dieci

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Non sei stato un regalo!

Sei stato lennesimo schiaffo

che la sorte mi ha fatto.

Buongiorno splendore, ci vediamo fra qualche ora.

Lessi il messaggio più volte, prima di decidermi a rispondere. Mi guardai intorno, osservando la gente passarmi davanti senza nemmeno accorgersi della mia presenza. Solo una ragazza si soffermò sulla mia figura quasi invisibile, uno sguardo di fuoco e l’espressione da cane rabbioso. Sospirai, tornando a guardare il display del mio vecchio telefonino che lentamente si stava spegnendo. Lo riaccesi pigiando su un tasto a caso, per poi affrettarmi a scrivere.

Buongiorno a te, Harry. Sei a casa?

Alzai lo sguardo, incontrando quello di Liam che mi fissava in attesa che mi accorgessi di lui. Gli sorrisi con le labbra serrate, mentre si avvicinava con passo felpato, sistemandosi lo zaino in spalla. «Ciao.» mi disse soltanto, appoggiando la schiena al muro, esattamente come stavo facendo io.

«Tutto bene?» proseguì con la sua voce strascicata. L’odore acre di fumo raggiunse il mio naso, facendomi fare una smorfia disgustata. Lui non se ne rese conto, dondolò lentamente in attesa di una mia risposta.

«Sì, tutto bene - risposi - Tu, invece?»

«Sono un po' stanco - ammise, passandosi una mano sul viso pallido - Non sono abituato a svegliarmi presto.»

Alzai un sopracciglio, voltandomi ad osservare il suo volto fine e delicato, ma comunque mascolino. «Non vieni mai a scuola, la mattina?»

«Salto sempre la prima ora - spiegò stringendosi nelle spalle - Non riesco a svegliarmi per tempo.»

Sorrisi sinceramente di fronte alle sue parole oneste. «E come mai oggi sei qua così presto?» domandai curiosa, sentendo il telefono vibrare nuovamente. Chinai il capo, notando il nome di Harry illuminarsi sul display. Liam non notò nemmeno quel movimento improvviso, troppo stanco per capire cosa gli stesse succedendo attorno.

«Harry mi ha detto di venire a scuola - disse facendo una breve smorfia - Da quando ti conosce sta diventando… un bravo studente.»

Mi ritrovai a sorridere, trattenendo a stento una risata gioiosa. Lui si voltò per un istante, posandomi una mano sulla spalla. «Sei una strega?» mi domandò serio, un’espressione imperturbabile dipinta sul volto. Mi aspettavo che scoppiasse a ridere da un momento all’altro ma poi me ne resi conto: era Liam, il ragazzo che a diciannove anni guardava ancora Toy Story, potevo aspettarmi di tutto da lui.

«No, perché?» chiesi con tono tentennante, mentre la presa di Liam si faceva sempre più debole fino a quando non lasciò scivolare la mano lungo il suo fianco.

«Così, Harry mi sembra diverso.» disse soltanto, per poi staccarsi dal muro ed andarsene, un leggero cenno del capo e un sorriso sincero come saluto. Alzai una mano esitante, guardandolo dirigersi verso Niall, gli occhi lucenti dell’irlandese fissi sul mio viso. Scossi la testa, leggendo il messaggio che mi era arrivato da Harry.

Sono un po' in ritardo, ma arrivo. Oggi ho proprio voglia di sorbirmi due ore di quella pazza della OConnery.

Intesi quell’ultima frase come sarcastica, ma non feci in tempo a digitare sui tasti per rispondergli, che una mano ben curata afferrò il mio vecchio cellulare rubandomelo senza chiedere il permesso. Fulminai Nique con lo sguardo, ma lei non parve concedermi troppa attenzione, assorta nel leggere tutti i messaggi che Harry mi aveva mandato, gli occhi sempre più piccoli, come due fessure. Ripresi il mio telefono, riponendolo nella borsa.

Just A GameWhere stories live. Discover now