IV

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Stava per svegliarsi e quello che avrebbe visto non le sarebbe piaciuto. Suo fratello le avvicinò la lingua a una guancia, mentre lei sospirava ignara. Lui diede un'ultima occhiata ai genitori sui sedili anteriori. Erano assorti il padre a guidare e la madre ad ammirare il paesaggio alpino.

Meglio così.

Forse dopo lo avrebbero sgridato, ma che importava: tanto la sorella si sarebbe dovuta tenere l'affronto e anche la beffa. Perché lui sapeva...

Monica, diciassette anni, continuò a dormire, ignara che il suo caro fratellino di tredici anni stava per provocarle un conato di vomito. Le palpebre chiuse le impedirono di vedere la lingua del fratello che si avvicinava come volesse fare una pernacchia. In realtà lei era semicosciente, ma con la mente assorta nei suoi problemi.

Udiva anche i leggeri commenti di sua madre, ma quelli sembravano lontani anni luce, perché con la mente lei era indietro nel tempo di quasi tre settimane, nella sua stanza della sua casa vuota a Bologna, lontano dal paesaggio alpino. E poi, la montagna non le era mai piaciuta. Preferiva il mare, anche se era li che i problemi erano nati.

Rivide in sogno lei e il suo ragazzo che nuotavano a una distanza esagerata dalla costa: solo con un binocolo li avrebbero potuti vedere. E lui dubitava che i genitori di lei ne avessero uno.

«Qui?» chiese lei «non hai paura di affogare, specie se...».

«Affatto» la interruppe lui, lui con i suoi capelli biondi che lasciarono sgocciolare acqua salata. «Tanto lo sai che sono forte, posso nuotare solo agitando le gambe...».

Non gli ci volle molto tempo per convincerla, e alla fine riuscì. Fu per lei difficile mantenere il controllo, specie se lui si comportava come un cavallo marino. Poi invece cominciò a comportarsi come un lupo, fino all'orgasmo. Anche lei si sentì come sotto un piacevole effetto, solo finché non si rese conto che era finito. Ma erano cominciati i guai.

Il sonno divenne agitato, e suo fratello dovette stare attento a non rovinare tutto: se lei muovendosi si fosse avvicinata troppo alla lingua si sarebbe svegliata, e addio alla parte più bella.

Erano ora in camera di lei, a Bologna, sotto la luce calda di agosto che veniva dalla finestra. Erano passate due settimane dal bagno in alto mare con la sua conseguenza. Entro qualche giorno lei sarebbe anche andata in montagna, e se il suo corpo avesse cominciato già a cambiare, sarebbero stati guai prima del previsto.

Monica glielo disse, e lui naturalmente non la prese bene. Le addossò anche la colpa di tutto, la mise alle strette, pur sapendo che la sua richiesta non sarebbe stata accolta. Poi lui se ne andò lasciandola fra le lacrime con il fardello di cui si lavava le mani. Suo fratello tornò a casa poche ore dopo, quando Monica era andata a piangere dalle amiche e, per puro caso, diede una sbirciata nel cesto della carta straccia in camera della ragazza. Lei aveva dimenticato di vuotarlo. Il tredicenne trovò una scatoletta molto particolare, nella quale c'era una strana barretta colorata di azzurro a un'estremità.

Un occhiata ancora alla scatola e capì che aveva la sorella nelle sue mani.

Monica sia agitò ancora nel sonno, vedendo un futuro molto poco agevole. Suo padre intanto aveva deciso di prendere una scorciatoia per arrivare in un piccolo paesino in quella zona, prima di passare per la dogana. Si sarebbero riposati un po', prima di iniziare una breve settimana bianca. L'inverno era alle porte, è vero, ma non si può dire che a settembre facesse molto freddo. Ancora ignorava i problemi della figlia, seppur avesse intuito vagamente che qualcosa non andava da qualche giorno. Era sempre triste e mogia. E come se non bastasse, faceva tutto quello che le ordinava il fratello, lamentandosene in silenzio.

Il Vallo fra le Montagneحيث تعيش القصص. اكتشف الآن