Capitolo 20

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Annabeth

- Ma di cosa stai... - tentennò mio padre - Annabeth ne abbiamo già parlato, che razza di domande fai? -

Era nervoso se non terrorizzato. Sentii una presa salda sul mio braccio e mi voltai. Percy mi guardava e mi stava chiedendo con gli occhi che stavo combinando.

"Fidati di me" mimai con le labbra

Annuì ma non mi lasciò, anche se la sua presa era diventata rassicurante e protettiva

- Ho sentito dire che tempo fa hai dato l'ordine di non dire mai il suo nome. Perché? - chiesi sempre più determinata

- Perché non è bene disturbare i morti - sussurrò a denti stretti

- Certo, tu hai dato quest'ordine sei anni fa ma secondo i calcoli l'erede al trono è morto quando è stata sterminata la famiglia reale, cioè precisamente otto anni fa - annunciai - Perché dare l'ordine due anni dopo la presunta morte? -

Lo guardai con rabbia, non mi faceva pena, per lui in quel momento provavo solo odio e rancore. Mentre parlavo rivedevo le immagini di quando lo aveva fatto frustare e quelle delle giornate che avevo passato, anni dopo, con la stessa persona che in quel momento era al mio fianco.

- Allora? - chiese Percy - Perché non rispondete conte Chase? -

***

Percy

Sapevo che Annabeth era coraggiosa ma non fino a questo a punto, avevo capito che cosa voleva fare, voleva far ammettere a suo padre i propri crimini. E l'ammiravo per questo!

Inoltre avrebbe risparmiato diversi fatti: se il conte avrebbe davvero ammesso il tradimento, forse e dico forse avrebbe avuto una minima possibilità di non essere giustiziato. Io volevo vendetta su questo non c'erano dubbi, ma se volevo essere un bravo sovrano dovevo comportarmi diversamente

- Appunto hai detto presunta - rispose lui con lo sguardo basso - Nessuno ha mai avuto la certezza che fosse davvero morto quella notte -

- E allora perché due anni dopo ne eri convinto? - chiese Annabeth

- Perché...perché... - il conte borbottò

- Semplice, perché tu hai dato l'ordine di ucciderlo - disse una voce che conoscevo

Da una porta laterale era entrato Chirone e anche lui guardava il suo signore con rabbia

Tutti i presenti indietreggiarono e guardarono inorriditi chi li aveva guidati fino a quel momento

- Lo facesti rapire quando uccidesti il re, il ragazzo è stato due anni qui, nascosto, prigioniero, a lavorare come schiavo finché non è riuscito a scappare - raccontò lo stalliere - E allora lo hai fatto fustigare e poi uccidere -

Il conte guardava il pavimento a occhi sgranati, era sconvolto, non si rendeva conto di quello che stava succedendo. A guardarlo in quello stato provai solo pietà, la rabbia che provavo per lui svanì e mi resi conto che l'uomo che avevo davanti non era più quello che aveva assassinato mio padre, ma solo un uomo che sentiva sulle sue spalle il peso del suo tradimento

- Non volevo ucciderlo - disse - Non ho mai voluto fargli del male. Mi ha costretto, non mi ha dato scelta, se solo se ne fosse stato buono sarebbe ancora vivo -

- Perché? Perché lo avresti tenuto prigioniero e non ucciso? - chiese Annabeth con la voce che tremava

- Era solo un bambino e non volevo sporcarmi le mani del sangue di un innocente - rispose

Scossi la testa, era la scusa più stupida che avessi mai sentito, si era già sporcato le mani quando aveva ucciso il resto della mia famiglia, ma alla fine non mi interessava davvero sapere che cosa voleva da me allora

- Il suo fantasma mi tormenta da anni ormai e questa sera ha dato la stoccata finale - mormorò

- Ma quale fantasma, fossi in te mi preoccuperei di più dei vivi! - esclamò Talia che si era avvicinata insieme agli altri

Mi avvicinai al conte e decisi di dare davvero la stoccata finale

- Sai cosa si dice della famiglia reale? - chiesi

Il conte mi guardò

- Il Tridente ne è il simbolo e la famiglia è protetta dal mare - spiegai mentre mi toglievo la maschera e rivelavo il mio volto

Frederick Chase mi guardò e lentamente la consapevolezza si impadronì del suo sguardo. Del resto ero identico a mio padre!

- I tuoi soldati non mi uccisero perché riuscii a sfuggirgli e a gettarmi dalla scogliera - rivelai

Pirate WarriorsWhere stories live. Discover now