E da quel giorno Google non fu uguale per tutti...

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«Let's say you're walking down the street. Because of the info Google has collected about you, "we know roughly who you are, roughly what you care about, roughly who your friends are." Google also knows, to within a foot, where you are. [...] If you need milk and there's a place nearby to get milk, Google will remind you to get milk. »

«Diciamo che stai camminando per strada. A causa delle informazioni che Google ha raccolto su di te, "sappiamo più o meno chi sei, più o meno ciò che ti interessa, più o meno chi sono i tuoi amici". Google sa anche, con l'approssimazione di pochi centimetri, dove ti trovi. [...] Se hai bisogno del latte e c'è un posto vicino a te che vende latte, Google ti ricorderà di comprare il latte.»

L'amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, in un'intervista al Wall Street Journal.

Sono poche le persone che hanno notato il post apparso sul blog ufficiale di Google il 4 dicembre del 2009. Tanti non hanno fatto caso a quel post, ignorandolo, come se non fosse qualcosa che lo riguardasse. Tuttavia, quel post trattava del più grande cambiamento mai avvenuto nei motori di ricerca. Il titolo parla da solo "Ricerche personalizzate per tutti".

Di solito si pensa che facendo una ricerca su Google tutti ottengono gli stessi identici risultati, quelli che l'algoritmo PageRank seleziona per maggiore rilevanza in relazione dei termini cercati. Ma dal famoso 4 dicembre 2009 non è più così. Oggi noi vediamo i risultati che secondo Pagerank sono più adatti a noi, mentre altre persone potrebbero vedere cose completamente diverse. Tutto cambia a seconda delle ricerche che abbiamo fatto. Per farvi un esempio, significa che se un tifoso della Roma e uno del Napoli digitano la parola "calcio" su Google otterranno pagine diverse, sia nel numero delle pagine sia nella diversità delle notizie.

E fu così che la "rivoluzione" si propagò immediatamente agli altri giganti della rete; Apple, Amazon, Microsoft, Facebook, WhatsApp... Ciascuno di loro ci succhia dati personali mentre li utilizziamo, carpiscono i nostri gusti, le nostre opinioni, ci studiano per poi vendere queste informazioni che hanno prelevato agli inserzionisti che in questo modo possono rincorrerci ovunque con pubblicità tagliate su misura per noi.

Nel 1994 Pizza Hut, una catena di ristorazione statunitense, diventa la prima ad accettare ordini online, internet quindi ha improvvisamente bisogno di un sistema per memorizzare chi sei, dove vivi e come pagherai... e così nascono i famosi cookie che, oltre ad essere biscotti con delle scaglie di cioccolato, sono vere e proprie spie dove noi rinunciamo consapevolmente, accettandoli, alle nostre informazioni personali. Molti siti non ci permettono di vedere il contenuto al suo interno se non li accettiamo, così noi, poveri, innocenti e incoscienti acconsentiamo, ma forse non lo faremmo più se conoscessimo la quantità di dati che prelevano.

Così noi ci troviamo a navigare in rete, in mare controllato, dove porgendo alla rete una qualsiasi domanda otterremo sempre una risposta "a nostro piacimento", o comunque troveremo sempre un'ipotesi che sostenga la nostra tesi. Nel senso che, se io su Facebook mi iscrivo a un gruppo di repubblicani, non otterrò mai tra i suggeriti un gruppo dei democratici ma altri gruppi di repubblicani, così facendo mi continuerò a chiudere in gruppo con persone che la penseranno come me, in cui il tema centrale e l'ideologia comune sarà incentrato su pensieri repubblicani. Questo malefico algoritmo mette in gioco la possibilità di rapportarci con gli altri, d'aprirci al mondo esterno, a osservare pensieri diversi e contrari al nostro. Questo sistema è detto echo chamber, camera dell'eco; una metafora per evocare la continua ripetizione di idee, impossibilitata a vedere i pensieri opposti e contrastanti alle sue. Pensate un secondo a quanto grave può essere questa situazione... Immaginatevi una persona che sostiene che i vaccini facciano male e che continua a leggere notizie sul danno che procurano, senza mai informarsi o leggere qualche articolo che sostenga il contrario. Continuerà sempre a sostenere la sua idea solo perché non avrà mai letto qualcosa che sostenga il contrario. Questo ha portato a formulazioni di teorie che al giorno d'oggi sembrano alquanto improbabili e bizzarre, pensiamo solo alla terra piatta...

Quella che stiamo vivendo ora non è una democrazia, ma una dittatura retta dagli algoritmi che ci controllano, che ci spiano, che ci dettano le loro regole, si tratta di un potere invisibile, nascosto e perciò inespugnabile creato pur sempre da uomini in carne ed ossa che ne traggono potere e vantaggio.

La solitudine di massaWhere stories live. Discover now