunque, a rigor di logica, non ci sarebbe dovuto essere tanto scarto tra di loro. Eppure, non aveva ancora considerato...

《Merda!》strillò Katy, mettendosi a piangere e stringendo la bussola che teneva in mano con tanta forza e angoscia, sperando con tutto il cuore gravato dall'avvilimento che essa si rompesse.
Volle darsi una sberla.
《Sono una testa di cazzo》ripeté diverse volte.
Quando aveva visto gli oggetti sul bancone, la bussola le era sembrata lo strumento più adatto per orientarsi, ma solo dopo si accorse che, in realtà, in quel contesto non avrebbe potuto aiutarla.
Insomma, quale direzione avrebbe dovuto prendere? Nord? Sud? Est? Ovest? Era stata così ingenua.
Cominciò a vedere appannato a causa delle lacrime, e le sembrò di girare in tondo.

Parecchio diversa, invece, era la situazione di Brad, che con la sua idea procedeva a passo spedito. Medesima situazione per Dylan.
Quest'ultimo partì avvantaggiato rispetto agli altri.
Infatti, per sua fortuna si ricordò quando, qualche anno prima, leggendo un libro aveva appreso il metodo infallibile di Charles Pierre Trémaux per uscire da ogni labirinto: era necessario solo un gessetto.
Il funzionamento era molto semplice.
Ad ogni incrocio, Dylan segnò il lato della via da cui era venuto, per poi imboccare un sentiero inesplorato e dunque privo di segno. Ogni qual volta in cui si ritrovava in un vicolo cieco, ritornava indietro e incappava in una via già segnata.
A quel punto, il gioco era semplice: bastava apporre un altro segno.
Così capì che i sentieri marcati da due piccole X erano quelli che lo avrebbero portato in un vicolo cieco.

Così come Teseo e il filo rosso nel labirinto del Minotauro, così come Hansel e Gretel con le briciole di pane nella foresta, così Allison Prescott col sangue nel labirinto.
La ragazza non conosceva il metodo di Dylan, però lo stava mettendo in pratica in quel momento.
L'unico problema fu solo uno: non lasciava un segno in ogni sentiero, ma tante gocce di sangue. Quindi era un po' più complicato di quello che sarebbe dovuto essere per Brad e Dylan, ma Allison era determinata a vincere.
Le sembrò di essere arrivata circa a metà strada: da molto tempo non era incappata in una parete che bloccava il passaggio.
Non era in grado di sapere da quanto tempo stesse camminando ma, inesorabilmente, il suo sangue continuava a scorrere, alla stessa maniera con la quale le sue possibilità  di uscirne viva si accorciavano.
Cercò di scacciare il pensiero della morte e riprese a concentrarsi sulle chiazze vermiglie sul pavimento.
Non aveva idea se ciò che stesse facendo fosse giusto.
Si sentì più debole.
Per poco, non svenne.
La testa cominciò a girarle sempre di più ad ogni passo.
E in essa, si insinuava sempre di più la certezza che ad ogni modo non ce l'avrebbe fatta.
Tanto valeva arrendersi.

Ma nel suo cuore si accese un minuscolo barlume di speranza.
Fin quando c'era ancora anche una minima possibilità di sopravvivere, avrebbe lottato.
Desiderò con tutta sé stessa coricarsi sul pavimento e riposarsi, almeno un po'.
Ma non c'era tempo.
E non era neanche il caso.
E il luogo.
Alzò lo sguardo, basso sul pavimento, dritto davanti a sé.
Sorrise a bocca chiusa e inarcò un sopracciglio.
Ancora una volta, aveva finalmente ritrovato la determinazione.
Iniziò a camminare a passo deciso, per quanto le sue gambe glielo permettessero ancora, e ogni volta che si imbatteva in un vicolo cieco non perdeva la speranza, e seguiva le macchioline di sangue fin dove l'avevan portata.
Andò avanti così per un tempo che le sembrò infinito, e per quanto fosse determinata e sicura di sé, stava perdendo troppo sangue.
I suoi passi divennero più incerti, la vista si fece sempre più appannata, il sangue che scorreva sotto le tempie pulsava violentemente, come se le avessero ficcato due chiodi ai lati del cranio.
Il sangue dalla ferita scorreva verso il basso, lentamente, sulla manica nera della tuta, poi sul polso, la mano, e poi  gocciolava dalle punte delle dita.
Deglutì e inspirò dal naso, chiudendo gli occhi.
Tremò.
Ma proprio quando le sembrò di essere ancora lontana dalla fine, una visione le si palesò davanti una volta intrapreso l'ultimo bivio.
Un banco con sopra due siringhe di atropina. E accanto, Dylan.





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⏰ Last updated: Dec 20, 2018 ⏰

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