CAPITOLO 17

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Passammo il resto della serata a cenare, pianificare, e fare rapporto a Fiury uno alla volta, poi a due e due e poi tutti insieme, appassionatamente avrei aggiunto, ma non mi sembrava il caso. Il morale della squadra era salito un po' per poi scendere di nuovo tutto d'un colpo, benché Steve e Clint tentassero di farci quantomeno sorridere. Presto mi stufai, soprattutto perché Visione e la sua girlfriend erano arrivati dopo avere evidentemente fatto rapporto al nostro amico comune. Decisi che ora l'aria era diventata un po' troppo pesante per starmene li dentro a respirare con qualcuno che mi guardava in cagnesco, senza poi aggiungere che dopo che presi il mio bicchiere di vino e mi diressi fuori in terrazza, all'aria fresca della sera, in mezza a quei giganti di cemento armato e vetro, si era unito alla squadra Paul, e non sapevo ancora come prenderlo, cosi decisi di rimanere li, sedermi, chiudere gli occhi, svolazzare e rilassarmi alla vista della bellissima luna piena che sembrava fare concorrenza alle luci della città.

Rimasi li per un po', in silenzio, seduta nell'aria. Dovevo dire che questa era una cosa davvero figa. A differenza di altre persone potevo benissimo sedermi ovunque, senza rischiare di sporcarmi i pantaloni, anche se ora non me ne sarebbe importato molto, dato che indossavo dei leggins da casa, e una t-shirt lunga fino a metà coscia, che rappresentava, indovinate un po'. Esatto, proprio loro, gli Avengers. Riflettendoci, mi chiesi quale razza di problema mentale avevo avuto, per aver deciso di indossare quella maglia? Istintivamente guardai la stampa su quel tessuto cosi povero e irritante, posando gli occhi su Iron man. Avrei dovuto salutarlo prima di andarmene? Non sapevo che fare. Forse mi avrebbe aiutato, dato più grinta per la missione, o forse mi avrebbe distrutto, scoraggiandomi, ma non sapevo se e quando sarei tornata, dato come aveva raccontato Thor sul posto in cui ci stavamo accingendo ad andare, anche se una parte di me credeva che stesse solo tentando di spaventarci.

Sentii la porta finestra aprirsi e dei passi avvicinarsi sempre di più, cosi alzai la testa verso il cielo, chiudendo gli occhi, facendo intendere che non volevo essere disturbata da nessuno. Se fosse stato Paul, come immaginavo che fosse, avrebbe capito e se ne sarebbe andato, rassegnandosi al mio volermi isolare, ma purtroppo per me era Steve, e per quanto possa essere buon samaritano, era cocciuto come un soldato della seconda guerra mondiale. Cosi si sedette affianco a me, restando comunque in silenzio fissando il cielo aspettando che fossi io a parlare. Aprii leggermente l'occhio destro, sbirciando la sua sagoma illuminata dalla luna, sorprendendomi di quanto potesse essere carino e chiudendolo velocemente appena lui sorrise, accortosi che lo stavo fissando.

Mi arresi presto, sospirando pesantemente "che c'è?" gli chiesi, sollevandomi con la schiena per essere quantomeno alla metà della sua altezza, e appoggiando il mio sedere a terra, smettendo di volare.

"niente, volevo sapere come stavi. Insomma ne hai scoperte di cose sconvolgenti oggi, senza contare tutto quello che hai passato" mi disse indicando il resto della squadra all'interno e poi con gli occhi, la maglietta.

Sentivo i suoi pensieri parlare, e scoprii presto che erano stati Thor e Paul a convincerlo di venire a chiedere come mi sentissi, dato che, anche se sembrava essermi quello meno simpatico, riusciva comunque sempre a darmi un senso di tranquillità. Loro credevano non fosse ancora il momento opportuno per venire a parlarmi. Indubbiamente Thor non era un problema per me, ero felice gli fosse passata un pochino, esattamente era Paul quello che mi preoccupava. Ma qualunque reazione avrebbe scatenato il suo approcciarsi a me non avrebbe sicuramente fatto male. Rimasi un po' delusa.

"non mi sei antipatico, semplicemente non mi piacciono certi tuoi ragionamenti troppo buonisti, a volte. Poi ora in testa è saltata Wanda" lui rimase un attimo di stucco, raddrizzandosi come se io avessi visto un ragno, ma poi si rilassò, ricordandosi cosa potessi fare.

IL DONO DI ASGARD Where stories live. Discover now