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Quando volgo gli occhi verso la finestra del bar mi accorgo che è già diventato buio e il cielo inizia ad essere punteggiato da piccole stelle, ad un tratto mi ricordo dell'appuntamento con Emanuele e dell'arrivo dei miei genitori.

"Ma che ore sono?" chiedo preoccupata a Leo, lui rivolge uno sguardo all'orologio sul polso per poi rispondermi

"Le 8 e mezzo"

"Cavolo!" dico allarmata e quando il cellulare squilla dalla borsa ho un sussulto, lo prendo e accetto la chiamata, Emanuele non mi dà neppure il tempo di parlare.

"Chiara? Ma non sei ancora rientrata? È già tardi!"

"Scusami, scusami...dove sei?" gli chiedo, preoccupata che possa essere sotto casa mia.

"Sono appena uscito, stavo venendo da te"

"No!" urlo, Leo mi guarda aggrottando le sopracciglia ed io mi schiarisco la voce respirando profondamente "Scusami stavo...va bene, aspettami sotto casa, sto arrivando" continuo e riaggancio.

Ripongo il cellulare nella borsa e tengo gli occhi bassi per un pó non sapendo cosa dire esattamente.

"Devi andare?" mi chiede Leo confuso e divertito allo stesso tempo

"Si, questa sera arrivano i miei genitori, mi dispiace tanto" dico, lui mi sorride dicendomi di non preoccuparmi, mentre vá a pagare io lo aspetto all'entrata del bar guardando da lontano la sua figura slanciata, le sue spalle larghe e i suoi fianchi stretti, quando attraversa la stanza sono tante le ragazze che gli lanciano occhiate fugaci, eppure lui sembra non farci caso, perso nella sua naturalezza.

"Possiamo andare" dice davanti a me, io annuisco e ci incamminiamo verso casa mentre nel frattempo mi tormento il cervello su quale sia il modo migliore per dirgli che il mio ragazzo mi aspetta sotto casa e non sarà felice di vederlo, dal momento che non è a conoscenza nemmeno di questa nostra breve uscita.

"Era il tuo ragazzo al telefono?" mi chiede ad un tratto, io annuisco

"A tal proposito.." comincio ma lui mi interrompe

"Ti lascio all'angolo, non ti preoccupare" dice sorridendo

"Mi dispiace davvero tanto, sono mortificata" sospiro

"Ho passato un bel pomeriggio" dice lui, io mi volto a guardarlo e lui fa lo stesso, gli sorrido e penso che non mi sentivo così libera, leggera e spensierata da tanto tempo.
Sebbene con Emanuele stia bene, le emozioni che mi provoca Leo sono diverse e di tutt'altra natura, mi fanno sentire come un tempo, un'adolescente profondamente innamorata.
Il tempo che é passato dall'ultima volta in cui ci siamo visti, in quel bar, non sembrava composto da anni ma da pochi minuti, sembrava di essere tornati a 6 anni fa, persi in una bolla di sapone lontano da tutti e tutto.

"Anch'io" gli rispondo, lui sorride e senza aggiungere nulla ci incamminiamo verso casa mia in cui arriviamo pochi minuti dopo, giunti all'angolo ci fermiamo entrambi, lui affonda le mani nelle tasche dei jeans e si guarda intorno per poi mettere nuovamente gli occhi su di me.

"Ti va di venire alla mia laurea? È fra tre giorni" dico ad un tratto, lui mi guarda con un'espressione stupita e in realtà lo sono anch'io, da dove mi è uscita questa domanda?

"Direi di si, mi informi sul posto e sul luogo?" risponde lui sorridendo, la sua sorpresa e allo stesso tempo felicità mi contagiano e gli annuisco allegramente

"Posso darti il mio numero di cellulare" aggiungo

"Se non l'hai cambiato, ce l'ho ancora" risponde lui e tutto quello che riesco a dire è un "Oh" di stupore.

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