•19 Lasciar scorrere

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Quella mattina non riuscivo proprio a concentrarmi in classe.
Non facevo che rivedere Kirishima camminare e sorridere al mio fianco, mentre il bento che portava in mano oscillava al ritmo con la sua andatura.
In qualche modo tutta la scuola aveva saputo della nostra rottura e vederci arrivare insieme aveva sorpreso non poche persone, soprattutto le ragazze che ancora non si erano arrese a corteggiarlo. Probabilmente qualcuna aveva anche pianto, così come era successo la prima volta che mi ero messa con lui.
Mi sentivo leggermente in colpa, ma cosa potevo farci se anche io ero pazza di lui?
Volsi lentamente la testa verso la classe di Kirishima, parallela alla mia, trovandolo ad osservare davanti a sé con un'espressione poco concentrata.
Quando anche il ragazzo mi notò e mi sorrise sentii salire un enorme imbarazzo, tuttavia lo salutai con un debole cenno della mano.
<<Guarda che tra poco è il tuo turno per leggere>> mi sussurrò Kaminari alle spalle, alludendo alla lettura di classe di inglese che si stava tenendo in quel momento.
Sobbalzai completamente spaesata, prendendo a sfogliare a casaccio le pagine nella speranza di trovare il punto giusto.
<<Pagina 89, circa metà pagina>> mi consigliò lui. Sospirai di sollievo e raggiunsi la pagina giusta, trovando immediatamente il filo.
Kaminari non era un ragazzo particolarmente diligente, ma aveva una passione per l'inglese, tanto da seguire ogni lezione con serietà.
Quando arrivò il mio turno per leggere mi alzai dalla sedia e lessi le cinque righe che mi spettavano, mentre il cuore ancora mi batteva leggermente per il rischio corso.
Una cosa del genere nella mia scuola ti regalava pulizie extra da scontare come punizione e una bella strigliata. L'avevo scampata per un pelo.
Quando la professoressa finì il giro di letture, tornando a spiegare, una piccola palletta di carta atterrò sul mio banco.
Il ragazzo alle mie spalle sceglieva spesso di comunicare con me in questo modo e non mi feci troppe domande in merito.

"Siete tornati insieme?"

Recitava il bigliettino.
Mi morsi il labbro davanti a quella domanda, non sapendo nemmeno io cosa rispondere esattamente.

"Non proprio, diciamo che ci stiamo lavorando."

Gli risposi, passandogli il foglietto con la massima discrezione.
Lui non si fece attendere e rispose immediatamente.

"Va bene, ma fai attenzione.
Non voglio vederti stare male un'altra volta."

Non risposi, ma piuttosto approfittai della docente che scriveva alla lavagna per voltarmi e sorridergli.
Mi concentrai poi sulla lezione, guardando di tanto in tanto l'orologio.
Mancavano solo due ore al pranzo.

Kirishima non mi aveva sentita arrivare e se ne stava appoggiato alla balaustra, apparentemente perso nei suoi pensieri.
Dalla mia posizione lo vedevo di profilo e per qualche secondo non me la sentii di chiamarlo per attirare la sua attenzione, anzi... restai ferma a godermi i suoi lineamenti, accarezzati dai capelli che si muovevano spinti dalla calda brezza tipica di quella stagione. Ormai mancava pochissimo alle brevi, ma comunque intense, vacanze estive e si poteva già respirare quel clima di festa tipico di quel periodo per noi studenti.
Tutti noi agognavamo già alle sei settimane di vacanze che ci spettavano, prima di iniziare il secondo semestre.
Probabilmente sarei partita per un piccolo viaggio, bisognava solo decidere dove e con chi.
Mi riscossi dai miei pensieri e chiamai Kirishima con voce flebile, quasi con paura di strapparlo da chissà quali pensieri profondi.
Il ragazzo si voltò immediatamente nella mia direzione e si aprì in un sorriso più che caloroso. Mi scaldò il cuore.
<<Scusami, ero così immerso in alcune questioni che proprio non ti ho sentita arrivare>> disse lui, grattandosi la testa imbarazzato. Un gesto abbastanza comune quando si parlava di lui.
Notando il mio silenzio mi indicò il cestino del pranzo poggiato vicino a lui.
<<Hai fame?>> chiese.
<<Direi di sì>> risposi.
Il ragazzo non replicò, mi fece invece cenno con la testa di seguirlo. Ci accomodammo in un posto all'ombra e lo osservai aprire il cestino del pranzo con occhi curiosi.
Il contenuto mi sorprese non poco.
<<Davvero l'hai fatto tu questo?>> chiesi, notando la verdura ben tagliata, il riso raccolto a formare un coniglietto, le polpettine e le varie decorazioni.
<<Beh, diciamo che ho preso spunto da quello che preparavi tu e chiesto qualche consiglio a mia madre>> rispose lui, mentre le sue guance si tingevano di rosso dall'imbarazzo.
<<È un cestino bellissimo>> lo incoraggiai.
<<Speriamo sia anche buono>> rispose lui di rimando.
<<Beh, non ci resta che assaggiarlo per scoprirlo. Posso?>> chiesi, indicando con le bacchette una polpettina.
Lui annuì con la testa ed io ne afferrai una, avendo l'accortezza di prendere anche un po' di riso.
Le mie papille gustative urlarono dalla gioia.
<<Caspita. È davvero molto buono>> commentai, afferrando anche una verdura e chiudendo gli occhi per assaporarne meglio il gusto.
Lui mi imitò immediatamente e consumammo il pranzo, guardandoci timidamente e abbozzando sorrisi nel mentre.
Quando le sue dita scivolarono verso le mie esitai leggermente, ma non mi discostai.
Si stava impegnando molto per farsi perdonare da me e apprezzavo davvero le sue fatiche.
Nessun ragazzo aveva mai fatto tanto per me prima d'ora. Il fatto che fosse Kirishima a farlo rendeva tutto ancora migliore.
Era il primo ragazzo per cui maturavo simili sentimenti e se la cosa da una parte mi spaventava dall'altra mi incuriosiva.
Dovevo solo lasciar correre le cose e farmi portare avanti dalla corrente se volevo sapere dove mi avrebbe condotta tutto ciò.
<<So che te l'ho già detto diverse volte, ma sono molto mortificato per quanto accaduto. Spero di averti trasmesso in minima parte quanto tengo a te e spero di fartelo capire bene anche stasera>> disse lui, accarezzandomi debolmente il dorso della mano.
Kirishima aveva delle mani bellissime, seppur leggermente rovinate da tutte le ore di lavoro che affrontava ogni giorno, e mi incantai per un secondo a fissare le sue lunghe dita affusolate, le stesse con cui mi stava accarezzando.
<<Dove andremo stasera?>> chiesi.
<<Beh, è una sorpresa>> rispose lui, sorridendomi in maniera furba.
Tutto quel mistero un pochino mi infastidiva, ma tutto sommato era elettrizzante.
Decisi di dargli fiducia.

DEODORANTE PER MILLEPIEDI
Buonsalve.
Stamattina avevo voglia di scrivere e ne è venuto fuori questo capitolo, mi dispiace per voi costrette a sorbirvi tutte le robe che scrivo muahahaha
Il titolo della nota autrice ha il suo perché. Non penso che tutte le sporgenze dei millepiedi siano piedi, magari di mezzo ci sono anche braccia e questo implica avere molte ascelle forse. Se così fosse quanti deodoranti consuma al giorno un millepiedi? La risposta potrebbe essere sconvolgente.

No, non mi drogo.

Rich {Kirishima x Reader}Where stories live. Discover now